Abbiamo voltato le spalle al mare, mettendogli davanti macerie. rifiuti. Ma se litighi con la tua anima resti incompleto, incompiuto.
Guardando le foto dei due sopralluoghi, quello all’ex Hotel Riviera e quello agli ex Magazzini Generali e Silos Granai, la sensazione è di amarezza.
Foto dal fronte….
Sembrano foto di squadre in azione in zone da quarantena, zone d’emergenza o di guerra: tutti con tute, mascherine, caschetti protettivi. Vedi queste foto di amministratori, tecnici, giornalisti, che camminano tra macerie, escrementi, rifiuti e provi vergogna e smarrimento. Sembrano squadre di alieni che atterrano in un pianeta ostile e sconosciuto.
La vergogna davanti al mare
Invece, ed è questo che sconvolge, sono edifici NEL CUORE DELLA CITTA’, sono tutti e tre (e per la verità anche la Casa del Portuale e la Dogana), biglietti da visita proprio di fronte al mare. E’ questo particolare che sgomenta.
I relitti di mezzo secolo
Queste piccole Beirut non sono in periferia o lontano dagli sguardi di chi ha amministrato Messina nell’ultimo mezzo secolo. No, sono proprio davanti allo Stretto, a due passi dal mare. Lì chiunque, appena sbarca, i turisti, noi stessi, sbattiamo il naso su RELITTI, su vergogne decennali.
La Falce, la Fiera, l’ex Margherita
E se ci spostiamo nella FALCE la vergogna è uguale. Lì il nostro passato, la nostra storia, sono stati violentati da abusivismo, ignoranza, arroganza, politica miope. Se ci spostiamo in Fiera, pur non essendoci lo stesso sconcio che c’è nelle aree prima indicate, c’è un immenso tesoro non utilizzato. Ci sono barriere, muri, desolazione. E se dalla Fiera raggiungiamo l’ex Margherita troviamo altre macerie, altri tesori davanti al mare ma DIMENTICATI.
E’ come se io mettessi il kit di rifiuti nel salone di casa mia quando arrivano gli ospiti. Come se li facessi sedere sul divano accanto ai resti di frittura di un mese prima. Nessuno di noi farebbe mai una simile cosa. Allora perché lo abbiamo fatto per Messina?
Abbiamo voltato le spalle al mare
E’ come se noi messinesi nei decenni passati avessimo voltato le spalle al mare. Peggio, ci avessimo litigato, lo odiassimo come fonte di dolore. E per rimarcare maggiormente questo sentimento negativo gli mettiamo davanti macerie, muri.
Sciarriati con la nostra anima
Ci siamo sciarriati con la nostra anima, con le nostre radici e abbiamo iniziato a morire. Non si può essere felici se litighi con la tua anima. Sarai sempre incompleto. Trovo assurdo che ci siano vicende come quella dell’ex Magazzini Generali piuttosto che dell’ex ospedale Margherita. Un qualunque politico di un qualsiasi sperduto comune non dico della Svezia o del Nord ma della Sicilia, della vicina Catania, della nostra stessa provincia, avrebbe fatto l’INFERNO per valorizzare questi beni, per riqualificarli in tempi brevi, per promuoverli.
Fiumi di slogan
Invece noi da decenni ci facciamo le campagne elettorali e lo dimentichiamo a urne chiuse. La mia rabbia è profonda. Ricordo fiumi di parole, decine di articoli sulla Casa del portuale ai tempi dell’occupazione. E cosa è oggi? DEGRADO. Fiumi di parole sull’ex ospedale, sull’ex Hotel Riviera, promesse e annunci sulla Dogana.
La realtà oggi è che siamo costretti a metterci le mascherine quando entriamo in questi tesori, e se non stiamo attenti ci riempiamo di zecche, insetti di vario genere, inciampiamo negli escrementi di gatti, cani, topi, esseri umani.
Mi vergogno di aver lasciato a mio figlio queste sconcezze. Mi vergogno di aver votato per decenni persone INADEGUATE a rappresentarmi. Ricordo, come fosse ora, i sopralluoghi di Cuffaro, Lombardo, Crocetta alla Real Cittadella. Eppure fino all’altro giorno ho calpestato vetri rotti e rifiuti pur di godere delle mie bellezze.
L’errore più grande
Mi vergogno di tutto questo. Il nostro più grande errore è stato sciarriarci col mare. Non so perché è avvenuto, probabilmente dopo il terremoto, perché dal mare son venuti quelli che volevano farci saltare con le mine, son venuti gli aiuti di uno Stato avaro che ci ha depredato, l’esercito che rubava il nostro pane, le nostre coperte, i nostri beni.
Città di pensionati e impiegati
Oppure ci siamo sciarriati quando abbiamo pensato che l’unica ricchezza fosse il posto pubblico fisso, gli anni delle infornate alle Poste, al Comune, nelle Partecipate, gli anni dei politici che stavano nelle poltrone giuste. Il professor Limosani ha fatto un’analisi realista e drammatica: siamo una città di impiegati e di pensionati (andati in pensione dal posto pubblico). Per questo stiamo poveri. E il posto pubblico non si eredita.
Siamo come i Merli e i Malvizzi del 1600. Pochi ricchi aristocratici abbarbicati a privilegi antistorici e antisociali ed un esercito di Merli che per decenni hanno abboccato ad elemosine e promesse.
Facciamo pace col mare
E’ arrivato il momento di fare pace con il mare, perché è la nostra vita, la nostra ricchezza, il nostro presente. Giriamoci e guardiamolo con fierezza, come quando i nostri avi si sono opposti con coraggio agli invasori e non temiamo il peggio, perché il male peggiore ce lo siamo fatti da soli.
Giriamoci e guardiamo il mare, facciamo pace con la nostra anima. Solo così saremo completi.
Rosaria Brancato