Lorena Quaranta, da Musolino un'interrogazione al ministro Nordio

Lorena Quaranta, da Musolino un’interrogazione al ministro Nordio

Redazione

Lorena Quaranta, da Musolino un’interrogazione al ministro Nordio

domenica 28 Luglio 2024 - 11:19

Ieri la marcia silenziosa a Furci,. Oggi la senatrice annuncia una presa di posizione nei confronti della Cassazione e le "attenuanti da Covid"

MESSINA, 28 luglio – Grande partecipazione ieri a Furci Siculo alla marcia silenziosa per Lorena Quaranta, vittima di femminicidio. Tra i presenti, la senatrice Dafne Musolino che ha annunciato un’interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia Nordio. A fare scalpore lo “stress da Covid come attenuante”. Lo scorso 21 luglio, infatti, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d’ergastolo ad Antonio De Pace. La Cassazione ha rinviato alla Corte d’Appello di Messina la decisione di rivalutare la condanna all’ergastolo “limitatamente al diniego delle circostanze attenuanti generiche” . E si è trasmesso il fascicolo “alla Corte di Assise di appello di Reggio Calabria, affinché proceda ad un nuovo esame sul punto che, libero nell’esito, sia esente dai vizi riscontrati”.

Da qui la scelta di una marcia silenziosa, di protesta e indignazione civile, organizzata dal Centro Antiviolenza “Al tuo fianco”. Alla marcia hanno partecipato i genitori di Lorena Quaranta, venuti da Favara con la sorella e il fratello della giovane vittima di femminicidio, accompagnati dal sindaco della loro città.

Da parte sua, sottolinea la senatrice Musolino: “La Cassazione ha invitato i giudici a valutare le angosce provocate dalla pandemia come possibile requisito per concedere delle attenuanti generiche che, se confermate, consentirebbero a De Pace di evitare l’ergastolo, con una riduzione della condanna trentennale fino a un terzo. Considerare lo “stress da Covid-19″ come attenuante per il femminicidio comporta un’inquietante apertura verso la possibilità di riconoscere qualsiasi circostanza e relativizzazione della fattispecie al fine di “alleggerire” il regime sanzionatorio specifico approntato dall’ordinamento per un fenomeno tanto odioso quanto tristemente diffuso nel nostro ordinamento. Effetto che offende direttamente la memoria della vittima e di tutte le vittime di femminicidio e che rischia di minare la fiducia pubblica nei confronti di un sistema giudiziario che, grazie anche solo a una acrobazia ermeneutica, viene percepito come indulgente rispetto al reato di femminicidio”

Alla marcia era presenti il sindaco di Furci Matteo Francilia, il sindaco di Favara Antonio Palumbo, tutti i sindaci della fascia jonica della provincia di Messina, i senatori Musolino, Antonio Nicita e Nino Germanà, la deputata nazionale Ella Bucalo e il deputato regionale Giuseppe Lombardo.

“Una sentenza sbilanciata e disattenta”

Secondo la senatrice di Italia Viva, la sentenza della Corte di Cassazione “appare del tutto sbilanciata e disattenta rispetto alla portata, alla dimensione e alla diffusione dei reati di genere (ivi compreso il femminicidio). E dimostra l’inadeguatezza di una sistema giurisdizionale che non solo non appronta percorsi di formazione obbligatori in materia per i magistrati, ma non si preoccupa nemmeno di assicurare una componente femminile all’interno del collegio giudicante. Il tutto quasi a voler sbilanciare il giudizio nella prospettiva tipica del genere che, proprio in quest’ambito, l’ordinamento riconosce come autore tipico della condotta criminosa”.

Alla luce di quanto esposto, pertanto Musolino nella sua interrogazione chiede al ministro della Giustizia “se ritiene opportuno predisporre opportuni percorsi formativi obbligatori in materia di reati di genere per i magistrati al fine di aumentare la sensibilità dei soggetti giudicanti. E se non ritenga urgente adottare iniziative volte a garantire la presenza, all’interno dei collegi giudicanti in materia di reati di genere, di magistrate donne, al fine di incrementare l’equilibrio tra le diverse sensibilità e consentire ai soggetti giudicanti una prospettiva più ampia e completa rispetto al caso a cui sono chiamati a rispondere”.

Aggiunge la senatride: “Occorre garantire che coloro che sono chiamati a interpretare e applicare la legge siano non solo competenti dal punto di vista giuridico, ma anche psicologicamente e emotivamente idonei a svolgere un ruolo così rilevante e delicato”.

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2 commenti

  1. La possibile prossima candidata sindaca a Messina???

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  2. La storia è grave di per sé e purtroppo continua a produrre scenari a dir poco illogici che tra le altre cose testimoniano cosa sia la giustizia in Italia. Certi interventi da parte di taluni soggetti però sono del tutto fuori luogo

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