E' stata fissata all'11 marzo prossimo l'udienza preliminare dal Gup Fiorentino per i 29 indagati coinvolti nel blitz del novembre scorso, responsabili dell'incendio a Villa Liga ed alla nave Eolo.
Va al vaglio preliminare la quinta tranche dell’inchiesta antimafia Gotha. Il GUP Fiorentino esaminerà gli atti l’11 marzo, dopo l a richiesta di rinvio a giudizio per i 29 indagati, formulata dai PM della DDDA Angelo Cavallo e Vito Di Giorgio. Sono stati loro a raccogliere i racconti dei due più recenti pentiti dissociatisi dal clan di Barcellona, cioè Alessio Alesci e Franco Munafò, appartenenti al gruppo degli emergenti, le nuove leve guidate da Ofria jr e i giovani Chiofalo. Racconti che hanno trovato conferma anche nei verbali dei collaboratori già noti, come il mazzarroto Salvatore Artino, Salvatore Campisi di Terme Vigliatore, l’ex meccanico di Oliveri Santo Gullo e Nunziato Siracusa.
I pentiti compaiono nell’elenco degli indagati che affronteranno ora l’udienza preliminare, insieme ai barcellonesi Bartolo D’Amico (26) Santino Benvenga (23) Antonino Biondo (40), Antonino Calderone (40) ; Marco Chiofalo (22), Salvatore Chiofalo (26), Giovanni Fiore (26) , Antonino Genovese (33) anni, Giuseppe Ofria (21); i mazzarroti Carmelo Crisafulli (25), Angelo Bucolo (38), Giuseppe Cammisa (36) Pantè (45), Giovanni Pino (32) , Miloud Essaoula (26) Giuseppe Reale (29) , Orazio Salvo (30) infine il boss, Tindaro Calabrese (42) e Salvatore Calcò Labbruzzo, (63).
Ancora: Agostino Campisi (54) di Terme Vigliatore residente a Terme Vigliatore; anni, di Mazzarrà Sant’Andrea; Filippo Munafò, 30 anni, di Furnari Mario; Sebastiano Torre, 38 anni, di Mazzarrà Sant’Andrea e Maurizio Trifirò, 36 anni, di Terme Vigliatore. Il gruppo gestiva un ampio giro di stupefacenti.
Quando il gruppo incontrava ostacoli- come quando la guardianìa privata ha provato ad impedire a Ofria e i suoi di entrare nella discoteca Villa Liga – non esitavano a mettere in atto ritorsioni violente. È per questo che è stato appiccato il fuoco al locale di Portorosa il 13 agosto 2014, hanno scoperto gli investigatori. Malgrado Ofria avesse pestato a sangue il bodyguard "reo" di averlo buttato fuori, il "bossetto" era assolutamente deciso a vendicarsi con maggiore forza. È così è stato. Si è organizzato e si è bruciato il locale", ha spiegato uno dei collaboratori.
Il 3 dicembre 2014 è invece andata a fuoco la Eolo d'oro, la nave da 32 metri del gruppo Navisanl impiegata per le mini crociere alle Eolie. A deciderlo è stato un altro giovane emergente, il milazzese Giovanni Fiore, ansioso di mettersi in luce con i capi barcellonesi ma anche con la famiglia della sua fidanzata, direttamente concorrenti della famiglia Salamone, titolari della Navisal. Ai barcellonesi fu commissionato l'incendio, "pagato" 2 mila euro più il costo dei 200 litri di benzina. Durante l'attentato uno dei malviventi restò gravemente ferito, tanto da "riparare" a Lipari per essere medicato.
Tra le "imprese" all'attivo del gruppo, anche l'assalto armato al market Superfresco di Tripi nel 2012: durante la fuga una guardia peniternziaria libera dal servizio tentò di bloccare i due rapinatori che si aprirono un varco non esitando a gambizzare lui e un altro cliente.
(Alessandra Serio)