Tanti i messaggi di solidarietà nei confronti di Maimone, presidente dell'Associazione per la tutela dell'ambiente e la salute dei cittadini, da anni impegnato nella lotta per la tutela dell’ambiente
Esporsi in prima persona e dare voce a tanti cittadini che si ribellano e chiedono aiuto porta anche a ricevere, purtroppo, minacce. E’ ciò che è successo ieri a Giuseppe Maimone, presidente dell’Adasc (Associazione per la tutela dell’ambiente e per la salute dei cittadini) che, dopo aver denunciato più volte l’emergenza ambientale della Valle del Mela, ha ricevuto delle lettere minatorie.
“Ignoti hanno inviato due missive, una indirizzata direttamente al nostro Presidente e l’altra al padre, che ricopre la carica di Assessore all’ambiente nel Comune di S. Pier Niceto, minacciandolo di morte” è quanto dichiarano i membri dell’associazione Adasc, che continuano affermando “condanniamo quanto accaduto a Peppe Maimone, un giovane che si batte solo ed esclusivamente per la tutela dell’Ambiente e per la difesa della Salute di tutti noi. Questi comportamenti possono essere definiti solo delinquenziali”.
“Gli autori dei messaggi- prosegue la nota dell’Adasc- definibili codardi, non avendo il coraggio e l’intelligenza di confrontarsi su problematiche che riguardano l’intera collettività cercano di impaurirci ma senza ottenere nessun risultato. Il Presidente ci ha assicurato che continuerà la sua battaglia con più determinazione, con più forza perché crede realmente nella lotta che sta portando avanti da anni e sicuramente non saranno questi atti a fermare l’attività a difesa dei cittadini”.
Diversi i messaggi di solidarietà nei confronti di Giuseppe Maimone sulla sua pagina Facebook, mentre questa mattina Giuseppe Marano, esponente di Verdi/Green Italia, anch’esso impegnato nella lotta per la tutela dell’ambiente e della salute, con una propria nota invita il presidente dell’Adasc Maimone a “non mollare e ad andare avanti in questa grande battaglia di civiltà”.
“Il vile gesto- afferma Marano- fatto nei suoi confronti è il segnale di come le associazioni stiano lavorando bene nel territorio a tutela della salute. L’atto di citazione ricevuto dal sottoscritto da parte della Raffineria di Milazzo e quindi da un colosso come Eni per 400 mila euro per avere gridato su Facebook un allarme giustificato per le continue Emissioni fuggitive la dice lunga su quanto stia accadendo nella Valle del Mela. Il mio augurio è quello che le forze sane, i movimenti e la buona politica metta definitivamente al primo punto della agenda di Milazzo il tema dell’ambiente, della salute e della sicurezza dei lavoratori e dei cittadini”.