L'Università va al voto tra il caso Cuzzocrea e un futuro da costruire

L’Università va al voto tra il caso Cuzzocrea e un futuro da costruire

Marco Olivieri

L’Università va al voto tra il caso Cuzzocrea e un futuro da costruire

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mercoledì 22 Novembre 2023 - 18:40

La corsa dei tre candidati rettori, le indagini della Guardia di finanza, i punti di vista di Limosani, Moschella e Spatari

MESSINA – L’Università va al voto nell’incertezza. Domani giovedì 23 novembre la prima votazione. L’economista Michele Limosani, il costituzionalista Giovanni Moschella e la medica del lavoro Giovanna Spatari in corsa per la carica di rettore o rettrice. A pesare su queste elezioni è il caso Cuzzocrea, con le sue dimissioni. È affidato alla sostituta procuratrice Roberta La Speme il fascicolo d’inchiesta nato dall’esposto del senatore accademico Paolo Todaro sulla gestione dell’ex rettore. Indagine che è entrata nel vivo con l’acquisizione di atti al Rettorato. Per tre giorni la Guardia di Finanza ha portato via documenti dal plesso centrale di UniMe, in particolare incartamenti relativi alle spese.

I tre candidati hanno faticato all’inizio, ma in parte ci sono riusciti, a riportare il dibattito sui temi del futuro dell’Ateneo e sulle loro proposte progettuali.

Limosani: “Non ho condiviso le politiche di gestione del rettore Cuzzocrea”

Ha dichiarato a Tempostretto il direttore di Dipartimento di Economia Limosani: “Durante questi anni, non ho condiviso il modus operandi e le politiche di gestione proposte dal rettore Cuzzocrea. Una governance e una gestione in cui è mancato il confronto, il rispetto per le persone e per le regole (l’ex rettore ha rivendicato la regolarità delle proprie scelte, n.d.r.) e, qualche volta, per le istituzioni. Di fronte a tutto questo ho espresso il mio dissenso. Io non sono il candidato di una parte o di una persona. Sono interprete di un progetto che ha trovato il sostegno di diverse sensibilità, di una comunità plurale, a più voci. Non possiamo ignorare quello che sta accadendo. La crisi di reputazione. La perdita d’immagine e di credibilità. Il danno d’immagine è incalcolabile e non possiamo fare finta che non sia successo niente. Qualcosa non ha funzionato. Abbiamo grande tradizione e grande cultura. Dobbiamo recuperare la memoria storica del contributo che la nostra Università ha dato alla realtà sociale e abbiamo le risorse umane per affrontare queste sfide”.

Moschella: “Basta al metodo dello scontro all’interno dell’Università, sì al dialogo”

Ha affermato a sua volta l’ex prorettore vicario Moschella: “La mia candidatura riconosce quello che di buono è stato realizzato in oltre cinque anni di rettorato. Ma, nello stesso tempo, c’è una distinzione rispetto a un metodo che si è affermato all’interno dell’Università. Quello della contrapposizione, dello scontro. E che induce purtroppo buona parte dei colleghi a doversi schierare in un senso o nell’altro. Io credo che questo non sia positivo per l’Università. Il professore Cuzzocrea avrà modo di fugare i dubbi sul suo operato. Al tempo stesso, devo dire che non apprezzo questo modo a volte strumentale di utilizzare determinate vicende ai fini elettorali. Bisogna avere la capacità di rivedere alcuni aspetti all’interno dell’organizzazione del governo dell’Ateneo. Soprattutto penso a una più netta distinzione tra l’attività degli organi di governo e l’apparato amministrativo. E ho lasciato la governance anche per una mancanza di collegialità nelle scelte strategiche. In più, gli altri soggetti istituzionali, come i dipartimenti, vanno coinvolti di più nei processi decisionali. Il dialogo e la partecipazione potranno essere un freno alle distorsioni che possono determinarsi nella gestione dell’amministrazione universitaria”.

Spatari: “Punterò sui giovani, la didattica e la ricerca scientifica”

Da parte sua, l’ordinaria di Medicina del lavoro Spatari ha sottolineato alla nostra testata: “Io rivendico la mia storia all’interno della governance. Sono diventata prorettrice di quest’Ateneo nel 2020, come figura tecnica di riferimento su temi come welfare e politiche di genere. Temi che hanno accompagnato il mio percorso professionale. Ricordo pure la gestione durante la pandemia e, come medico del lavoro, ho dato un contributo a questa comunità. Mi pongo come candidata di me stessa. Io porterò la mia storia al servizio di UniMe, se sarò eletta. Il mio percorso di prorettrice, il mio impegno nell’ambito delle politiche di genere e contro ogni discriminazione. Non posso essere identificata come emanazione di un gruppo organizzato, seppure sia lieta che in tanti mi sostengano. Valorizzerò i risultati positivi di questi anni ma con il mio stile e il mio profilo personale. Bisogna partire da quanto fatto nel passato, più o meno recente, e puntare sui giovani, che nella mia visione sono centrali. Attraverso i concorsi occorre implementare la possibilità di trattenere qui belle menti. Didattica, ricerca scientifica e attività con proiezioni sul territorio vanno valorizzate”.

Foto di Franco Maricchiolo per gentile concessione.

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Un commento

  1. Il vero futuro è la chiusura di un’Università inutile e dannosa economicamente per Messina. Quando lo capirete sarà troppo tardi.

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