La prima linea di tendenza per la prossima stagione autunnale è poco incoraggiante
La siccità sta diventando estrema in buona parte del territorio siciliano. Nei prossimi mesi, la fortissima radiazione solare, sommata all’aumento delle temperature medie, provocherà un sensibile aumento dell’evaporazione dei suoli, con una conseguente riduzione di portata delle principali sorgenti da cui attingere. Noi di Tempostretto avevamo parlato, già lo scorso inverno, del rischio che si correva in caso di mancate piogge sull’area etnea e peloritana. Qualcuno non credeva ad una degenerazione tale della situazione, eppure fra pochi giorni anche i più scettici (e magari negazionisti del cambiamento climatico) saranno i primi a trovarsi con i rubinetti a secco.
Il ciclo siccitoso rischia di durare ancora a lungo
Questo ciclo siccitoso, che si protrae da diversi anni, non è ancora terminato. Anzi, guardando le prime linee di tendenza per la prossima stagione autunnale c’è davvero da preoccuparsi. Generalmente questi cicli siccitosi possono perdurare anche per oltre 8/10 anni, provocando drastiche riduzioni della portata delle principali fonti idriche. Ciò significa che se non ci saranno cambiamenti significativi nel lungo periodo bisognerà prepararsi ad affrontare uno scenario ben peggiore di quello attuale.
E per poter gestire al meglio quel poco di acqua che ci rimane sarà obbligatorio pensare a un riciclaggio dell’acqua, con l’adozione di una varietà di misure coordinate e l’impegno congiunto di enti pubblici, aziende e comunità locali. Non esistono valide soluzioni alternative.
Allarmanti le tendenze di Ecmwf per il prossimo autunno: una stagione calda e senza piogge?
Quasi tutti i modelli che si occupano di formulare scenari a lunghissimo termine iniziano a prognosticare un altro autunno caldo e secco, avaro di precipitazioni. Lo scenario proposto dal modello di Meteored, che basa le sue valutazioni dal Centro di calcolo europeo Ecmwf, vede una stagione autunnale caratterizzata da temperature molto elevate e precipitazioni ben al di sotto della media climatologica.
Se tale scenario dovesse concretizzarsi la situazione, sul fronte della siccità, rischia di divenire ancora più estrema, coinvolgendo la gran parte della popolazione. Alcuni invasi nella Sicilia centrale e occidentale, senza ulteriori apporti da eventi precipitativi, andranno a prosciugarsi.
Uno spiraglio potrebbe venire dalla Nina?
Da un punto di vista statistico si è visto che le fasi siccitose in Sicilia si sono accompagnate spesso al fenomeno di El Nino, molto intenso nell’area del Pacifico. Il Nino favorisce un rinforzo del flusso perturbato atlantico che pero passa alto di latitudine, con i sistemi frontali oceanici che investono in pieno il centro-nord, lasciando a secco l’estremo sud e la Sicilia.
Nelle prossime settimane sul Pacifico comparirà il fenomeno della Nina, che prenderà piede non prima del prossimo autunno, con effetti a cascata sul resto del mondo. Va detto che alle nostre latitudini la circolazione atmosferica è direttamente influenzata da altri indici, come l’oscillazione nord atlantica (Nao) e l’oscillazione artica (Ao). Ma un Nino o una Nina intensi possono influenzare indirettamente questi indici climatici.
Quindi per sperare in un cambio di circolazione, con l’arrivo delle piovose perturbazioni atlantiche e mediterranee in Sicilia, bisognerà attendere fino all’inizio del prossimo inverno 2024/2025, quando gli effetti di questo cambiamento circolatorio emisferico si propagheranno a cascata in Atlantico e in Europa. Magari con l’apertura di un periodo piovoso, nel cuore dell’inverno, periodo migliore per vedere una ricarica delle nostre falde, data la scarsa evaporazione dei terreni.
Siamo così presi dalle problematiche delle nostre esistenze,che non ci rendiamo conto del danno ambientale che stiamo recando.
E chi ci governa addirittura pensa a fare la guerra!
Siamo una specie vivente, totalmente allo sbando!