L'allarme lanciato dai giornalisti di 8 testate sulla mancata applicazione della legge 150 è finito all'attenzione dell'Ars. Emersa la disponibilità, da parte del Policlinico e dell'Irccs-Piemonte ad avviare percorsi che portino a procedure concorsuali.
L’allarme lanciato dai giornalisti di 8 testate giornalistiche sull’affidamento “creativo” di incarichi di addetti stampa nelle aziende ospedaliere di Messina è approdato all’Ars, all’attenzione della VI Commissione sanità.
Nel corso della seduta di martedì 13 dicembre, su richiesta del vicepresidente di Commissione Bernardette Grasso e del deputato regionale Beppe Picciolo sono state ascoltate in audizione Rosaria Brancato e Patrizia Vita, in rappresentanza dei giornalisti firmatari dei documenti di denuncia pubblicati nelle scorse settimane.
A sottoscrivere le note, inviate anche all’assessore regionale alla sanità Gucciardi ed all’Ordine dei giornalisti, sono stati i giornalisti di Tempostretto.it, Messinaoggi.eu, Normanno.com, Messinaora.it, Ecodelsud.it, Messinasportiva.it, dell’emittente televisiva Tremedia, di Radio Street ed il corrispondente dell’agenzia Ansa.
In particolare si stigmatizzava l’operato delle aziende ospedaliere che nell’affidare incarichi di addetti stampa senza seguire regolari procedure concorsuali continuano ad eludere sia la legge 150 che la circolare dell’assessore Gucciardi del 12 agosto 2015.
In audizione erano presenti anche i manager delle aziende ospedaliere di Messina ed in generale è emersa la volontà di trovare soluzioni condivise per superare gli ostacoli normativi, ma parte delle perplessità denunciate sono state confermate da alcune dichiarazioni.
Il Papardo, in particolare, si è reso protagonista di alcune strategie comunicative “sui generis”, affidando l’ufficio stampa ad una giornalista pubblicista, definita in audizione dal direttore generale Michele Vullo: “una volontaria che si è offerta di collaborare gratuitamente”. Senza riuscire ad immaginare le conseguenze qualora il DG decida di seguire lo stesso criterio anche nella selezione dei primari, non possiamo che opporci ad un comportamento che umilia la professione giornalistica. Altrettanto opinabile è stata anche la decisione di bandire una borsa di studio di 36 mila euro lordi per un anno per “un esperto in diffusione dati”, salvo poi affidarlo ad un giornalista professionista che si occupa di inviare comunicati stampa per un singolo progetto.
Poco convincente è apparsa la spiegazione del direttore generale dell’Irccs-Piemonte, Angelo Aliquò che ha affidato un incarico di addetto stampa per 3 mesi ad una giornalista pubblicista selezionata “tra 4 curricula giunti alla mia attenzione” senza alcun avviso pubblico.
Apprezzabile la piena disponibilità, sia del dg dell’Irccs-Piemonte Aliquò che del commissario del Policlinico, Laganga, ad avviare percorsi con l’Ordine dei giornalisti per rimuovere gli ostacoli normativi all’applicazione nel comparto sanità della legge 150 e quindi procedere con l’indizione di concorsi e selezioni, alla luce del ruolo determinante che oggi riveste la comunicazione per le aziende ospedaliere.
A conclusione dell’audizione, su proposta degli onorevoli Grasso e Picciolo, è stato concordato di trasmettere i verbali all’assessore Gucciardi per invitarlo a ribadire, attraverso una nuova direttiva, ai manager delle aziende ospedaliere siciliane, l’invito a rispettare le procedure concorsuali ed a vigilare sulla mancata applicazione.
A Messina si è costituito tra i giornalisti un fronte comune e unito che si opporrà a qualsiasi forma di irregolarità o elusione di normative nella Pubblica amministrazione ed in generale a metodi che umiliano la professionalità della categoria.