Lillo il marinaio si congeda da Messina, con la demolizione scompare il murale

Lillo il marinaio si congeda da Messina, con la demolizione scompare il murale

Marco Olivieri

Lillo il marinaio si congeda da Messina, con la demolizione scompare il murale

giovedì 21 Settembre 2023 - 07:45

Con i lavori per l'I-Hub, si demoliscono gli ex Magazzini generali e si perde la creazione di Seacreative. Il parere della storica dell'arte Zagone e dell'ex consigliere Russo

MESSINA – Da sei giorni le ruspe hanno iniziato a demolire gli ex Magazzini generali e bisogna dire addio a Lillo il marinaio, creato da Seacreative, ovvero Fabrizio Sarti, nel 2015. Il tutto per il progetto Distrart. Con i lavori per la realizzazione dell’I-Hub, ci si congeda dal murales.

Lillo il marinaio, vicino alla Marittima, “che dà le spalle al mare e porta con sé la nostalgia dell’emigrante, di chi torna a casa dopo una giornata di lavoro, di chi lascia alle spalle la sua stessa ragione di vita per proseguire il cammino portando sotto braccio un pesce, obiettivo della sua stessa giornata” (si legge in un post del 2017).

La storica dell’arte: “Riflettiamo sull’arte urbana”

Osserva la storica dell’arte Mariateresa Zagone: “Nell’ultimo decennio l’arte urbana ha rappresentato una risorsa innovativa ed economica per la valorizzazione delle aree urbane degradate, costituendo un potenziale che ha agevolato la nascita di numerosi eventi dedicati e offerto un’occasione per l’interazione tra artisti, comunità e ambiente. A fronte della diffusione che queste produzioni hanno avuto e dell’interesse crescente dimostrato dalla cittadinanza, si pone comunque il problema teorico della conservazione di queste manifestazioni, tema particolarmente controverso che investe quello più complesso del restauro del contemporaneo, sia per la natura di queste realizzazioni, che per l’indipendenza creativa rivendicata da alcuni autori che mal sopportano eventuali restauri sui propri lavori e ogni altro genere di regolamentazioni”.

Continua l’esperta: “Resta però un fatto, ed è di fondamentale importanza nonché di valore civile: quello di preservare non tanto un’opera d’arte, ma un oggetto che individua una serie di valori nei quali si riconosce una collettività e che pertanto devono essere trasmessi al futuro. L’intervento conservativo diventa così un atto che comporta il riconoscimento di questi principi e la mediazione tra le diverse istanze degli attori chiamati in causa quali l’artista, il restauratore, il proprietario del bene e la comunità (come indica Alessia Cadetti in “Conservare la street art”). Alla luce di queste considerazioni, appare importante iniziare una riflessione consapevole sull’arte urbana, nella convinzione che queste opere si debbano conservare nei luoghi e per le comunità per le quali sono state realizzate. Questo il ruolo della politica, questa l’ indicazione chiara dell’ articolo 9 della nostra Carta costituzionale”.

“È triste vedere cadere Lillo”

A sua volta, così si pronuncia l’ex consigliere comunale Alessandro Russo, del Partito democratico: “I puristi e i critici d’arte sicuramente avranno da ridire – e a livello teorico avranno anche ragione – ma da un punto di vista della qualità di vita urbana, è triste vedere cadere Lillo il Marinaio sotto i colpi della demolizione. È stato triste vedere deperire e sparire il capolavoro di Blu su quegli stessi muri. È triste pensare anche di non vedere più Lillo. Altrove, dove ci si tiene davvero all’arte e alla qualità urbana, architetti, ingegneri e committenti pubblici riescono a “salvare” facciate o parti di facciate degne di essere preservate, inglobandole nelle nuove realizzazioni. Se ne vale la pena, si può fare. E infatti lo fanno (basta fare un weekend a Berlino o a Lisbona)”.

Continua Russo: “Mi si dirà: è il destino della street art. Risponderò: probabilmente lo è per l’artista che la crea e la realizza, probabilmente lo è per il critico d’arte che ci spiegherà che concettualmente l’arte di strada è temporanea. Ma per l’amministratore pubblico che è chiamato a rendere la sua città un posto più bello, avere delle opere d’arte così belle e delicate (pensate al murale di Blu…) e rassegnarsi alla loro sparizione o demolizione senza tentare di preservarle ai fini della qualità di vita della città, perdonatemi, è solo sinonimo di sciatteria e ignoranza. Ennesima occasione perduta di questa città”.

Foto di Maria Cicciò

2 commenti

  1. Nautilus messanensis 21 Settembre 2023 07:51

    Nessun problema: si ridipingono i murales ( come gli attuali, oppure con soggetti diversi) sul nuovo edificio. Se a New York lo hanno fatto (vedi C’era una volta in America …) lo si può fare anche qui.

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  2. Ora partiranno proteste pure per i murales…

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