Affiliato al clan dei batanesi, è detenuto da gennaio 2020 per l'operazione "Nebrodi"
I carabinieri del Ros, con il supporto in fase esecutiva del Comando Provinciale Carabinieri di Messina, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro beni emesso dal Tribunale di Messina – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, a carico di Vincenzo Galati Giordano, attualmente detenuto, appartenente alla consorteria mafiosa dei “batanesi”, operante a Tortorici e sulla fascia tirrenica della provincia di Messina.
Il provvedimento trae origine dall’indagine Nebrodi condotta dal Ros che aveva documentato come i batanesi, a seguito della disarticolazione della famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto, avessero progressivamente esteso il loro controllo sul territorio dei Nebrodi e della fascia tirrenica messinese, all’area di Montalbano Elicona, un tempo controllata dai barcellonesi, insediando una loro “cellula” nel territorio di Centuripe, funzionale alle relazioni con esponenti del clan etneo “Cappello”, e inserendosi in alcune dinamiche criminali anche nelle aree di Regalbuto e di Catenanuova, ove sono stati censiti rapporti con esponenti della criminalità organizzata locale e catanese. Le indagini, inoltre, avevano evidenziato che i batanesi avevano sviluppato rapporti, funzionali agli illeciti scopi associativi, con altre consorterie mafiose a livello provinciale e ultra-provinciale.
Tre le varie attività delittuose, è emersa un’ampia e collaudata strategia per la commissione di plurime truffe finalizzate all’indebita percezione di rilevanti contributi europei, erogati dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea) a sostegno dell’agricoltura e della pastorizia.
Vincenzo Galati Giordano – raggiunto il 15 gennaio 2020 da custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione Nebrodi – è risultato figura di rilievo dei “batanesi”, tanto da averne retto le fila durante il periodo di detenzione di Sebastiano Bontempo, capo del gruppo criminale. L’appartenenza di Galati Giordano al sodalizio mafioso è, peraltro, sancita dalle sentenze definitive relative alle indagini Mare Nostrum e Montagna.
Il sequestro ha riguardato una società agricola utilizzata per l’indebita percezione di contributi economici comunitari erogati dall’Agea, un appartamento, un’autovettura e otto rapporti bancari per un valore complessivo stimato di oltre 210mila euro.