Prima dell’appalto triennale aggiudicato lo scorso giugno alla ditta Aristea, il servizio affidato a due ditte di Barcellona: la Gramey Srl e la Ca.Ti.Fra Srl
Il problema della pubblica illuminazione cittadina continua a fare discutere, con un dibattito aperto sui profili occupazionali e sulla qualità del servizio. Nel primo caso la questione è legati alla situazione dei dipendenti dell’ex-ditta Schipani, per anni “titolare” del settore della pubblica illuminazione. Dei lavoratori, infatti, nonostante le promesse e le previsioni contrattuali, solo sei sono stati riassorbiti, la restante parte, la più numerosa, rimane in attesa di notizie. Quelle che negli ultimi giorni i dipendenti, accompagnati dal segretario della Fim Cisl, Antonino Alibrandi, hanno provato a chiedere all’amministrazione che però no ha ancora dato risposta, esattamente come fatto, anzi come non fatto, dalla ditta l’Aristea Service Soc. Cooperativa Arl Smail Spa (gruppo di Ferrara). Nelle prossime settimane si attende un incontro.
L’altro aspetto da prendere in considerazione è invece quello della qualità del servizio reso alla cittadinanza, necessario eppure intermittente. Impossibile fare un conteggio esatto dalle richieste giunte agli uffici, sia comunali che di circoscrizione (senza considerare le “chiamate dirette”) per pali non funzionanti, lampadine assenti o fulminate. In molti casi e in molti giorni, numerose strade sono rimaste al buio, quasi la gestione del servizio non fosse mai stata assegnata. E veniamo al punto “x”, perché le gare ci sono state e lo dimostrano le somme investite. Prima dell’appalto di durata triennale, vinto, come detto, dall’Aristea, ne sono state espletate altre due: la prima con base d’asta 50 mila euro, assegnata con procedura a cottimo per 37 mila euro e aggiudicata alla Gramey Srl, ditta di Barcellona Pozzo di Gotto; la seconda base d’asta 600 mila euro, assegnata con pubblico incanto per 474 mila euro e aggiudicata alla ditta Ca.ti.Fra Srl, sempre di Barcellona Pozzo di Gotto.
Basta un rapido calcolo per verificare come nel solo 2011, per la pubblica illuminazione, prima dell’aggiudicazione all’Aristea, sono stati spesi, fra le due precedenti gare, oltre 500 mila euro. Cifra che deve far riflettere non tanto per l’importo in sé, (non ci soffermiamo sulle “origini geografiche” delle ditte), quanto per il fatto che ad esso non sia corrisposta altrettanta efficienza o qualità. E lo affermiamo come cittadini. (ELENA DE PASQUALE)
L’altro giorno ho dovuto segnalare un palo pericolante in Via Garibaldi il cui corpo luminoso era totalmente staccato e penzolante in aria, tenuto dal cavo elettrico che lo alimentava. Fortunatamente lo hanno aggiustato, ma se fosse caduto molto probabilmente avrebbe potuto creare molti danni visto è in un tratto frequentato dai pedoni.
l’altro giorno c’era il viale gazzi tutto illuminato peccato fossero le 14:20…
Ragazzi da qualche anno sti “baccialunisi” ci stanno invadendo; non bastavano i catanesi e i palermitani a toglierci il lavoro… ci mancherebbe che si pigliassero pure il Messina….
Bravissima Elena De Pasquale, che finalmente mette in relazione la scarsa qualità con l’alto costo dei servizi resi e pagati dai messinesi. Finalmente da una lezione di trasparenza ai consiglieri comunali, perchè toccherebbe a loro farci conoscere quali sono le ditte che lavorano per il nostro Comune. Dovremo ritornare, come TempoStretto, sulle gravi responsabilità dei dirigenti e degli assessori di palazzo Zanca,per il mancato raggiungimento di quasi tutti gli obiettivi di una sana ed efficace amministrazione.
Se ai 500.000 euro scoperti dalla cronista di TempoStretto, aggiungiamo gli oltre 2.500.000 euro aggiudicati dalla cooperativa di Ferrara,come ci fecero sapere i sindacati della vertenza Schipani,siamo oltre i 3.000.000 di euro PER STARE AL BUIO,o vogliono crearci l’atmosfera delle cene a lume di candela. Non posso credere che a Messina non ci sia uno straccio di imprenditore messinese del settore elettrico o edile, più competitivo della cooperativa di Ferrara,che ha vinto con sbalorditivo un ribasso vicino al 50% (forse sarebbe il caso che uno straccio di consigliere Comunale,nella sua attività ispettiva,chiedesse spiegazioni al dirigente).Imprenditori messinesi sicuramente in possesso di macchine elevatrici e di operai già in forza alle loro aziende, quindi con ridotto costo del lavoro, e rispetto alla cooperativa di Ferrara non hanno trasferte per i loro operai.Ricordo agli imprenditori messinesi che esiste la flessibilità nella organizzazione del lavoro.
La stampa messinese e TempoStretto in particolare,dovrebbero mordere le caviglie dei DIRIGENTI di palazzo Zanca,che senza voler generalizzare,sono una palla di piombo ai piedi dei messinesi.
Ma com’è che noi cittadini vediamo e segnaliamo, e i vigili urbani ecc.non vedono e non segnalano niente? Tra i tanti dipendenti(pubblici e della ditta incaricata) non dovrebbero esserci persone addette a rilevare problemi e disservizi e a provvedere?