Punto di svolta sulla vicenda dell’inceneritore della Valle del Mela, con il decreto del ministro dell’ambiente Sergio Costa che boccia l’impianto. Ma sul piano giuridico la lotta è ancora aperta.
Conclusa la vicenda dell’inceneritore della Valle del Mela? Il ministro dell’ambiente Sergio Costa firma il decreto con il quale viene espresso parere negativo di compatibilità ambientale, diniego anche all’autorizzazione integrata ambientale.
Una vittoria per i tanti comitati contrari, che nel corso degli ultimi 4 anni si sono tanto battuti affinché l’impianto non venisse realizzato. Nel corso del tempo sono stati sempre più i consensi registrati sul fronte del No, con la presa di posizione anche da parte degli amministratori del territorio.
“Si chiude un capitolo buio nella storia della valle del Mela che ha visto il tentativo, per fortuna respinto con coraggio e determinazione, di far subire a questo territorio ed ai suoi abitanti ulteriori affronti e veleni per il profitto di pochi –dichiarano con una nota i portavoce del comitato dei cittadini contro l’inceneritore del Mela- E’ stato decisivo il ruolo del presente governo e dei suoi esponenti locali, che hanno fatto si che il progetto dell’inceneritore presentato da A2A nel 2015 venisse definitivamente bocciato. Ma rilevante è stato anche il divieto posto dal Piano Paesaggistico dell’Ambito 9, la cui approvazione, avvenuta nel dicembre 2016 per mano dell’allora assessore regionale Vermiglio, è stata chiesta a gran voce dai comitati, le associazioni e le amministrazioni del territorio”.
Ma se sul piano amministrativo i giochi possono ormai dirsi chiusi, la lotta resta ancora aperta sul fronte giuridico. Presso il TAR del Lazio è infatti già pendente un ricorso di A2A, mentre presso il TAR di Catania rimangono pendenti decine di ricorsi, tra cui quelli di A2A e della Raffineria di Milazzo, contro il piano paesaggistico.
“Per scongiurare ogni pericolo, anche futuro, andrebbe affrontato alla radice l’interesse dei vari gruppi privati come A2A a piazzare inceneritori in tutta Italia –ha aggiunto il comitato- Le normative comunitarie e nazionali prevedono che la gestione dei rifiuti avvenga prioritariamente mediante il riciclaggio ed il compostaggio, anziché l’incenerimento. Eppure gli incentivi statali vanno più all’incenerimento che al riciclaggio. In questo modo la carenza di impianti di riciclaggio e compostaggio, specie al Sud, difficilmente potrà essere colmata mentre continueranno i tentativi dei gruppi privati di costruire altri inceneritori, sebbene in contrasto con le direttive europee”.
I portavoce del gruppo hanno quindi concluso auspicando l’eliminazione degli incentivi statali per gli inceneritori, in favore di un sistema che privilegi il riciclaggio e uno smaltimento di rifiuti sostenibile per il territorio.
Una questione ancora non del tutto conclusa, dunque, della quale si continuerà sicuramente a parlare ancora nel corso dei prossimi mesi.
Salvatore Di Trapani