Se le leggi, almeno a livello locale, le facessero psicologi e sociologi, non ci sarebbero problemi. Se, prima di avere un’alzata d’ingegno sulla viabilità, si conoscesse bene il territorio e il popolo che lo abita, non si scatenerebbero polemiche. Il Messinese non sa cosa farsene dell’isola pedonale, delle fioriere, delle aiuole, del tram e compagnia bella. Egli vive un rapporto simbiotico col proprio mezzo di locomozione. È un legame viscerale, non strumentale: le ruote sono le sue gambe, il clacson la sua voce, il braccio fuori dal finestrino è un messaggio al mondo, eccomi, io sono quest’auto (anche se mi mancano 46 rate).
A che pro un’isola pedonale, dunque? Volete violentare questo legame, spezzarlo e lasciare una persona amputata, mozza? Finiamola con i sondaggi sui social, che a far vincere i pro isola sarà Donna Pamela con i suoi 1000 account della famiglia Caltagirone. Il Messinese si sposterebbe con l’auto dal salotto alla camera da letto se potesse. Bacerebbe la moglie sul divano, prenderebbe le chiavi e monterebbe sul mezzo augurando buonanotte con la mano dallo specchietto retrovisore. E vorreste che per comprare un paio di mutande, o prendere il caffè da Santoro, trovasse parcheggio, grattasse tagliandi, scaricasse app, camminasse, ecc… Fatela finita.
Ci fossero poi, sti parcheggi. Scarseggiano, grazie anche alle vostre isole. Giorni fa ho avuto un colpo di fortuna. Niente angoli, niente ruote sul marciapiede, niente doppia fila. Ho persino trovato un vecchio gratta e sosta stampato nel 2017, in mezzo ai cd scoloriti dei successi anni 80 che tengo in macchina. Mi sono sentita una cittadina modello, col petto gonfio di orgoglio per il mio senso civico. Un’ora dopo non vedevo più la mia auto. Era nascosta da un suv in doppia fila. Sono riuscita, grazie alle mie doti ginniche, ad incunearmi e a raggiungere il mio clacson con il quale ho comunicato attraverso il codice Morse il mio disappunto a tutto il circondario. È uscito un tizio da un negozio di Parrucchiere per uomo, con un paio di forbici in mano. Credevo volesse aiutarmi a bucare le ruote del suv per vendetta. Invece, mi dice che il proprietario era proprio a metà del taglio e non poteva certo rischiare la mancata riuscita della sfumatura per farmi uscire dal parcheggio. Non mi dilungherò a raccontare l’esito della vicenda. Ma invito a riflettere sulla solidarietà per i nostri concittadini, un bene che dovremmo coltivare più dei gerani delle fioriere.
La passeggiata noi la facciamo con la macchina. Con la bella compilation masterizzata addamanera, i finestrini aperti a fare corrente, noi ci andiamo a prendere il gelato a Ganzirri. E l’auto la lasciamo davanti al bar, anche se ne blocchiamo altre due, che tanto siamo là tutti per lo stesso motivo e non abbiamo fretta. Se i bambini vogliono fare il giro in bicicletta o coi pattini (ma cu ci cattau? Non era meglio un bello videogioco?), pazienza, li portiamo alla Passggiatammare, almeno ci sono le panchine. Il movimento non fa parte della nostra cultura, a meno che non sia un medico a dircelo, dopo aver controllato le nostre analisi del sangue e previsto la totale occlusione delle nostre arterie nel giro di un paio di mesi.
Camminare è inutile e faticoso. Guardate negli occhi quegli uomini costretti ad andare per negozi con moglie e figli al seguito. Ci leggerete sofferenza. Per questo calano le vendite. Pur di porre fine a quell’agonia, dicono di aver dimenticato il portafogli sul comodino, accanto alla foto del rigore di Sullo. Consentiamo di fare acquisti con l’auto. Parcheggiata davanti ai negozi, con le 4 frecce accese che hanno un nuovo significato: sto aumentando il fatturato della mia città.
le persone che posteggiano davanti al negozio in doppia e tripla fila per non fare 10 metri di camminata sono le stesse che poi vanno a “rompere” dal medico perchè sono obese e hanno dolore alle gambe (visto lo scarso uso delle stesse).
Cafon street è un autentico capolavoro d’arte cinematografica , anche se si riferisce solo a dei cartoni animati che possono apparire roba da poco per chi non è messinese , ma se sei messinesi sai benissimo che i Cafon street sono assolutamente coerenti con la realtà di “buddaci city ” .
Bravissima, è tutto proprio così.
Sono anni che nei miei commenti, molti dei quali censurati, scrivo esattamente le stesse cose di questo simpatico quanto veritiero scritto. Proprio un paio di giorni fa, rispondevo ad un tizio che sosteneva che riaprire l’isola di Cairoli dal lunedì al venerdì sarebbe solo una scelta dettata dall’intelligenza, data la desolatezza della stessa nei giorni infrasettimanali. Ecco di cosa è convinto il messinese col suv polacco, acquistato in 120 comode rate: meglio una strada ricolma di auto sulla colonna sonora di Gianni Celeste, che qualche mamma col passeggino. Via da Messina, please!!
PARLAVO DI VIABILITA’, POVERINO!!!CREDI CHE LO SMOG IN VIA UGO BASSI NON SIA NOCIVO?LE AUTO SI POSSONO FAR CIRCOLARE IN UNO SPAZIO MINORE IMPEDENDO LA SOSTA.VIA DA MESSina, si Ma tu!!!