Operazione Beta, le rivelazioni di Grasso sul ruolo dell'ing. Cucinotta

Operazione Beta, le rivelazioni di Grasso sul ruolo dell’ing. Cucinotta

Alessandra Serio

Operazione Beta, le rivelazioni di Grasso sul ruolo dell’ing. Cucinotta

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sabato 09 Giugno 2018 - 00:48

I rapporti tra il funzionario dell'Urbanistica del Comune di Messina e il gruppo imprenditoriale di Vincenzo Romeo secondo il braccio destro Biagio Grasso nei verbali del nuovo pentito che parla di mafia e business.

Quattro pagine di omissis che coprono rivelazioni ancora top secret, poi due pagine in cui Biagio Grasso dettaglia i rapporti tra lui, Vincenzo Romeo e l’ingegnere Raffaele Cucinotta, dell’ufficio Urbanistica del Comune di Messina, anche lui indagato nell’operazione Beta. Eccolo l’ultimo verbale del geometra e costruttore in società con il nipote messinese del boss Nitto Santapaola, “gola profonda” che sta rivelando alla Procura di Messina i retroscena di tanti affari in salsa messinese e non solo. Il verbale del marzo scorso nel quale Grasso precisa i legami con l'ingegnere del Municipio sono stati depositati agli atti dell'operazione Beta nel corso dell'udienza preliminare.

“L’ing. Cucinotta era un funzionario del Comune completamente a disposizione del gruppo. Lo conobbi tramite Stefano Barbera e per conto del nostro gruppo curò alcune operazioni immobiliari. In linea di massima gli accordi erano che a fronte di un suo interessamento per il superamento di ostacoli di natura urbanistica o comunque burocratica gli sarebbe stato riconosciuta, quale utilità, il 2 o 3% del costo dell’opera o degli importi dei lavori. (…)

Il Cucinotta era perfettamente consapevole del fatto che i sogetti interessati alle operazioni immobiliari eravamo io e Vincenzo Romeo , anzi il rapporto con me è derivato proprio dal legame esistente il Barbera e il Cucinotta da un lato e dall’altro di Vincenzo Romeo.

Le opere in relazione alle quali il Cucinotta si è impegnato a effettuare gli interventi, per sbloccare i vari ostacoli, sono: la Torre Sobbrio di via Cesare Battisti, il parcheggio in via La Farina, la riqualificazione dell’area Ex Sanderson di proprietà dell’Esa, lo spostamento di cubatura dal torrente Trapani a via Salandra e quindi, il completamento del progetto della Residenza Immobilare, la vicenda relativa alla cooperativa Sabrina di cui ho già parlato, la riattivazione della concessione edilizia scaduta per il completamento degli immobili di Santa Margherita da parte di EdilRaciti, demolizione e ricostruzione di un immobile in viale Italia, in parte di proprietà dei fratelli Salvatore e Antonio Lipari, in relazione al quale pendeva un ricorso al Comune per la variazione della zonificazione, credo da B3 a B5, per un significativo aumento di cubatura. In tal caso il Cucinotta si era impegnato facilitare l’accoglimento del ricorso, la gara per gli alloggi di Fondo Fucile.

Grasso conferma che il rapporto di Cucinotta col gruppo era avvenuto tramite Stefano Barbera, descritto dagli inquirenti come una sorta di factotum dei Romeo. A conferma dello stretto rapporto col funzionario pubblico ci sono anche le dichiarazioni di Pier Maria Mantelli, l’imprenditore piacentino intercettato a colloquio con Barbera proprio sul “peso” dei Romeo, che ha confermato tra le altre cose di aver conosciuto Cucinotta tramite Barbera, che per lui era capo area Sicilia nel settore delle forniture per la ristorazione.

O meglio, ha riferito che il dirigente dell’Urbanistica era un amico storico di Barbera, il quale lo consultava ogni qual volta doveva definire un progetto che aveva a che fare con autorizzazioni e similaria. Sempre Barbera gli presentò l’avvocato Andrea Lo Castro col quale aveva discusso la possibilità di fornire un grosso albergo del catanese, la Perla Jonica. Un affare che però poi non decollò.

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