Lotta alla mafia e donazione del sangue, due facce della stessa medaglia

Lotta alla mafia e donazione del sangue, due facce della stessa medaglia

Alessandra Serio

Lotta alla mafia e donazione del sangue, due facce della stessa medaglia

giovedì 07 Novembre 2024 - 18:45

La Quarto Savona 15 esposta davanti al Tribunale per invitare i giovani a riflettere su lotta alla mafia e donazione del sangue

Messina – Dal sangue versato al sangue donato. E’ questo il titolo esemplificativo dell’evento che ha coniugato lotta alla mafia e donazione del sangue a Messina. L’iniziativa è di Donatorinati della Polizia di stato che, insieme a Policlinico, Vigili del Fuoco  e Università, ha invitato i giovani a donare il sangue, avvicinandoli anche ai temi della legalità attraverso l’esposizione della Quarto Savona 15, la macchina della scorta di Giovanni Falcone e Francesca Morvillo esplosa durante la strage di Capaci, i cui resti sono conservati proprio a Messina, all’autoparco della Polizia.

Lo straordinario e solitario impegno di Tina Montinari

La Quarto Savona 15 grazie a Tina Montinaro, la moglie di uno degli agenti della scorta dei magistrati uccisi il 23 maggio 1992, fa tappa ovunque per testimoniare il caro prezzo che la società paga alla mafia e per l’occasione è stata esposta sul piazzale di giustizia a Messina, tra palazzo Piacentini e il plesso centrale dell’Università dove la moglie di Antonino Montinari, vittima insieme a Vito Schifani e Rocco Dicillo, ha incontrato gli studenti delle scuole messinesi, coinvolgendoli in un emozionante dibattito. “In quella teca ci sono tre vite spezzate – ha detto Tina Montinari – per me è stato un colpo al cuore ma non mi sono mai fermata perché penso sia mio dovere testimoniare e spiegare alle nuove generazioni cosa è capace di fare la mafia”.

Lotta alla mafia e donazione del sangue, due facce della stessa medaglia

Dalla generosità nel donare la vita per la legalità alla generosità nel donare il sangue per aiutare nuove vite il passo è stato breve per i giovani studenti, sensibilizzati nel dibattito tenuto all’Università dove insieme a Tina Montinaro sono intervenuti il comandante della Polizia Stradale di Messina Antonio Capodicasa e il presidente nazionale dell’Associazione “Donatarinati” Claudio Saltari.  Alla fine molti di loro si sono avvicinati all’emeroteca dell’Avis comunale, dove ha operato il personale medico e sanitario di Medicina Trasfusionale, diretta dalla professoressa Eugenia Quartarone, ferma sul piazzale di palazzo Piacentini.

Quarto Savona 15, testimonianza e impegno sociale

“La memoria – ha detto Tina Montinaro ai ragazzi profondamente coinvolti – deve appartenere a tutti voi. La dedizione dei servitori dello stato deve costituire un monito costante all’impegno, al rispetto delle regole, un impegno che è anche impegno sociale. Ecco perché un gesto come la donazione di sangue non può passare inosservato, perché salva altre vite”.

Istituzione ha ruolo di responsabilità

“L’Università – ha detto la rettrice Giovanna Spatari – è impegnata nelle attività di sensibilizzazione per promuovere la cultura della donazione del sangue e della donazione in generale. Giornate preziose e toccanti come quella odierna ci ricordano anche il ruolo di responsabilità che come Istituzione abbiamo proprio nell’orientare la formazione non solo su un piano nozionistico, ma soprattutto sul piano valoriale, quei valori che fanno la differenza nel proprio cammino, sia professionale che di vita”.  

Capaci indelebile nella memoria dei siciliani 

“Quella di oggi – afferma il direttore generale del Policlinico Giorgio Giulio Santonocito – è una giornata carica di significato anche perché la strage di Capaci è impressa in modo indelebile nella nostra memoria di siciliani. Nel 1992 molti di noi, studenti siciliani fuori sede in atenei del Nord, abbiamo sentito la necessità di rientrare perché avevamo la volontà, ciascuno nel proprio piccolo, di contribuire a un cambiamento. Non si può restare indifferenti. Non è indifferente essere qui e non è indifferente un gesto semplice come la donazione di sangue e siamo lieti oggi di essere presenti per testimoniarlo”.  

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