L’aula prende tempo. Su MessinaServizi, la liquidazione, la futura gestione da affidare ai privati e su tutto ciò che ruota attorno al delicatissimo e complicato settore rifiuti, il consiglio comunale non vuole avere fretta né decidere sotto pressione. E soprattutto vuole avere ulteriori pareri su quella che dovrà essere la strada da seguire. Perché quello reso dalla Corte dei Conti sull’obbligo di mettere in liquidazione MessinaServizi dopo il fallimento di Messinambiente, in applicazione della Legge Madia del 2016, non ha convinto del tutto l’aula. Così come non aveva convinto appieno neanche l’articolato parere che già prima aveva reso anche il segretario generale di Palazzo Zanca Rossana Carrubba e che andava nella stessa direzione. Insomma, ciò che è emerso dalla seduta serale del consiglio comunale, che si è riunito in via straordinaria proprio per esaminare la questione MessinaServizi, è che l’aula non vuole liquidare su due piedi la sua società rifiuti e anzi vuole capire se l’obbligo previsto dalla legge Madia sia perfettamente applicabile a Messina o se ci potrebbero essere strade alternative.
Per questo, la prima firmataria della richiesta di questo consiglio straordinario, la consigliera Pd Antonella Russo, è stata anche la prima a prendere la parola in aula per spiegare i motivi che hanno portato a questa seduta, i dubbi di una larga parte dell’aula e soprattutto per illustrare l’ordine del giorno che alla fine il consiglio ha votato praticamente all’unanimità con 19 voti favorevoli su 20e la sola consueta astensione del presidente Cardile.
Antonella Russo è partita proprio da quel parere della Corte dei Conti che sembra non lasciare spazio ad altre interpretazioni. E se la risposta dei magistrati contabili è stata letta ed esaminata da tutti così non è stato per il quesito. Insomma, ha chiesto la Russo: «Qual è stato il quesito formulato dal sindaco De Luca?». Un alone di dubbio che in effetti non è stato tirato fuori a caso, visto che nella richiesta indirizzata alla Corte dei Conti, il primo cittadino ha parlato di Messinambiente come di una società in house providing, esattamente come MessinaServizi, nonostante non fosse così. Quindi il sospetto: «Siamo proprio sicuri che ci siano i presupposti di base per la liquidazione in ossequio alla Legge Madia?» ha chiesto la Russo che ha anche sviscerato quali dovrebbero essere questi presupposti che qui sembrano mancare: affidamento diretto dei servizi e totale controllo pubblico della società fallita. Presupposti che, citando la storia di Messinambiente e Ato3, degli affidamenti fatti fino al 2013 all’Ato3 e poi solo con ordinanze contingibili e urgenti, a quanto pare non reggono.
«Siamo qui a domandare. Non elargiamo risposte e non elargiamo certezze. Ma la Corte dei conti queste premesse le sa?». Ecco quindi la richiesta messa nell’ordine del giorno: chiedere un nuovo parere al alla sezione consultiva del Cga. «È un ordine del giorno a salvaguardia dei lavoratori, del consiglio, dell’amministrazione e della città».
Immediata la risposta piccata dell’assessore Dafne Musolinoche insieme al presidente di MessinaServizi Pippo Lombardo è rimasta tra i banchi per il confronto con l’aula. «Bisogna sgomberare il campo dalla confusione di fondo sulle questioni trattate. I pareri del segretario generale e della Corte dei conti non lasciano spazio ai dubbi. Domani stesso la giunta procederà con la delibera di liquidazione, poi spetterà al consiglio decidere. Se poi si vogliono chiedere altri pareri che sia il consiglio a formularli. Le cose che sono successe con il fallimento di Messinambiente non ci hanno riempito di gioia ma ci hanno dimostrato che dobbiamo intervenire e dare risposte ed è ciò che abbiamo intenzione di fare».
Una risposta che non è piaciuta all’aula e che ha scatenato gli interventi di Massimo Rizzo, Piero La Tona, Gaetano Gennaro, Alessandro Russo, Cristina Cannistrà, Giovanni Scavello. Dalla Lega al Pd, tutti indistintamente uniti nel chiedere all’assessore, e quindi all’amministrazione, di non precipitare le decisioni, di riconoscere all’aula il ruolo che merita, di avere più rispetto nei confronti delle richieste e delle posizioni del consiglio, soprattutto di fronte a scelte così delicate.
Durante il dibattito dai banchi del Movimento 5Stelle anche la notizia che in realtà proprio gli esponenti messinesi pentastellati hanno inviato lo scorso 5 dicembre un quesito direttamente al Ministero per provare a chiarire i contorni del caso messinese per una corretta interpretazione della Legge Madia e dunque della sua applicazione. Parere che dovrebbe ormai essere in dirittura d’arrivo.
Ma l’assessore Musolino non ha indietreggiato di un passo durante l’intera seduta, ha parlato di una scelta non politica ma dettata dai fatti giuridici, anche se è chiarissimo a tutti quali fossero fin dalla campagna elettorale le intenzioni di questa amministrazione sulle partecipate e i rifiuti, così come ha sottolineato in un botta e risposta il consigliere La Tona. E anzi, l’aula ha dimenticato di citare uno dei primissimi atti della giunta De Luca all’indomani della sua elezione: le direttive in materia di partecipate che prevedono liquidazione di MessinaServizi e affidamento ai privati dei rifiuti. Ma l’assessore ha ribadito fino alla fine che comunque la giunta darà mandato al dirigente di predisporre la delibera di liquidazione. Solo un minuto prima del voto, quando ormai i giochi erano chiarissimi, un piccolo dietrofront: «Predisporremo la delibera di liquidazione ma aspetteremo i pareri che vorrete richiedere prima di sottoporla al voto dell’aula».
E infatti un attimo dopo l’aula ha votato in modo compatto con 19 voti favorevoli su 20 la proposta di formulare urgentissima richiesta di parere sulla qualificazione giuridica della fallita Messinambiente Spa e sulle sue modalità di gestione del servizio dal 2013 al 20107 (attesa la non configurabilità dell’affidamento diretto del servizio), alla sez. consultiva del Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia, quale supremo Organo amministrativo competente; produrre al Consiglio comunale la richiesta di parere formulate alla sezione di Controllo della Corte dei Conti per la regione Siciliana; a tutela dei livelli occupazionali in essere, valutare, nelle more dell’ottenimento dei chiesti pareri, l’opportunità di sospendere cautelativamente ogni forma di assunzione di nuovo personale presso l’Ente comunale e presso tutte le sue Partecipate, sia già oggetto di bandi emessi sia futuri, fin tanto che non venga fugato ogni dubbio in relazione al mantenimento o meno in vita della MSBC Spa, e quindi alla salvaguardia occupazionale medesima. In più si è aggiunta anche la richiesta di attendere il parere già richiesto al Ministero.
Il time out è stato ottenuto. Adesso non resta che attendere.
Francesca Stornante