La Corte d'appello di Catania assolve e scarcera Sebastiano Tilleni Scaglione, genero del boss di Tortorici Cesare Bontempo Scavo, arrestato dopo la cattura dei killer di Montalbano a Lentini, nel 2013. Decisa un'altra assoluzione e forti riduzioni di pena per altri presunti fiancheggiatori.
Incassano sconti di pena, in secondo grado, i fiancheggiatori dei fratelli Mignacca, i killer di Montalbano catturati nel novembre del 2013 dopo una lunga latitanza. La Seconda sezione penale della Corte di appello di Catania ha riformato la sentenza di primo grado, riducendo le condanne ad 8 mesi pena sospesa per Franco Incardona, condannati in I grado a 2 anni e 4 mesi; condanna a 2 anni e 8 mesi, anziché a 4, per il tortoriciano Galati Sansone.
Assolti e rimessi in libertà Sebastano Tilleni Scaglione, di Tortorici, fidanzato della figlia del boss Cesare Bontempo Scavo – al 41 bis- e il lentibesePaolo Caniglia, figlio del proprietario del casolare (2 anni e 4 mesi in I grado). Hanno difeso gli avvocati Nino Cacia, Franco Troia, Santi Terranova e Fabio D’Amore.
I tre erano stati arrestati dopo l’irruzione dei Carabinieri nel casolare di contrada Bulgherano a Lentini, dove erano nascosti i boss montalbanesi. Per evitare la cattura Vincenzo si è suicidato sparandosi un colpo di pistola alle tempie, Calogero si è consegnato, dopo qualche attimo di concitazione.
I Mignacca, inseriti nell’elenco dei 40 più pericolosi latitanti del paese, mancavano all’appello da 5 anni, dopo la condanna in appello all’ergastolo per gli omicidi commessi per conto dei tortoriciani, nella guerra di mafia degli anni ’90. A più riprese le forze dell’Ordine erano stati vicinissimi ad acciuffarli, e in un caso fu scoperto un loro covo ancora “caldo”, nel randazzese, mentre un giovane compaesano è stato ammazzato un anno prima della cattura. Un omicidio, ancora irrisolto, che si ritiene collegato proprio alla latitanza dei Mignacca.