L'ex Sanderson, la Regione e la mancata rinascita di Messina

L’ex Sanderson, la Regione e la mancata rinascita di Messina

Marco Olivieri

L’ex Sanderson, la Regione e la mancata rinascita di Messina

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domenica 18 Agosto 2024 - 17:22

L'ultima notizia sul progetto definanziato diventa il simbolo di una città che rimane ai margini

di Marco Olivieri

MESSINA – Il progetto di recupero dell’ex Sanderson di Messina viene definanziato. Con una delibera, la Giunta Schifani lo relega tra i lavori non realizzati e impossibili da realizzare. Già il caso dell’ex Margherita, ma gli esempi non mancano in generale, imponeva una riflessione su come rilanciare una città perennemente ai margini rispetto ai disegni della Regione siciliana. Ora si è avuta l’ennesima conferma.

Mentre i fondi Fsc 2021-27, per lo sviluppo e la coesione, vedono in un ruolo minore la Città metropolitana di Messina, quello che deve fare la città dello Stretto, con i suoi rappresentanti, è riflettere sulla sua vocazione e sulle sue potenzialità. Riflettere in tempi rapidissimi per capire come agire e come invertire la rotta. Servono sia azioni nell’immediato, sia a lungo respiro. E ogni sforzo delle classi dirigenti, dalla politica e l”imprenditoria alle associazioni di categoria e ai sindacati, dovrebbe essere diretto alla rinascita economica, sociale, culturale del territorio.

Lamentarsi non serve a niente, Messina ha bisogno di visioni e progetti chiari

Quanto alla marginalità progettuale di Messina, con il ponte “specchietto per le allodole”, piangersi addosso non serve a niente. Già noi messinesi siamo troppo lamentosi. Occorre responsabilizzare chi sta ai vertici ed esercita la rappresentanza politica. E bisogna contrapporre una cittadinanza responsabile a chi vorrebbe fare sofffocare Messina nella sua passività.

La città, al pari del territorio metropolitano, ha bisogno di visioni e progetti chiari nel quadro di un sud da risollevare. Qualcuno ricorderà la vecchia questione meridionale. Da lì, da quel punto critico, bisogna ancora passare.

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5 commenti

  1. Torno a dire: sino a che milioni di persone dipenderanno dalla politica per potere mettere a tavola un piatto di lenticchie, non vi sarà soluzione.
    Non si può barattare un bisogno impellente con una visione a lungo termine e questo la politica lo sa benissimo.
    Schifani non ha compreso di non essere immortale, medesimo errore del suo ex capo, per cui non farà nulla di buono.
    Non ci resta che attendere la prossima vara giusto per godere di 24 h di populismo qualunquista ma rassicurante.
    Scaldate i cuori fratelli e non pensate troppo, vi fa male.

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  2. La pervicacia dei messinesi nel mandare al potere col proprio voto le forze politiche che continuano da anni ad affossare e annichilire questa città è qualcosa di stupefacente. Un caso di masochismo collettivo degno del DSM-V.

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  3. ” Occorre responsabilizzare chi sta ai vertici ed esercita la rappresentanza politica. E bisogna contrapporre una cittadinanza responsabile a chi vorrebbe fare soffocare Messina nella sua passività.” NON SONO D’ACCORDO !!! La responsabilità dei vertici si acquisisce con la scelta degli elettori… Il sindaco, la giunta, i consiglieri comunale hanno ricevuto un mandato che si basa sulla responsabilità di governare… Il Sindaco deve capire che NON CE LA FA, ma non perchè non sia capace o perchè non senta la responsabilità di governare … non servono progetti chiari … serve la consapevolezza che hai una Città arretrata, povera, male educato al senso civico, con una classe intellettuale che non si mette in gioco, preferendo il salotto di casa, il circolo, il campo da tennis … il meridione ha bisogno di garibaldini, di rivoluzionati … ma figuriamoci … alla fine governano gli zalli !!! brutta conclusione ma non vedo prospettive neanche a lungo termine …

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  4. Alessandro Orlando 19 Agosto 2024 08:41

    Naturalmente i politici messinesi di centrodestra sono tutti a Palermo negli uffici di Schifani per protestare.
    Ah no? Hanno uno schiticchio in programma?

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  5. Da Lagonegro a Trapani sono circa 650 Km., più o meno la stessa distanza con Bologna. Tra Lagonegro e Bologna ci sono oltre dieci enti amministrativi chiamate regioni che curano il territorio. Tra Lagonegro e Trapani sono solo due le regioni. La pianura padana, ad esempio, è divisa in diverse regioni. Ogni regione dispone di comandi regionali e dirigenze regionali, oltre a tanti poteri amministrativi e decisionali. Tra Bologna e Lagonegro ci sono oltre dieci comandi regionali dei Carabinieri, Della Finanza, della Polizia, esercito, e via di seguito. Tante uffici dirigenziali regionali: poste, ferrovie, banche ect. Tra Lagonegro e Trapani ci sono solo 2 comandi regionali 2 uffici dirigenziali ect. Uno per regione. La conseguenza è che al centro tra Calabria e Siciia, si incrocia il punto più lontano delle due regioni. Lo Stretto di Messina, emarginato e trattato come periferia, in realtà conta su due città metropolitane e circa 1.200.000 abitanti. Molte regioni hanno meno abitanti. Bisogna realizzare la regione dello Stretto, con le due province. La situazione attuale sta uccidendo letteralmente l’area dello Stretto e le due città.

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