Il presidente del Tribunale dei minori di Catania ospite a Roccalumera ha illustrato il suo "protocollo" per salvare i ragazzi da un destino difficile
ROCCALUMERA – L’Antica Filanda di Roccalumera ha ospitato l’incontro con il presidente del Tribunale dei minori di Catania, Roberto Di Bella, autore del libro “Liberi di scegliere. La battaglia di un giudice minorile per liberare i ragazzi della ‘ndrangheta”. L’evento è stato organizzato dall’Istituto Comprensivo di Santa Teresa di Riva, in collaborazione con la Fidapa Santa Teresa – Valle D’Agrò. Hanno partecipato la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo, Enza Interdonato, in veste di moderatrice, la vicepresidente Fidapa Antonella Maimone, il presidente della Corte di Appello di Catania Filippo Pennisi, Enrico Interdonato, psicologo esperto di psicologia del fenomeno mafioso. Per l’amministrazione comunale di Roccalumera è intervenuta l’assessore alla cultura e all’istruzione Natia Basile, mentre per il Comune di S. Teresa era presente la consigliera Vanessa Triolo.
Il presidente Di Bella ha ripercorso la storia dei drammatici eventi che ha affrontato alla sua prima esperienza professionale presso il Tribunale dei minori di Reggio Calabria, dai quali è maturata l’idea del “Protocollo Di Bella”, un precedente assoluto in ambito nazionale, nato inizialmente per proteggere i bambini di testimoni e collaboratori di giustizia e poi diventato strumento giuridico per salvare i ragazzi di ‘ndrangheta da un destino di morte.
La cultura della ‘Ndrangheta si eredita da padre in figlio
Di Bella ha presentato un fenomeno che trae la sua potenza da una coesa struttura familiare che coinvolge minori intrappolati in un futuro di criminalità già scritto. Ad una realtà così difficile si oppone la coraggiosa scelta culturale di allontanare i rampolli criminali da luoghi e persone permeati di omertà, codici d’onore, tracotanza e violenza. Il “Protocollo Di Bella” crea una crepa tra ragazzi affascinati da “…un mondo di leadership senza sacrificio dello studio e rispetto delle regole” e la famiglia. “Essere mafioso non è avere una pistola, è come ti svegli la mattina, come apri gli occhi e come guardi il mondo…”, ha evidenziato il dottor Enrico Interdonato, spiegando la sua azione educativa al fianco di adolescenti che definisce “pupazzi col Rolex”, alla scoperta di sé.
La performance pianistica dell’alunna Elisa Stringhelli, della classe III M della scuola media “Lionello Petri”, preparata dalla docente Nuccia Scarcella, ha accompagnato l’incontro. Durante l’evento è stato proiettato il documentario “The mafia kids of Reggio Calabria” prodotto dal network Vice. Il “Protocollo Di Bella” ha ispirato la sceneggiatura del film “Liberi di scegliere”.