Il direttore sportivo del Messina commenta le clamorose vicende che hanno investito il campionato di terza serie: “Amareggiato per l’ennesimo scandalo. Senza nuove regole la Lega Pro rischia di scomparire”.
In una giornata segnata da un nuovo scandalo legato al calcioscommesse per i campionati di Lega Pro e serie D, il Messina prova a concentrarsi esclusivamente sulla gara d’andata dei playout: i giallorossi attendono ancora il responso del Coni sul caso Reggina per una conferma definitiva sull’avversario da affrontare. Il direttore sportivo Fabrizio Ferrigno analizza dunque a tutto campo le varie vicende che riguardano direttamente ed indirettamente la squadra alla vigilia degli spareggi salvezza: “Savoia e Reggina preparano la sfida sul Messina, noi stiamo studiando unicamente i campani poiché siamo convinti che giocheremo contro di loro ai playout. Paradossalmente avrei preferito incontrare la Reggina: il derby è una gara che tiene sulla corda tutto l’ambiente ed evita ogni tipo di rilassamento. Affronteremo un Savoia diverso rispetto all’ultima di campionato, stiamo parlando di una squadra composta da eroi che non prendono lo stipendio da mesi: le difficoltà di un club di Lega Pro non fanno notizia come è capitato nel caso del Parma, le nostre sono vicende di comuni mortali. Vedo una povertà diffusa nelle categorie inferiori: non mi stupisce in questo senso l’ennesimo scandalo delle scommesse; chiaramente mi auguro che la giustizia faccia il suo corso punendo gli eventuali responsabili. Troppe volte, comunque, si è minata la credibilità di un campionato che rischia di essere puntualmente travolto da questo tipo di situazioni senza regole di altro genere”.
In due gare il Messina si giocherà l’intera stagione: la squadra guidata dal tecnico Di Costanzo potrà comunque contare sul doppio pareggio ed avrà il vantaggio del ritorno in casa. “Dobbiamo andare a Torre Annunziata per vincere”, conclude il ds, “è fondamentale chiudere subito il discorso salvezza. Il Savoia non ha nulla da perdere da questa doppia sfida, noi rischiamo di fare un salto indietro di tre anni”.
Domenico Colosi
