Riflessioni sull' 8 marzo, sulla violenza, sulla società
L
Caro Martino,
oggi che è l’8 marzo, sei spuntato tutto festoso dall’alto dei tuoi 80 cm, con un mazzolino di mimosa stretto nella manina per me e per Elisabetta, eri gioioso senza capirne appieno il senso; ti ho baciato e ringraziato, a te ed al reale mandante, e sei corso via verso attività a te più abituali. Ed io mi sono interrogata.
Mi sono interrogata su come, quando e perché, quelle manine posano i fiori e cominciano a fare male; da mamma di figli rappresentanti entrambi i generi, mi interrogo su che genere di Uomo e Donna io stia educando, su come, quando e perché posso commettere l’errore di trasmettergli il messaggio che esiste violenza legittima.
Cari Martino ed Elisabetta, l’aggressività e la rabbia sono reazioni e sentimenti che sperimentate spesso e che sfogate nelle maniere più disparate, io e papà cerchiamo di accogliere le vostre manifestazioni, e censurare quelle nocive…basterà? Staremo facendo la cosa giusta? Pasolini sosteneva fosse fondamentale educare, “in un mondo di vincitori volgari e disonesti”, le nuove generazioni al valore della sconfitta e alla sua gestione. A quanto fosse importante avere la forza di ricominciare senza sentire che il proprio valore e dignità fossero stati intaccati. A non passare sul corpo degli altri per arrivare primo.
Certo, Martino, c’è stata quella volta che ti accanivi sui millepiedi in giardino, ostinandoti a schiacciarli con la scarpina, quando ti ho chiesto perché lo facessi, candidamente mi hai risposto: “Perché sono brutti!”. Io allora ho tirato fuori la storia che quello che tu consideravi un “brutto millepiedi”, probabilmente a casa aveva due piccoli figlioletti millepiedi che avrebbero atteso una mamma, che non sarebbe più tornata, a causa del tuo giudizio e della tua azione violenta. La mia storiella, di ispirazione pascoliana, non ti colpì più di tanto, ma sinceramente è il meglio che sono riuscita a tirare fuori, e l’ho usata spesso.
Mi arrivano spesso anche in soccorso l’Uomo Ragno e Superman, cari Martino ed Elisabetta, schieratevi con chi vedete in difficoltà, non seguite il branco…opponetevi! Non c’è niente di onorevole nella prevaricazione e nella prepotenza…guardate Batman! ”
Il professor Vittorino Andreoli psichiatra, “(…) La faticosa costruzione della libertà femminile ad un certo punto, si è improvvisamente bloccata. Così, se da un lato le donne hanno raggiunto alti livelli di emancipazione nelle professioni e nella società, nel privato sono rimaste impigliate in un modello stereotipato di famiglia e di potere. In realtà, c’è stata una regressione nei rapporti uomo-donna e picchiare una donna è tornato ad essere un segno di potere. Non è stata raggiunta una vera parità sociale e il riacutizzarsi della violenza di genere lo dimostra».
Non è un problema di genere, è un problema di rapporti fra generi e nessuno può tirarsi fuori dall’attività educativa e culturale che l’attualità ci impone, ne saremo all’altezza?
Cari Martino ed Elisabetta, la vita non è una performance in cui vincere o perdere, la prima volta che si subisce o si fa una violenza, è già una volta di troppo ….la pensa così anche Wonderwoman!”
Annamaria Raffa