Dottoressa che opera nel Milanese torna in città e trova lo scempio nella sua abitazione. I ratti hanno smangiato ogni cosa e deposto escrementi ovunque
Adesso, tutto è sanitizzato. E anche la derattizzazione è stata effettuata. “Prima”, però, in quest’appartamento alle porte del cuore di Reggio Calabria è successo davvero di tutto, a causa di un’allucinante invasione di topi.
Sì, ratti. A ridosso del centro, al quarto piano di uno stabile. Nel 2021.
Esercito di ratti
L’abitazione infestata appartiene alla dottoressa Cristina Luvarà, che esercita nel Milanese la propria professione di medico. Tornata in città, entrata a casa sua, l’ha vista straziata e semidistrutta da un gigantesco blitz di ratti.
Le agognate vacanze sono polverizzate da un esercito di roditori che, penetrato chissà come ed chissà da dove, non trovando cibo ha smangiato ogni cosa.
Divani, pezzi di frigorifero, materassi, poltrone: tutto strappato a morsi (non si può dire “rosicchiato”, vocabolo che presupporrebbe un’azione soft). Coe pure abbigliamento, tappeti, suppellettili. Ed escrementi.
In fuga (da casa propria)
Escrementi in ogni angolo della casa, escrementi ovunque.
Una sola possibilità: far ripulire e sanificare tutto da cima a fondo. E, intanto, trasferirsi a casa di un’amica, impedendo ai familiari di raggiungerla.
Ora, la Luvarà sceglie il suo profilo Facebook per denunciare quella che definisce l’«incuria del sindaco della Città metropolitana di Reggio Calabria nella qualità di massima autorità sanitaria locale». Correlando l’accaduto alla presenza massiccia e per buona misura incontrastata dell’immondizia, vera “padrona” della città da alcuni anni.
Rischi pesanti
I ratti di per sé possono comunque propagare patologie anche letali, dalla temibilissima leptospirosi alla turalemia, al tifo murino, alla più conosciuta salmonella. Nella sua denuncia pubblica a mezzo social, la Luvarà ricorda peraltro anche quanto accadde nel XIV secolo, con la morte nera diffusa proprio dai topi che sterminò un terzo della popolazione d’Europa.
«La politica ha fallito»
«Quando s’arriva a questo, la politica ha fallito», scrive Cristina Luvarà con la (poca) serenità residua, confutando quella che ritiene una palmare «inadeguatezza» nella governance della città.
Scrive, così, una missiva formale al sindaco, al prefetto Massimo Mariani, al direttore del Servizio d’Igiene e sanità pubblica dell’Asp reggina, al commissario della medesima Azienda sanitaria provinciale, al Dipartimento regionale Tutela della salute, alla Protezione civile di Reggio, al capodipartimento della stessa Prociv, al Presidente facente funzioni della Regione, al ministro della Salute Roberto Speranza, al viceministro al settore Pierpaolo Sileri e alla Procura reggina.
E diffida le autorità competenti «ad adempiere a tutti gli interventi atti all’eliminazione di questo stato di degrado». Che, a suo avviso, «per evidente incompetenza e inadempienza non è gestito a tutela dei minimi standard di convivenza civile».