L'incontro alle ore 18,30 presso la libreria Circolo Pickwick di Messina (Via ghibellina, 32)
Un tributo alla figura dell'imprenditore Libero Grassi, ucciso a Palermo il 29 agosto del 1991 per mano della mafia, pagando con la vita la sua solitaria protesta contro il pizzo.
Libero – chiamato così in onore di Giacomo Matteotti – Grassi, divenne un vero e proprio simbolo della lotta contro il racket ma nessuno lo appoggiò nella sua lotta e gli fu fatale la pubblicazione di una lettera aperta sul Giornale di Sicilia, nonchè l'intervista con Michele Santoro per Samarcanda.
Per il suo omicidio sono stati condannati nel 2004 vari boss, tra cui Totò Riina,Bernardo Provenzano e Pietro Aglieri.
Il libro-ricordo "Libero. L'imprenditore che non si piegò al pizzo" (Castelvecchi), scritto da Chiara Caprì con Pina Maisano Grassi, verrà presentato giovedì 10 novembre alle ore 18,30, presso la libreria Circolo Pickwick di Messina, con la presenza delle autrici –
CHIARA CAPRì e PINA MAISANO GRASSI – e il procuratore capo di Messina, dr. GUIDO LO FORTE. Modererà l'incontro, il giornalista Francesco Musolino.
Sinossi:
La vita, l’amore e le battaglie per la legalità di Libero Grassi e di Pina Malsano: un libro inedito nelle cui pagine si susseguono il loro primo incontro, gli anni della guerra e la tormentata relazione coniugale. Fino ad arrivare alla stagione della lotta al racket e all’omicidio dell’imprenditore catanese. La giovane autrice, raccogliendo le lettere inedite di Libero alla moglie e ripercorrendo la sua storia, ricostruisce la figura di quello che prima di essere un eroe dell’antimafia è stato soprattutto un onesto cittadino che ha creduto nella libertà.
Chiara Caprì – socio fondatore del Comitato Addiopizzo di Palermo – racconta anche lo spirito femminista e radicale con cui Pina Grassi ha portato avanti il messaggio di denuncia del marito. A eventi storici di rilevanza nazionale si intrecciano ricordi personali, e personaggi della letteratura e della politica fanno la loro comparsa tra le maglie di una vita vissuta ogni giorno fino in fondo. Nel ventennale del delitto di Libero Grassi un testo per ricordare le sue scelte di dignità e libertà imprenditoriale, in un Paese in cui il pizzo rappresenta ancora una delle piaghe più drammatiche della società.
Il testo della lettera:
"Caro estortore Volevo avvertire il nostro ignoto estortore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia. Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere… Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al 'Geometra Anzalone' e diremo no a tutti quelli come lui".