Limosani: "A cosa servono le Circoscrizioni nell'era della rivoluzione digitale?"

Limosani: “A cosa servono le Circoscrizioni nell’era della rivoluzione digitale?”

Redazione

Limosani: “A cosa servono le Circoscrizioni nell’era della rivoluzione digitale?”

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martedì 19 Febbraio 2019 - 09:13

Il processo di digitalizzazione sta cambiando profondamente il ruolo della Pubblica amministrazione

Di seguito l’analisi del professor Limosani in merito alla querelle sul decentramento amministrativo

A cosa servono le circoscrizioni nell’era della rivoluzione digitale? E non è bastata la querelle politica di qualche giorno fa tra alcuni consiglieri e il Sindaco De Luca per riportare l’attenzione dei cittadini su una struttura che viene percepita di scarsa utilità e verso la quale si manifesta una pressoché assoluta mancanza di interesse.

Due sono le funzioni che svolgono le circoscrizioni; da un lato esse sono uno strumento di partecipazione, consultazione e coinvolgimento dei cittadini e, dall’altro, rappresentano un’articolazione organizzativa dei comuni per lo svolgimento di alcuni servizi e di altre attività amministrative delegate. Ora, riguardo al primo aspetto è innegabile che la partecipazione dei cittadini si sia ridotta alla mera elezione dei propri rappresentanti all’interno dei consigli. Le circoscrizione non sono state un effettivo veicolo di partecipazione anche per via della inefficacia degli strumenti di cui i rappresentanti-Consiglieri dispongono.

Il decentramento ammnistrativo, poi, si è limitato spesso ad un’articolazione minima dei servizi amministrativi di base, come per esempio i servizi di anagrafe, strutture che i processi in corso di digitalizzazione della pubblica amministrazione renderanno ben presto obsolete. Il consigliere di quartiere, inoltre, quasi sempre non riesce a dare risposte alla complessità dei bisogni (scuola, welfare, sanità) perché altri sono i soggetti demandati a risolvere tali criticità; e così la sua attività si esaurisce, nel migliore dei casi, in un’attività di ascolto e, nel peggiore dei casi, in quella di “sbrigafacenne”.

L’Assemblea Regionale Siciliana, con l’approvazione della legge n. 27 del 2015, ha mantenuto in vita le circoscrizioni solo per i comuni di Messina, Catania e Palermo e demandato all’iniziativa del Sindaco e del consiglio comunale il trasferimento delle competenze, la modifica del regolamento sul decentramento amministrativo e la definizione delle risorse finanziarie da destinare alle strutture decentrate.

Alla amministrazione De Luca ed ai consiglieri comunali e di circoscrizioni tocca adesso la responsabilità di informare, comunicare e coinvolgere i cittadini nel disegno di riforma delle circoscrizioni. Un’azione politica che dovrà essere accompagnata da un’approfondita valutazione dei criteri che devono guidare l’amministrazione nell’attribuzione delle competenze; dallo studio di soluzioni tecnico-organizzative innovative che risulteranno più adeguate per fronteggiare i problemi di efficienza; da proposte concrete in grado di rendere effettiva la partecipazione democratica dei cittadini. Un tentativo estremo, dunque, per tentare di rianimare un ente che versa in uno stato di coma profondo e rendere tale struttura funzionale alle esigenze dei cittadini del nuovo millennio.

Michele Limosani

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