Dal 4 al 6 dicembre, arriva al Consiglio d’Europa dall’Università di Messina il professore Alessio Plebe, del Dipartimento di Scienze cognitive, psicologiche, pedagogiche e degli studi culturali, per parlare di intelligenza artificiale.
Boston, Cambridge e Helsinki, esperti da tutte le parti del mondo si riuniscono, dal 4 al 6 dicembre, a Strasburgo al Consiglio d’Europa (il primo giorno al Palais de l’Europe, gli altri due all’European Youth Centre), in occasione della conferenza “L’Intelligenza Artificiale e il suo impatto sui giovani”, e tra di essi è presente anche Messina.
A rappresentarla è il professor Alessio Plebe, del Dipartimento di Scienze cognitive, psicologiche, pedagogiche e degli studi culturali dell’Università di Messina, professionista da 27 anni nell’ambito delle intelligenze artificiali.
A proporlo e volerlo fortemente è stato Fabrizio Provenzano, stagista messinese presso l’Istituzione Europea che si occupa di Democrazia, Stato di Diritto e Difesa dei Diritti Umani, il quale interessandosi, in tale circostanza, della ricerca degli esperti nel settore, della selezione di alcuni partecipanti e di strategia comunicativa, ha scelto di valorizzare l’eccellenza della sua città.
Durante la conferenza saranno diverse le tematiche affrontate, quali la comprensione e la costruzione di una base comune riguardante la relazione e le interazioni quotidiane tra Intelligenza Artificiale e giovani; la riflessione sul ruolo, l’impatto e le opportunità dell’Intelligenza Artificiale nel settore giovanile, specialmente in relazione alla partecipazione democratica di tutti i giovani nelle politiche e nel mondo del lavoro; l’identificazione dei settori; proponendo, così, soluzioni da trasmettere al Consiglio d’Europa e al suo settore giovanile, per incentivare il ruolo dell’Intelligenza Artificiale e la sua potenzialità.
L’intervento di Plebe verterà, appunto, sull’importante influenza che l’intelligenza artificiale può avere sul futuro dei giovani, in particolare intorno al delicato tema inerente l’accesso ai loro diritti sociali e al mondo del lavoro.
A riguardo, così, scrive il professore in uno dei suoi articoli: “Una delle promesse più ambiziose dell’Intelligenza Artificiale riguarda la progressiva liberazione dal lavoro, soprattutto dalle tipologie di lavoro meno gratificanti e più faticose. Di contro, si assiste in questi anni a un paradosso: la proliferazione di un nuovo lavoro emerso proprio dalle esigenze dell’IA, una tipologia di lavoro al cui confronto potrebbe sembrare piacevole persino passare giornate a serrare bulloni o raccogliere cotone”.
Un grande orgoglio per la nostra città.