“La sentenza impugnata deve essere cassata con rinvio alla Corte di Appello di Messina, in diversa composizione, per il corrispondente nuovo esame”
TAORMINA – “La sentenza impugnata deve essere cassata con rinvio alla Corte di Appello di Messina, in diversa composizione, per il corrispondente nuovo esame”. Questa la chiave dell’ ordinanza di trenta pagine della Suprema Corte di Cassazione depositata ieri a seguito dell’udienza dello scorso 30 novembre 2020 e riguardante l’ormai famoso scontro in sede giudiziaria tra il Comune di Taormina e l’impresa che realizzò i parcheggi pluripiano e la galleria di collegamento tra il versante nord e il versante sud del centro storico.
Nel testo dell’ordinanza si legge che il principale motivo del ricorso del Comune di Taormina contro la sentenza della Corte di Appello di Messina, cioè la validità della perizia che quantificava il presunto danno subito dalla Impregilo, è stato accolto dalla Suprema Corte. Infatti, si sostiene, la Corte di Messina ha inteso riconoscere un valore a perizie giurate prodotte dalla stessa impresa, senza un riscontro oggettivo. “Ne consegue – scrive la Cassazione – che la descritta decisione della Corte di Appello di Messina si rivela in contrasto con accertamenti in diritto passati in giudicato, quanto alla inidoneità della documentazione e delle perizie stragiudiziali, avendo affidato il proprio convincimento ad un materiale di prova già definito come «ontologicamente inesistente» dalla pronuncia rescindente di Cassazione del 2010” (pagg. 22-23).
“Si tratta di una decisione che, ancora una volta – spiega il sindaco, Mario Bolognari – dimostra l’evidente errore commesso sia in sede di lodo arbitrale, sia in sede di decisione della Corte di Appello di Messina (sentenza del 26 febbraio 2018). La quantificazione del danno è stata fatta sulla base di una perizia di parte, che non ha valore alcuno. Un passaggio, questo di ieri – prosegue il primo cittadino – che, sebbene non definitivo, allontana lo spettro di una soccombenza del Comune di fronte al colosso Salini Impregilo S.p.A., oggi denominato “Webuild” S.p.A.. Ricordo che la cifra di cui si tratta è ingentissima (anni fa si era giunti a circa 40 milioni, più interessi e valutazioni incalcolabili, ndr) e non potrebbe mai essere affrontata dalle casse comunali, né ora, né in futuro. Ringrazio gli avvocati Andrea Scuderi e Giovanni Giacobbe per la efficace difesa delle ragioni del Comune e per l’impegno con il quale continuano a portarle avanti. Adesso ci prepariamo alla battaglia giudiziaria definitiva, quella dinnanzi alla Corte di Appello di Messina per la terza volta, nella quale bisognerà prendere atto della Ordinanza della Cassazione e della giusta pretesa del Comune di non soccombere di fronte all’impresa più grande d’Italia. Ho fiducia nella giustizia e credo che le ragioni giuridiche, ma anche il buon senso prevarranno.
Il fatto che altri punti del nostro ricorso non siano stati accolti non toglie valore alla decisione della Cassazione – sottolinea Bolognari – in quanto l’accoglimento del primo motivo del ricorso fa cadere l’impalcatura della sentenza e, in particolare, la parte più rilevante della cifra in discussione. Questa notizia ci solleva da una grande preoccupazione e fa sì che si possa continuare a operare per il risanamento finanziario ed economico dell’ente, pur tra le mille difficoltà ormai note a tutti”.