Ludopatie, alla fine il Consiglio regionale ha detto "sì"

Ludopatie, alla fine il Consiglio regionale ha detto “sì”

Mario Meliado

Ludopatie, alla fine il Consiglio regionale ha detto “sì”

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venerdì 23 Dicembre 2022 - 08:03

Ulteriore emendamento Graziano-Comito: stop alle sale-gioco dalle 24 alle 9 e dalle 12,30 alle 14,30. Ok alla manovra finanziaria da quasi 6 miliardi

REGGIO CALABRIA –Il Consiglio regionale licenzia la manovra finanziaria da quasi 6 miliardi di euro. E, dopo polemiche talmente infinite da essere destinate a non esaurirsi con la seduta conclusiva d’Aula…, approva anche la controversa normativa sulle sale-gioco.
Una sessione di lavori durante la quale perfino atti fondamentali come rendiconto 2021, nuovo previsionale e Legge di stabilità non sono stati contrastati “al coltello”, anche se certamente da consiglieri come il presidente del Gruppo misto Amalia Bruni e il piddino Ernesto Alecci, il capogruppo pentastellato Davide Tavernise o l’altro dèm Raffaele Mammoliti non sono mancate censure nel merito.

Ok alla manovra da quasi 6 miliardi di euro

Per rifarsi ad Alecci, in particolare, nel Documento economico-finanziario «ci sono soltanto 28 righe sul Pnrr, quel Piano nazionale di ripresa e resilienza che dovrebbe essere il pilastro dello sviluppo della Calabria nei prossimi anni» e, al tempo stesso, in manovra non c’è traccia dei 56 milioni di euro destinati all’occupazione degli over 50, «che non solo non sono stati spesi, ma non sono stati neanche impegnati», ma soprattutto «la spesa per i non-autosufficienti è ferma al 2015», sette lunghi anni di ritardo.

Posto che dall’assessore al Bilancio – ossia il vicepresidente della Giunta regionale Giusi Princi – l’Aula non ha sentito una parola sull’intera manovra finanziaria, a queste e ad altre censure emerse nel corso del dibattito il presidente della Seconda Commissione consiliare “Bilancio” Antonio Montuoro (Fdi) ha risposto con l’ironia: «Capisco che avete una fiducia così grande nelle nostre capacità da ritenere che questa manovra potesse risolvere tutti i problemi della Calabria, ma purtroppo non è così»,  e via a ricordare non solo le criticità perduranti, ma anche i nodi che questi e altri provvedimenti dell’Amministrazione regionale nel suo complesso stanno contribuendo a sbrogliare.
I provvedimenti di natura economico-finanziaria, tuttavia, passano con l’astensione della minoranza.

Ludopatie, nuovo emendamento Graziano-Comito

Lì dove l’opposizione fa “lotta dura senza paura” è invece il provvedimento successivo: le controverse modifiche alla legge anti-‘ndrangheta.

Considerate insufficienti le tutele per i cittadini – e in particolare per i giovani – calabresi garantite dal maxiemendamento apposto dal neocapogruppo leghista Giuseppe Gelardi in Prima Commissione “Affari istituzionali” (presidente, la meloniana Luciana De Francesco), le misure sulle sale-gioco hanno ricevuto giusto ieri mattina un’ulteriore robusta modifica firmata in tandem da Giuseppe Graziano (Udc) e da Michele Comito (Forza Italia), presidente della Terza Commissione “Sanità”. Alla chiusura da mezzanotte alle 9 del mattino, s’aggiunge la chiusura di tutte le sale slot anche dalle 12,30 alle 14,30; questo, nella speranza che tale misura scongiuri l’affollarsi delle sale gioco di studenti che più o meno in quella fascia lasciano le proprie scuole per fare ritorno a casa.

Dalla minoranza contestazioni durissime

Ma le forze di minoranza non vogliono sentirne neanche parlare; alla fine voteranno contro – anche se evidentemente il provvedimento passerà ugualmente, coi voti della maggioranza –, preannunciando un contrasto a questa «legge ingiusta» che «non può fermarsi alle mura di Palazzo Campanella, ma proseguirà con iniziative sul territorio e nella società».

Un momento dell’intervento di Amalia Bruni

Amalia Bruni, in particolare, richiama le indicazioni giurisprudenziali di Tar e Consiglio di Stato che identificano l’«equilibrio» tra contrapposte esigenze di tutela di chi rischia l’esposizione alle ludopatie e dei 5mila / 8mila addetti occupati nel settore in un’apertura quotidiana delle sale per un totale di 8 ore «purché non consecutive e non notturne».

E invoca il distanziometro, rammentando che dov’è stato applicato non ha causato la chiusura di nessun esercizio, ma soltanto una flessione nel volume del gioco; aggiungendo che vanno maggiormente tutelati i locali che non sono ‘solo’ sale-gioco ma hanno ‘anche’ un angolo dedicato alle slot machine, che certamente proseguirebbero nelle loro attività principali. «A fronte di famiglie che s’indebitano a livelli mostruosi la maggioranza sceglie d’approvare la legge “a colpi di machete” – protesta la Bruni –, spacciandola come una normativa a costo zero per la Regione. E invece no: perché ci saranno da sostenere gli ingenti costi per curare nuovi degenti, i futuri nuovi malati da gioco patologico. Assumiamoci le nostre responsabilità: noi l’abbiamo fatto, e non smetteremo di protestare».

«Alzi la mano chi ha un parente che frequenta slot e ne è felice»

Toni veementi poi riscontrati, in particolare, nell’intervento del piddino Ernesto Alecci, che ha anche provocatoriamente invitato gli esponenti di maggioranza ad «alzare la mano se hanno qualche parente che frequenta le sale-gioco e ne sono felici». E ovviamente nessuno se n’è dichiarato lieto… Questo anche perché, ha osservato tra l’altro Alecci, non ci stiamo riferendo a luoghi d’aggregazione, in cui ci si parla e si spendono sorrisi, «ma luoghi tetri, in cui l’unica relazione è tra il singolo utente e la “macchinetta”, caratterizzati da musiche e colori studiati appositamente al solo scopo di far spendere di più, giocare di più, portando alla rovina intere famiglie».

Consiglio regionale 22.12.2022

Severe, tuttavia, le repliche di Michele Comito (che ha più volte ribadito che i profili patologici del gioco vanno approfonditi in Commissione Sanità, ricordando che presto la Commissione da lui presieduta indirà una serie d’audizioni ricollegabili a tutte le dipendenze e non solo a quella da gioco) e soprattutto del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso.

Che s’è largamente assunto la paternità della normativa incardinata ricordando non solo che l’approfondimento è poi effettivamente servito a sfornare un articolato migliorativo nel senso indicato da opposizione, associazioni e Conferenza episcopale calabra, ma pure che andava comunque tutelata pure la sussistenza delle imprese e delle migliaia di occupati calabresi nel settore del gioco legale.

Anche il Governatore calabrese Roberto Occhiuto è intervenuto, soprattutto per sgombrare l’ipotesi che il suo sia stato un «atteggiamento pilatesco»: in realtà, ha spiegato, «è rispetto delle prerogative del Consiglio, così come i consiglieri hanno imparato a rispettare le mie, anche perché ormai sanno che se venissero da me a “suggerirmi”, ad esempio, qualche nomina sarebbero respinti con perdite».

Una gaming-free zone in Calabria pare impossibile

In definitiva, poco coraggio?
Secondo il centrosinistra, assolutamente sì. Per il centrodestra assolutamente no, anzi: la Calabria “purtroppo” non può essere una sorta di gaming-free zone perché la materia la disciplina il Parlamento «e sono intollerabili certi falsi moralismi: lo Stato dal gioco legale, ogni anno, drena otto miliardi e mezzo di euro – hanno rilevato prima Mancuso e poi Occhiuto –. Né risultano banditi altri segmenti che oggettivamente espongono milioni di persone a possibili dipendenze, dall’alcool al fumo, e che garantiscono somme enormi all’Erario».

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