Una chiacchierata con il coordinatore regionale in Sicilia di “Libera, associazioni nomi e numeri contro le mafie”, Umberto Di Maggio, impegnato nella promozione della cultura della legalità e della cittadinanza attiva contro mafie e corruzione.
“La presenza ed il radicamento di Libera a Messina, il punto d’ingresso e d’uscita della Sicilia, è un fatto importante e storico”, ci confida Umberto di Maggio, coordinatore regionale di Libera, l’associazione nata nel 1995 per combattere le mafie e promuovere i principi di legalità e giustizia. Ieri, nella città dello stretto si è svolta l’inaugurazione del Presidio di Libera, dedicato a Nino e Ida Agostino, uccisi dalla mafia nell’agosto del 1989 a Villagrazia di Carini.
“Non si tratta di mettere un’altra bandierina sull’isola ma di rilanciare l'impegno civile collettivo tra le associazioni ed i singoli cittadini che, già da tempo, operano con impegno e coraggio nella lotta contro le mafie e la corruzione". L’impegno di Libera sarebbe, dunque, quello di condensare le diverse forze che già si spendono nella guerra alla criminalità organizzata ed all’illegalità. Secondo Di Maggio, “Libera è una sorta di orchestra jazz, in cui non vi è uno spartito. Le uniche regole sono il riferimento alla memoria per chi non c’è più e la lotta alle mafie”.
Il coordinatore regionale di Libera tiene a precisare che “all’interno del presidio ci sono tante realtà: scuole, sindacati, associazioni giovanili, associazioni di assistenza agli ultimi” e aggiunge, “noi lottiamo per abitare e vivere nei margini. Libera è per strada, tra la gente, vive i quartieri complicati, non i salotti”.
Promuovere principi di legalità ed estirpare le mafie, questo l’obiettivo. Ma per farlo, le parole certamente non bastano. Servono fatti concreti ed esempi in cui i giovani possano identificarsi. Ecco perché Di Maggio propone di “contrastare il welfare mafioso”, come metodo di lotta. “Le mafie danno lavoro, assistenza ai loro affiliati con costi enormi per la collettività. Per vincere dobbiamo colpirli dove trovano consenso. Stiamo copiando dalle mafie: loro stanno insieme e noi cittadini dobbiamo fare lo stesso. Messina sta dando un esempio”.
È inoltre indispensabile lavorare in sinergia con le istituzioni, occorrono delle politiche corroboranti che minino le basi dell’illecito. “La lotta alla corruzione è imprescindibile, poi, riutilizzare effettivamente i beni confiscati alle mafie, favorire percorsi di rinnovazione della politica”, questi sono i temi essenziali che la politica deve affrontare per andare incontro alle esigenze della società.
L’altro argomento che sta a cuore ad Umberto Di Maggio e a Libera è la lotta alla povertà. “Le mafie trovano una sponda nella miseria che colpisce il nostro popolo. La politica e i cittadini devono impegnarsi per contrastare la povertà, per questo Libera promuove la campagna ‘Miseria Ladra’ per restituire dignità e diritti alle persone”.
“Libera deve fare concorrenza alla mafia”, riepiloga Di Maggio, “in tutti i campi in cui opera il ‘welfare’ mafioso. Dobbiamo essere presenti ovunque dalla formazione al lavoro”. Sembra strano ma, “la mafia costruisce un sistema valoriale (parallelo) e noi dobbiamo batterla sugli stessi punti”.
Gabriele Quattrocchi