ll sindaco-imprenditore a Montagnareale, muro di silenzio agli interrogati. Altri 10 indagati

ll sindaco-imprenditore a Montagnareale, muro di silenzio agli interrogati. Altri 10 indagati

Alessandra Serio

ll sindaco-imprenditore a Montagnareale, muro di silenzio agli interrogati. Altri 10 indagati

giovedì 27 Ottobre 2022 - 10:57

Al vaglio il ruolo di noti professionisti nelle attività della "Famiglia Reale" dei Sidoti

rosario sidoti
rosario sidoti

PATTI – E’ soltanto la punta dell’iceberg il blitz della Guardia di Finanza battezzata Famiglia Reale che ha coinvolto 10 persone a Montagnareale la scorsa settimana, a cominciare dal sindaco Rosario Sidoti, considerato il centro di un sistema imprenditoriale di società gestite e fatte fallire “a scatola cinese”.

Dietro l’operato del primo cittadino imprenditore, però, emerge dalle carte dell’inchiesta, sembra esserci un’articolata rete di professionisti, alcuni molto noti e già coinvolti in altre inchieste, il cui ruolo è ora al vaglio degli inquirenti. Altre 10 le persone iscritte sul registro degli indagati.

Intanto gli arrestati sono andati al confronto col giudice per le indagini preliminari Ugo Molina, che ha firmato i provvedimenti. E che si è ritrovato davanti un muro di silenzio. Tutti, infatti, sia Rosario Sidoti che i familiari, hanno fatto scena muta avvalendosi della facoltà di non rispondere. Adesso i difensori, gli avvocati Ugo Colonna, Sandro Pruiti e Aurelio Francesco Chillemi, valuteranno se andare al “secondo round”, presentando istanza al Tribunale del Riesame.

Gli accertamenti dei finanzieri della Tenenza di Patti, ai comandi del tenente Davide Aquino, nascono da un esposto della minoranza consigliare di Montagnareale. Analizzando le attività del primo cittadino, gli appalti acquisiti dalle ditte dei familiari di Sidoti, gli investigatori coordinati dal pubblico ministero Andrea Apollonio hanno scoperto una rete di società intestate ai familiari ma di fatto, secondo l’Accusa, gestite dal primo cittadino, che fallivano “a catena”, acquisendo commesse per poi trasferire gli introiti dall’una all’altra società create nel tempo. I conti societari venivano poi spesso usati come “bancomat” personali dalla famiglia. Al centro degli accertamenti anche le pratiche presentate alla Regione per ottenere finanziamenti dall’Irfiss.

Associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta e riciclaggio le accuse mosse dalla Procura di Patti, guidata dal procuratore capo Angelo Cavallo, cristallizate nell’operazione scattata qualche giorno fa e che lascia intuire ulteriori sviluppi.

Un commento

  1. Non si parla del partito politico di appartenenza del Sindaco,.

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