La denuncia di quanto sarebbe avvenuto, arriva direttamente dal coordinamento territoriale Uil Poste di Reggio Calabria
LOCRI – “Puoi essere la più brava, preparata, attenta e disponibile, ma se non sei della squadra giusta, sei fuori! ”. “Me lo avevano detto che sarebbero stati i miei ultimi due mesi di servizio! Lo sapevano anche i miei colleghi che mi avrebbero fatto fuori! ”. “Me lo dicevano che mi avrebbero dato cosi tanto lavoro, zone, corrispondenza che non ne sarei uscita viva!”.
“Sono le parole dolenti, che toccano il cuore e che giungono alla nostra organizzazione, la Uil Poste di Reggio Calabria, sotto forma di appello disperato, da parte di un’iscritta, lavoratrice precaria al centro di recapito di Locri, e che noi trasformiamo in denuncia!”. È quanto appunto, denuncia, il coordinamento territoriale Uil Poste di Reggio Calabria, raccontando “la triste vicenda che ha visto protagonista una giovanissima portalettere del centro recapito di Locri, minacciata, vessata, insultata, molestata psicologicamente da chi avrebbe dovuto essere mentore e che si è invece dimostrato carnefice.
Un banale esercizio di libertà, quale quello di rifiutare l’iscrizione a un sindacato, si è trasformato in un vero e proprio incubo per la povera lavoratrice la quale si è vista suo malgrado destinataria di malcelate ritorsioni e addirittura false attestazioni di demerito utili a giustificare valutazioni artificiosamente negative che hanno portato alla conseguente, più che mai ingiusta e ingiustificata, perdita del posto di lavoro! Inutili sono state le rimostranze, inimmaginabili gli sforzi per sostenere carichi di lavoro estremi e vani i tentativi di riconciliazione, ancorché privi dell’elemento essenziale: l’iscrizione a quel sindacato! Tutt’altro invece lo scopo di tanta povertà di spirito e umanità: impartire una lezione a tutti i coloro i quali non avessero ben scelto i colori della propria tessera, ad imperitura memoria! Nelle vesti di sindacalisti, nei panni di lavoratori, ma ancor più di uomini e di padri – continuano i coordinatori provinciali della Uil Poste di Reggio Calabria – siamo esterrefatti da tali abusi, compiuti su ragazzi che si impegnano quotidianamente attraverso il loro lavoro a mantenere alto il nome e la dignità dell’azienda che rappresentano, che cercano di guadagnarsi un posto nel mondo inseguendo quel sogno rappresentato dalla stabilità lavorativa”.
“E’ dirimente la necessità di aprire un’indagine ai vertici aziendali, perché non è ammissibile che l’immagine della nostra azienda venga macchiata dalla scelleratezza di qualcuno che con le sue azioni parrebbe far credere che i rinnovi del personale precario non passino attraverso la mera valutazione delle prestazioni, ma piuttosto attraverso metriche di giudizio arbitrarie e di convenienza. Il sindacato è nato con l’intento di difendere, tutelare e rappresentare i lavoratori, e in nessuna circostanza questi principi possono essere scambiati con la connivenza e con gli interessi privati! La Uil Poste sarà sempre aperta ad accogliere segnalazioni in qualsiasi forma e tramite qualsiasi mezzo, si farà portavoce di tutti i problemi dei lavoratori e delle lavoratrici e denuncerà combattendo per i loro diritti affinché tutti gli uffici e i centri della nostra azienda siano sempre luoghi di lavoro salubri sotto ogni punto di vista» – così concludono.