Reggono in appello le condanne per i boss dei Nebrodi arrestati per gli affari con le truffe all'Agea
MESSINA – Si chiude con solo qualche “aggiustamento” il processo di secondo grado dell’operazione Nebrodi per gli 8 imputati che avevano scelto di definire la loro posizione in abbreviato. Nel 2021 erano state 8 condanne, e ieri la Corte d’Appello ha deciso una sola assoluzione e uno “sconto” di pena, confermano le condanne per tutti gli altri.
Tutte le condanne e l’assoluzione
Ecco il dettaglio: Scagionato Samuele Conti Mica, che viene assolto mentre un anno fa era stato condannato a 2 anni di reclusione. La condanna scende a 7 anni e 8 mesi per Giuseppe Marino Gammazza (8 anni e 4 mesi in primo grado), mentre per il boss Sebastiano Bontempo (detto U uappu, classe ’69) viene esclusa una aggravante ma la condanna complessiva resta a 24 anni di reclusione.
Per il resto vengono confermate le condanne: 3 anni a Carmelo Barbagiovanni, 10 anni e 8 mesi a Giuseppe Bontempo, 4 anni per Salvatore Costanzo Zammataro.
Sul tavolo dei giudici c’era una delle più importanti operazioni degli ultimi anni, scattata il 15 gennaio 2020 con la retata di Carabinieri e Guardia di Finanza: 94 gli arresti, 151 le aziende agricole sequestrate. Il processo ordinario è in corso in primo grado all’aula bunker del carcere di Gazzi e vede alla sbarra oltre cento imputati.
I boss della mafia dei pascoli
Le indagini hanno permesso di aggiornare la geografia mafiosa delle cosche di Tortorici e delineare i loro affari, in particolare le truffe all’Agea attraverso le pratiche per i fondi destinati a pascoli ed agricoltura, con l’appoggio dei professionisti. Agli atti anche i rapporti con gli altri clan siciliani.
L’operazione è stata uno dei fulcri della tappa messinese della Commissione nazionale antimafia a Messina.