La n/t, proveniente da Napoli, è stata "scortata" in bacino da tre rimorchiatori. Adesso resterà ai lavori fino alla fine dell'anno
Stamani, intorno alle ore 9.30, ha finalmente fatto il suo ingresso in porto il traghetto Logudoro (nella foto), la nave che RFI ha deciso di destinare al rinfoltimento della flotta ferroviaria in servizio sullo Stretto di Messina.
L’unità, trainata dal rimorchiatore Bino, aveva lasciato il porto di Napoli nel pomeriggio di mercoledì dopo aver subito nei mesi scorsi appositi lavori di manutenzione straordinaria. Giunto all’altezza dell’isola di Stromboli, il convoglio ha diminuito la propria velocità passando da 6 a 2 nodi l’ora, probabilmente per evitare di approdare a Messina nelle ore notturne (l’arrivo infatti era inizialmente previsto nel tardo pomeriggio di ieri).
Alle 6.40 di oggi la Logudoro ha raggiunto Capo Peloro dove, a circa un miglio dalla costa, ha sostato 25 minuti fino all’arrivo del Pilota. Alle 7.15 la nave si è immessa nel canale e alle 9.30 ha varcato la “soglia” del bacino falcato abilmente “scortata” da due ulteriori rimorchiatori: il Città di Messina e il Macistone.
Il traghetto si trova adesso ormeggiato presso la banchina dell’Arsenale militare, in attesa di alcune opere di bacino che dovrebbero riconsegnarla alla navigazione non prima dell’autunno.
La n/t Logudoro, varata nel 1988 presso i Fincantieri di Palermo, è da considerarsi l’ultimo investimento delle Ferrovie dello Stato per rinnovare la flotta sulla cosiddetta “rotta Sarda” (soppressa nel 2008) tra Civitavecchia e Golfo Aranci. A differenza delle gemelle Villa e Scilla progettate specificatamente per lo Stretto di Messina, possedeva (prima delle modifiche subite nel porto partenopeo) spazi interni con servizi alberghieri idonei per affrontare più di sette ore di navigazione. Essa inoltre dispone di due motori da 8400 kw (anziché i quattro meno potenti delle gemelle) ed è dotata di un sistema di stabilizzazione più sofisticato e idoneo per il mare aperto.
I lavori di carpenteria navale per l’adeguamento al trasporto merci nocive e pericolose – ai quali, tra il resto, è stata sottoposta – lasciano intendere il ruolo che questa unità potrebbe giocare tra Messina e Villa San Giovanni.
Intanto scadrà l’8 settembre il bando per l’individuazione di un mediatore marittimo per la vendita e/o la vendita a rottame delle n/t Rosalia, Reggio e Mongibello. Se queste operazioni di alienazione andranno a buon fine il naviglio pubblico in esercizio toccherà quota sette unità: quattro destinate al traghettamento ferroviario e solo tre per quello gommato (contro le quindici del principale vettore privato). La nuova nave ferroviaria in costruzione presso i Nuovi Cantieri Apuania di Marina di Carrara, lo ricordiamo, sarà pronta nel 2013. Ma c’è già una indiziata principale per il prossimo “pensionamento”: la n/t Iginia, classe 1969.
(Si ringraziano per la collaborazione il sig. Giovanni Russo, Autore della foto a corredo dell’articolo, e l’associazione FERROVIE SICILIANE)
Un altro ferrovecchio riverniciato.