Testo spedito in Prima Commissione per la revisione. Eletti i Garanti. "Prima" per Calabrese e Staine, Muraca e Mannarino subentrano a Irto e Orsomarso
REGGIO CALABRIA – La seduta di ieri, lunedì 12 dicembre, del Consiglio regionale ha avuto termine intorno alle 19,15. Era iniziata nel primo pomeriggio – con circa tre quarti d’ora di ritardo – mentre tutti si chiedevano soprattutto una cosa: ma come finirà con le contestatissime modifiche alla legge anti-‘ndrangheta?
Ludopatie, secco rinvio alla Prima Commissione
Dopo settimane di polemiche al calor bianco, strigliate della Conferenza episcopale calabra, “guerra fredda” col capogruppo della Lega e neoparlamentare Simona Loizzo che aveva fatto sapere che non avrebbe supportato un articolato che concretamente avrebbe offerto minor tutela contro le ludopatie, è stato il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso a liquidare la faccenda – dopo la riunione di centrodestra che ha preceduto i lavori d’Aula – con poche battute.
«Atteso il ritiro dei consiglieri proponenti – così Mancuso -, e alla luce della richiesta d’audizione del presidente dell’Anci, s’è deciso di rimandare il testo alla Prima Commissione “Affari istituzionali” per audire il presidente dell’Anci e chi ne farà richiesta questa settimana, perché intendiamo riproporla al più presto e comunque, obbligatoriamente, entro la fine dell’anno».
…Questo il senso politico della seduta: rinvio tattico dell’articolato in Prima commissione. Dove un maxiemendamento del leghista Giuseppe Gelardi, presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta, dovrebbe fornire una “revisione profonda” del testo.
Ecco Calabrese e Staine (e le new entry Muraca e Mannarino)
Per il resto, prima seduta d’Aula per i neoassessori Emma Staine e Giovanni Calabrese.
Al neosenatore dèm Nicola Irto subentra l’ex assessore comunale reggino Giovanni Muraca, che presto però potrebbe essere raggiunto dall’interdittiva annuale dopo la condanna nel “processo Miramare”.
A sorpresa, non solo dimissioni ma anche surroga sùbito per il neosenatore meloniano Fausto Orsomarso, cui subentra Sabrina Mannarino (e c’è anche una qualche timida protesta del capogruppo dèm Mimmo Bevacqua, che non può non rilevare come per Irto la procedura sia stata diversa).
Lo Schiavo nel Gruppo Misto
Lascia il gruppo de Magistris Presidente Antonio Lo Schiavo, che abbraccia il Gruppo Misto con una componente autonoma, Liberamente progressisti. Lo sguardo è verso la sintesi col Partito democratico e il centrosinistra; ma rimane l’ottima sintonia con Ferdinando Laghi e l’idea di continuare a lavorare insieme, come ribadito da entrambi.
Dagli sbarchi agli occupanti abusivi di case popolari
Il Consiglio ha avuto inizio con l’arringa del presidente Mancuso sugli sbarchi. «Siamo dinanzi ad una condizione di crescente disagio, che esige senz’altro dall’Europa un’attenzione coerente con gli impegni enunciati ogniqualvolta la questione migranti s’impone nel dibattito pubblico. È necessario che l’Europa si adoperi per assicurare un equo ricollocamento degli arrivi e si doti di una strategia di contenimento della fuga dalle aree svantaggiate. In attesa che si garantisca anche il controllo capillare di chi giunge in Italia, perché non finisca nel limbo dell’emarginazione o nelle grinfie della criminalità, sento il dovere – così il presidente d’Assemblea – di esprimere il ringraziamento del Consiglio regionale a Comuni, Prefetture, Croce Rossa, Protezione Civile, Capitaneria di Porto e associazioni che in Calabria fronteggiano, con un forte spirito di solidarietà, le problematiche umane, sanitarie e sociali di un fenomeno così complesso».
Divide la regolarizzazione delle occupazioni d’alloggi popolari senza titolo, che la maggioranza riesce a far passare: Amalia Bruni vota contro un provvedimento che reputa la legittimazione della “legge del più forte”; astensione per Lo Schiavo e il piddino Raffaele Mammoliti, voto a favore per il pentastellato Francesco Afflitto. Scaramucce anche sul riordino degli uffici della Giunta: secondo la maggioranza, che lo approva, farebbe risparmiare oltre 170 milioni di euro.
La contesa su protesi tricologiche e Banca dei capelli
Ok corale, invece, sulle mozioni con cui le consigliere Luciana De Francesco e Pasqualina Straface chiedono interventi per le coste flagellate dagli eventi alluvionali delle scorse settimane.
Coda di discussione sui 200mila euro stanziati per le protesi tricologiche per i pazienti oncologici affetti da alopecia. A differenza d’altri esponenti di minoranza, Bruni voterà “no” da un lato perché le stesse risorse avrebbero potuto finanziare il trattamento con gli speciali caschi che eliminano il problema alla radice, non causando la caduta dei capelli nei pazienti pur sottoposti a chemioterapia; e poi per i ritenuti problemi di gestione della futura “Banca regionale dei capelli”, in particolare risultando poco comprensibile «quale sia il senso d’attivare la raccolta di capelli se poi si stanziano soldi pubblici fino a un massimo di 300 euro a parrucca per l’acquisto di parrucche artificiali».
Garanti: eletti Stanganelli, Muglia e Marziale (al bis)
Mentre all’esterno la ditta incaricata allestisce l’albero di Natale di Palazzo Campanella, nell’aula “Francesco Fortugno” la seduta consiliare si chiude col voto sui garanti: eletti con 17 voti Bianca Maria Stanganelli (Salute), con 18 sì Luca Muglia (Diritti dei detenuti) e – solo in quarta votazione – rieletto a Antonio Marziale (Infanzia & Adolescenza), a sua volta con 18 suffragi a favore.