La Dia segnala l'emergere della mafia nigeriana che nel 2021 venne smantellata con l'operazione Hallo Bross. Perquisizioni e identificazioni anche a Messina
Messina – C’è una novità nella relazione luglio-dicembre 2023 della Direzione investigativa antimafia. Il pool interforze creato da Giovanni Falcone per la lotta agli interessi economici della mafia, infatti, menziona per la prima volta l’emergere di una nuova criminalità straniera, che si fa largo in Italia e anche in Sicilia, ovvero la mafia nigeriana. E in effetti la presenza di soggetti legati alla cellula italiana di Black Axe è stata segnala anche a Messina, in anni recenti.
Passando all’analisi della geografia mafiosa, la Dia conferma che la pax mafiosa tra le famiglie-rione della città di Messina è ancora in vigore, così come la spartizione del territorio della provincia, sui versanti rispettivamente tirrenico, nebroideo e jonico. Il dossier cristallizza così l’analisi che gli inquirenti confermano da anni, anche per l’ultima parte del 2023.
I clan rionali di Messina
Non sono emersi sconvolgimenti nella divisione dei business su base rionale, quindi, secondo la Dia, che a Messina opera con il pool interforze incardinato in una sotto sezione di Catania: I Galli-Tibia controllano Giostra, i Mancuso Gravitelli, il gruppo Lo Duca a Provinciale e poi a Mangialupi prevalgono le famiglie, legate tra loro anche parentalmente dei Trischitta-Cutè-Aspri-Trovato. A Santa Lucia sopra Contesse ad avere l’ultima parola, forse su tutta Messina, è ancora il clan Spartà. Ad arricchire i criminali sono soprattutto il traffico di droga, soprattutto nella zona centro sud che gode di ottimi legami con le piazze di spaccio principali non solo siciliane, ma anche le estorsioni, soprattutto nelle zone centro-nord. Ad avere una rilevante voce in capitolo, sovraordinata ai gruppi locali, è la “cellula” messinese di cosa Nostra catanese, ovvero i Romeo-Santapaola.
La mafia dei Nebrodi, di Barcellona e i catanesi sulla jonica
Sui Nebrodi sono attivi i clan dei tortoriciani e dei batanesi che lucrano con le truffe all’Agea e il controllo dell’acqua per le campagne, mentre i mistrettesi sono ancora la famiglia-cerniera tra la provincia di Messina e Cosa Nostra palermitana e catanese perché inseriti nel mandamento “principe” di San Mauro di Castelverde. Cosa Nostra barcellonese, sempre in mano ai boss storici, malgrado sembri fortemente indebolito dalle tante operazioni anti mafia, è secondo gli investigatori sempre pronto a riorganizzarsi attraverso reggenti e nuove leve. Sul versante jonico invece la fanno da padrona i catanesi, in particolare i Cinturino di Calatabiano.
Il summit della mafia nigeriana a Messina
Fini qui le conferme di un quadro tracciato già diversi anni fa dagli investigatori. Ma c’è una novità appunto: la Dia introduce infatti una analisi nuova, quella della presenza emergente della malavita nigeriana. Che passa anche da Messina, dove sono stati identificati nel 2021 alcuni soggetti, non stabilmente residenti in città, legati alla cellula italiana della potente mafia nigeriana. L’organizzazione è stata monitorata sia dagli inquirenti palermitani e dell’Aquila tra il 2020 e il 2021.
L’operazione Hello Bross contro la Black Axe
All’Aquila scattò nel 2021 l’operazione Hello Bross che smantellò la cellula italiana della Black Axe con 30 arresti. Nel blitz in diverse regioni era coinvolta anche la Squadra Mobile di Messina che effettuò in città alcune perquisizioni e identificò dei sospettati. Nell’ambito degli accertamenti emerse anche che proprio nel messinese era avvenuto un importante incontro, una sorta di summit tra i maggiorenti di questa organizzazione.
Ci mancava pure la mafia nigeriana! Apposto siamo!