Razionalizzazione delle partecipate e contenimento dei costi: i diktat della Corte dei conti

Razionalizzazione delle partecipate e contenimento dei costi: i diktat della Corte dei conti

Danila La Torre

Razionalizzazione delle partecipate e contenimento dei costi: i diktat della Corte dei conti

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mercoledì 02 Marzo 2016 - 16:35

Il Comune di Messina, che rispetto ad altri enti ha comunque adempiuto agli obblighi di legge, dovrà adeguarsi velocemente . I magistrati contabili avvisano: «La Sezione si riserva di procedere ad uno specifico esame dei predetti documenti in sede di controllo finanziario»

La Corte dei Conti torna a bussare alla porta del Comune di Messina. Stavolta non per bacchettare ma per indicare la strada in tema di razionalizzazione delle partecipate.

Nella deliberazione n.61 – recapitata non solo al nostro ente ma ai sindaci ed ai presidenti del Consiglio Comunale di tutti i comuni siciliani, ai Liberi Consorzi e alle Città metropolitane – la Sezione di controllo spiega che « l’esame dei piani di razionalizzazione …ha posto in evidenza una serie di problematiche sulle quali si ritiene di richiamare l’attenzione degli enti ai fini di una conduzione del processo di razionalizzazione il più possibile coerente con le finalità previste dal legislatore».

Palazzo Zanca, che pure ha adempiuto agli obblighi sanciti dalla legge circa l’approvazione del piano di razionalizzazione delle partecipate (VEDI QUI), a cui ha allegato – contrariamente a quanto hanno fatto altri comuni – anche la relazione tecnica, dovrà comunque riesaminare il piano e la relazione tecnica alla luce delle direttive impartite dalla Sezione di controllo dalla Corte dei Conti, che nella premessa della deliberazione spiega qual è la ratio della legge 23 dicembre 2014, n.190 (legge di stabilità 2014 ).

«La normativa in esame – scrivono i magistrati contabili – si inserisce in un percorso inteso ad arginare le ricadute negative sui bilanci pubblici derivanti dalle perdite , talora reiterate e spesso consistenti, registrate da molte delle società partecipate, con l’evidente obiettivo di realizzare un contenimento ed una razionalizzazione delle partecipazioni esistenti , ottenendo significativi risparmi di spesa».

Per centrare le finalità che si prefigge la legge, la Corte dei conti fornisce precise indicazioni e prescrive: l’eliminazione delle società e delle partecipazioni non indispensabili al perseguimento delle proprie finalità istituzionali; l’obbligo di soppressione delle società che risultino composte da soli amministratori o da un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti; l’eliminazione delle società “doppione”, cioè di quelle società che svolgono attività analoghe o similari a quelle svolte da altre società partecipate; l’aggregazione di società di servizi pubblici locali di rilevanza economica negli ambiti non definiti dal legislatore regionale; il contenimento dei costi di funzionamento mediante riorganizzazione interna e riduzione delle remunerazioni degli amministratori.

Alla luce dei diktat della Corte dei conti, il Comune di Messina dovrà adesso riesaminare il piano di razionalizzazione delle partecipate, che – come si legge testualmente nella deliberazione n.61 –« non può risolversi in una mera descrizione delle future azioni da intraprendere, vale a dire in una dichiarazione di intenti, ma deve , già nell’immediato contenere le misure operative che si intendono intraprendere».

La Sezione di controllo, inoltre, precisa e sottolinea che «il piano di razionalizzazione e l’allegata relazione tecnica non potranno limitarsi a prevedere, in futuro, l’avvio di una generica attività di revisione della spesa, ma dovranno contenere la dettagliata esposizione e quantificazione dei costi di funzionamento».

Il Comune di Messina dovrà adesso adeguarsi velocemente , anche perché i magistrati contabili avvisano: «La Sezione si riserva di procedere ad uno specifico esame dei predetti documenti in sede di controllo finanziario».

Danila La Torre

6 commenti

  1. Sì, campa cavallo…

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  2. Sì, campa cavallo…

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  3. La razionalizzazione delle Partecipate mediante la nascita di una Multiservizi doveva rappresentare il punto di forza di questa Amministrazione.Sta invece svelando una insipienza/incapacità amministrativa sconcertante.Dopo un anno dalla delibera di razionalizzazione delle Partecipate non è stato fatto nulla anzi sono aumentati i costi per il Comune:Innovabic ha assunto una persona senza la mobilità tra Partecipate-Messinambiente ha accumulato altri 3,5 milioni di sanzioni ed interessi per debiti con l’erario-Amam ha proceduto ad assumere a tempo determinato senza attuare la mobilità prevista se non per gli ex Feluca con dubbi sulla procedura.E meno male che ci sono uno stuolo di esperti a dare aiuto. ….

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  4. La razionalizzazione delle Partecipate mediante la nascita di una Multiservizi doveva rappresentare il punto di forza di questa Amministrazione.Sta invece svelando una insipienza/incapacità amministrativa sconcertante.Dopo un anno dalla delibera di razionalizzazione delle Partecipate non è stato fatto nulla anzi sono aumentati i costi per il Comune:Innovabic ha assunto una persona senza la mobilità tra Partecipate-Messinambiente ha accumulato altri 3,5 milioni di sanzioni ed interessi per debiti con l’erario-Amam ha proceduto ad assumere a tempo determinato senza attuare la mobilità prevista se non per gli ex Feluca con dubbi sulla procedura.E meno male che ci sono uno stuolo di esperti a dare aiuto. ….

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  5. Bisogna chiudere tutte le Partecipate e far confluire i servizi e il personale idoneo in una Multiservizi applicando loro il contratto degli Enti Locali ivi compresi gli avanzamenti di carriera.Solo così si porrà fine a stipendi fino a cinquemila euro,livelli e assegni ad personam(soldi in più in busta paga )regalati a simpatia,contratti integrativi aziendali fantasiosi,consulenze esterne per migliaia di euro e affidamenti di servizi senza gare per gli “amici”.Sono delle schegge impazzite,fonti di privilegi economici e lavorativi vergognosi,dove ognuno fa quel che vuole senza che il Comune riesca ad arginarle.Un’Amministrazione “rivoluzionaria” sfrutterebbe i nuovi strumenti legislativi per fermare questa emorragia di soldi pubblici.

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  6. Bisogna chiudere tutte le Partecipate e far confluire i servizi e il personale idoneo in una Multiservizi applicando loro il contratto degli Enti Locali ivi compresi gli avanzamenti di carriera.Solo così si porrà fine a stipendi fino a cinquemila euro,livelli e assegni ad personam(soldi in più in busta paga )regalati a simpatia,contratti integrativi aziendali fantasiosi,consulenze esterne per migliaia di euro e affidamenti di servizi senza gare per gli “amici”.Sono delle schegge impazzite,fonti di privilegi economici e lavorativi vergognosi,dove ognuno fa quel che vuole senza che il Comune riesca ad arginarle.Un’Amministrazione “rivoluzionaria” sfrutterebbe i nuovi strumenti legislativi per fermare questa emorragia di soldi pubblici.

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