Si è rivelato non solo numeroso, ma anche attento e curioso il pubblico che ha assistito ieri alla presentazione di E se ti guardo… vedo farfalle di Magda Mangano, già autrice del romanzo I colori della mia notte, risultato vincitore per la Sicilia del premio Rai La Giara 2013, e sceneggiatrice di diverse fiction, tra cui Grand Hotel e L’Allieva.
A dialogare con l’autrice, la professoressa Pina D’Alatri, che in apertura dell’incontro ha citato Pennac richiamando la capacità della letteratura di oltrepassare i confini e trasportare i lettori verso qualsiasi destinazione.
Magda Mangano, felice di presentare la sua ultima fatica letteraria nella sua città, ha confermato le parole dell’autore francese pur ponendosi, naturalmente, dalla parte di chi scrive: “Questo è un libro di evasione, uno sfogo, un modo, per me, di liberarmi dalle scorie del passato. L’opera precedente (I colori della mia notte, appunto, con cui la scrittrice ha raccontato la vita della fotografa statunitense Diane Arbus) ha richiesto un intenso lavoro intellettuale e avevo bisogno di un ritmo diverso. Il titolo richiama la libertà emotiva che volevo raggiungere. La protagonista è una giovane donna che sa di dover chiudere una storia, ma non sa come farlo, non trova le parole giuste. Così inizia a pensare a diciotto storie parallele in cui ogni protagonista deve superare un conflitto. Alla fine, ogni personaggio riesce a trovare la libertà dopo aver visto ciò che ha davanti. In tal senso, possiamo dire che si tratta di un’opera di formazione”.
La scrittrice ha poi parlato delle proprie fonti di ispirazione, citando sia Virginia Woolf che la serie televisiva Desperate Housewife: “Le donne di cui parlo sono a volte rabbiose, altre malinconiche, hanno la speranza oppure l’hanno perduta, ma l’elemento in comune è che sono sempre in cerca di risposte. Del resto, anche noi lo siamo. Scrivendo questi racconti mi sono chiesta spesso dove si trovi la felicità, e queste donne cercano di scoprire proprio questo”.
La professoressa D’Alatri ha definito salvifica la natura descritta da Magda Mangano: “Ho un rapporto conflittuale con la natura” ha spiegato l’autrice, “anche se la amo ne parlo poco, perché preferisco le ambientazioni metropolitane, più complesse, anche se adesso avevo bisogno proprio di ambientazioni diverse”.
Non poteva mancare un confronto tra la narrativa letteraria e quella audiovisiva (sul punto la scrittrice si era già espressa durante l’intervista che ci aveva concesso qualche settimana fa): “Il mondo della fiction è molto diverso da quello letterario, l’unico comune denominatore è la creatività. La narrazione è per me un flusso liberatorio, mentre la scrittura per la televisione segue altre regole. Devo dire, però, che le due diverse forme di espressione si aiutano a vicenda”.
Magda Mangano ha ammesso l’aspirazione di portare uno o più dei racconti della raccolta sullo schermo: “Questo vale anche per altre opere successive” ha aggiunto la scrittrice, “La narrativa è come una catena sempre in movimento, e scrivere porta a scrivere ancora di più”.
Giunto il momento delle domande del pubblico, una lettrice ha chiesto se nasca prima la trama del racconto o l’emozione: “Si parte dall’emozione” ha risposto Magda Mangano, “dalla suggestione che viene da un’immagine o da un dialogo si costruisce poi l’intero mondo narrativo”.
In seguito un’altra spettatrice ha chiesto all’autrice del proprio rapporto con la musica, molto presente in E se ti guardo… vedo farfalle: “Si tratta di un riferimento biografico, sono musiche importanti della mia vita, e inoltre quasi tutte suggeriscono la malinconia che volevo trasmettere”.
Prima dei saluti finali, Magda Mangano è tornata sul concetto di libertà: “Gabbia e libertà sono spesso le facce della stessa medaglia, a volte non si vede l’altro lato delle cose solo perché non ci si crede abbastanza”.