Messina. Si delineano i contorni dello scontro tra due gruppi finito con un ferito e sette arresti della polizia
Messina – Non è più ai domiciliari una delle persone coinvolte nella rissa scoppiata davanti al Comune all’inizio del mese scorso. Il Tribunale del Riesame, accogliendo la richiesta dell’avvocato Giovanni Villari che lo difende, gli ha concesso l’obbligo di dimora a Messina.
Intanto si vanno chiarendo i contorni di quella che inizialmente sembrava un regolamento di conti tra “bande” di giovani rivali. Le dichiarazioni dei protagonisti sono infatti discordanti ma sembra emergere, dal prosieguo degli accertamenti, una vera e propria aggressione deliberata con moventi omofobi.
Il far west in centro
Tutto è successo tra sabato 1 e domenica due marzo. Una segnalazione ha fatto scattare l’intervento delle Volanti a piazza Unione Europea dove era scoppiata una rissa tra giovani. Uno di loro è stato lievemente ferito e medicato in ospedale. Alla fine in 7 sono finiti ai domiciliari. Sul posto la Polizia ha trovato un casco, usato per colpire qualcun altro, e un coltellino che uno di loro ha estratto ma che non ha ferito nessuno. Il ragazzo che lo brandiva ha tentato di disfarsene all’arrivo della pattuglia, inutilmente. Una parte dei giovani ha parlato di una aggressione deliberata, mentre le intercettazioni hanno rivelato che almeno una parte di loro aveva preordinato l’incontro.

State sempre a cercare le motivazioni per tutelare le minoranze già supertutelate e superavvantaggiate. Come dire, aggredire una persona normale e comune non è grave abbastanza.