La scrittrice vanta una lunga carriera e decine di libri pubblicati, pur non essendo molto conosciuta in città. Lei resta a Messina e intanto conquista il pubblico italiano e non solo
MESSINA – Ha scritto decine di romanzi di diverso genere, pubblicando anche in inglese e vendendo migliaia di copie, non solo in Italia. Eppure la scrittrice messinese Aura Conte non è “molto conosciuta”, come lei stessa ammette, in città. La sua attività letteraria affonda le basi nella sua adolescenza e ora che ha quasi 39 anni i suoi libri “volano” soprattutto online. Lei, infatti, ha scommesso sull’editoria web, su internet, i social e la promozione, conquistandosi una notevole fetta di mercato, quella in espansione, sempre più distante dall’editoria tradizionale. E tra progetti letterari, romanzi scritti in italiano e in inglese (anche sotto pseudonimo), opere in cantiere e il suo blog “Writing in Pink!”, Aura Conte non si ferma e anzi la sua fama cresce, seppur fuori dalle “mura” di Messina.
Aura, nasce prima la blogger della scrittrice. Ma quando hai “scoperto” la passione per la scrittura?
Diciamo che è nata da prima la scrittrice in generale e da molto giovane. Ho sempre avuto le idee chiare, ovvero di voler lavorare nel mondo dell’arte e dei libri. Quest’anno vado per i 39 anni e come ogni buona millennial, ho iniziato a utilizzare per bene i blog solo verso i vent’anni, prima mi limitavo a dei piccoli siti internet. A quel tempo avevo già scritto e condiviso diverse storie, ma ancora non avevo pubblicato ufficialmente con una casa editrice.
Com’è partita la tua carriera?
La mia carriera è iniziata da ragazzina, in concomitanza con un grande amore nei confronti sia dei libri che del teatro. Da una parte studiavo recitazione e dall’altra scrivevo. Intorno ai venticinque anni, dopo tante storie condivise online, il mio primo libro (un Fantasy) prende forma e viene pubblicato. Da quel momento di entrata “ufficiale” nel mondo dell’editoria, non mi sono più fermata. Nemmeno quando nel 2016 ho dovuto ricominciare da zero e mi sono avvicinata al self publishing. Soprattutto grazie alla mia amica e collega catanese, Connie Furnari, con la quale ho scritto e pubblicato a quattro mani una decina di libri. Oltre alla vita da scrittrice, negli anni ho creato progetti, realizzato eventi anche legati al “Maggio dei Libri”, ho fondato prima un portale letterario, poi il mio attuale blog e mi sono occupata di promozione online. Tutto ciò attraverso l’associazione onlus della quale sono vice-presidente. Adesso, però mi limito a fare solo la blogger e sono un’autrice con quasi quaranta libri pubblicati e con decine di migliaia di copie vendute e lette non solo in Italia o in italiano (pubblico anche in inglese sia a mio nome che con diversi pseudonimi), grazie al novantacinque percento all’editoria digitale. La mia è stata ed è ancora una carriera con molta gavetta e tanto studio, per tenermi al passo coi tempi.
L’editoria online è diversa da quella “classica”? Se sì, come?
Direi che da una parte si tratta sempre di pubblicazione di libri, i quali seguono le stesse dinamiche di base. Dall’altra sono due mondi completamente diversi, sia dal punto di vista della promozione che della distribuzione. L’editoria tradizionale ha molti limiti. Purtroppo, tante librerie sono state chiuse e la distribuzione, la possibilità di raggiungere un vasto pubblico, si è ridotta. Con l’editoria online (soprattutto se affiancata a una buona promozione, ormai basata su blog letterari e social media), hai la capacità di pubblicare un libro da solo o con una casa editrice e, in pochi giorni dalla fatidica data, di raggiungere lettori in tutto il mondo. Io stessa ho molti lettori in Europa ma anche in USA, grazie a chi ama o studia la lingua italiana o semplicemente lavora all’estero. Da un paio di anni, inoltre, l’editoria digitale non si limita più solo alla pubblicazione di ebook ma anche ai libri cartacei creati on demand, agli abbonamenti alle librerie online (ad esempio Amazon Kindle Unlimited o Kobo+) e agli audiolibri. L’editoria tradizionale basata su pubblicazione/distribuzione in libreria solo in Italia, non offre tutto questo. Raggiungere l’obiettivo di trovare il proprio libro su di uno scaffale in libreria, non basta più per essere letti o avere un discreto successo.
Nel tuo lavoro di scrittrice di romanzi hai toccato vari generi, dalla commedia romantica al crime. Qual è l’opera a cui sei più legata?
Le opere sono due. Il primo è un romanzo storico con un pizzico di crime ambientato a Messina, intitolato da qualche anno “La sposa del capitano”, edito da Libro/mania (di De Agostini Libri – Mondadori). L’altra opera è un Fantasy/Humour dal titolo “She Wolf” (donna lupo), ambientato invece a New York. Tra il passato e il presente, i due personaggi principali sono due giovani donne molto orgogliose e determinate che si trovano in situazioni fuori dalle righe.
Nel 2020 hai dato vita al progetto “Writing in Pink”, raccontacelo.
Writing in Pink! è un blog e bookstagram, ormai seguito da migliaia di persone online, focalizzato sull’universo letterario al femminile e diversi argomenti di lifestyle. È nato dopo un mio periodo di pausa dal mondo dei blog e attualmente lo gestisco da sola. Al di là delle comuni segnalazioni d’uscita letterarie, recensioni o interviste, il piccolo successo di questo blog è legato agli argomenti extra presenti al suo interno. I contenuti sono poco formali, ci sono post specifici per aiutare gli autori nella fase della promozione ma anche tematiche più leggere per i lettori. Negli ultimi tempi, sto cercando di affiancare al blog anche tutto ciò che riguarda la creazione di contenuti digitali legati al mondo dell’editoria.
Internet e i tuoi libri portano il tuo lavoro in giro per il mondo, ma come ti rapporti, invece, con la tua città dal punto di vista lavorativo?
Sono stata invitata come autrice a diversi eventi in città e provincia, i quali sono andati molto bene. Tuttavia, a livello lavorativo, la tipologia di editoria che io porto avanti come blogger e autrice, qui è quasi del tutto inesistente… purtroppo. Anche quando associata a romanzi “leggeri”, di facile lettura. Infatti, sono conosciuta da pochissimi in città. In realtà, però, l’editoria digitale è un campo lavorativo nel quale lavorano in Italia e all’estero decine di figure professionali dal grafico specializzato in copertine di libri e materiale promozionale online all’editor, al correttore di bozze, al social media manager, ai blog o siti letterari, ecc. A dirla tutta, non sono certa che l’editoria moderna raggiungerà mai del tutto questa città, in parte perché è ancora percepita con un assurdo scetticismo. Sono dell’idea che è come se ci fossero delle mura intorno a Messina, le quali non permettono l’entrata del mondo esterno reale e odierno, soprattutto in campo culturale.
C’è qualcosa di Messina nelle tue opere?
Sì, ho scritto un libro su Messina e la rivolta anti-spagnola del 1678. Il titolo l’ho già menzionato, ovvero “La sposa del capitano”. Racconta sia dell’ultimo periodo di splendore della nostra città, sia del primo passo verso quello che poi è diventata oggi. L’ho scritto nel 2010 per un concorso internazionale (il NaNoWriMo), è stato pubblicato in prima edizione nel 2013 e poi ripubblicato nel 2017 da Libro/Mania. La nostra città era molto differente dai tempi odierni e ciò mi ha portato a fare ricerche e revisioni per anni, più volte, fino alla versione definitiva ora in pubblicazione. Sto lavorando anche ad altre storie su Messina in chiave moderna, ma non so ancora quando le pubblicherò per problemi di tempistiche.
Il tuo lavoro ti permette di restare a Messina. In tanti della tua generazione sono stati costretti ad andare via: c’è qualcosa che diresti a chi è andato e a chi resta?
A chi resta, dico complimenti per il coraggio e la voglia di provare a far evolvere questa città. A chi è andato, fuggire da qualcosa a prescindere è molto più facile che restare a lottare per migliorare le cose. Spero soltanto, per entrambe le categorie, che possiate fare una semplice e unica cosa, ovvero dimostrare alle persone che noi messinesi o siciliani siamo ben lontani dagli stereotipi negativi con i quali veniamo puntualmente associati. Tutto qui.
Mi piacerebbe poter chiedere ad Aura se ha letto i romanzi storici di Tiziano De Zardo ambientati nello stesso periodo della “Sposa del capitano” e se vi ha trovato motivi di ispirazione. Grazie