Il presidente del Parco dei Nebrodi è ritornato sull'efficacia dell'aumentato presidio di uomini dello Stato nel comprensorio nebroideo, ma non perdendo di vista l'azione di programma sul territorio rilanciando sulla scommessa dell'aeroporto a Caronia e del Ponte sullo Stretto, e senza tralasciare i campi d'azione dello sviluppo naturalistico, della creazione di un marchio per prodotti tipici specifici e per la possibilità di riavviare la formazione di giovani e non che vogliono fare impresa puntando sulle tradizioni e le risorse del territorio.
"La risposta delle forze dell'ordine è stata forte e chiara" a rimarcarlo, a poco più di un mese dall'attentato subito, il presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci che lo ha ribadito in più occasioni negli ultimi giorni ad un'incontro anti-mafia in Calabria, intervenendo un incontro a Capo d'Orlando e nel corso del seminario di formazione continua realizzato dall'Ordine dei Giornalisti lo scorso sabato a Santo Stefano di Camastra incentrato sul tema del dissesto idrogeologico.
A testimoniarlo è anche il sunto di tutta l'attività portata avanti sui Nebrodi, ed in cui la presenza di uomini dello Stato è stata visibilmente avvertita con una serie di controlli serrati:
I Carabinieri del Comando Provinciale di Messina e dello Squadrone Eliportato “Cacciatori” di Calabria
- – n. 9 persone tratte in arresto, responsabili, tra l’altro di detenzione illegale di armi e di stupefacenti;
– n. 42 soggetti deferiti in stato di libertà ;
– n. 2 fucili a canne mozze rinvenuti e sequestrati;
– n. 1 rivoltella con relativo munizionamento;
– circa 15 kg. di droga occultata e sequestrata;
– n. 107 perquisizioni eseguite tra abitazioni e casolari;
– n. 14 rastrellamenti in aree rurali, procedendo ad un complessivo controllo di oltre 1.100 persone e 450 veicoli.
La Polizia di Stato ha effettuato tutta una serie di servizi coordinati dalla Questura attraverso anche i reparti speciali arrivati nel territorio che hanno portato a numerosi provvedimenti nei confronti di persone a vario titolo coinvolte e non ultima l'operazione del Commissariato di Capo D'Orlando "Senza Tregua" che ha portato a 23 arresti sui Nebrodi e nel catanese.
La Guardia di Finanza ha effettuato una forte azione di controllo in provincia di Messina che ha coinvolto circa ottanta finanzieri in servizio presso il Comando Provinciale che hanno eseguito più di trenta decreti di perquisizione locale e numerosi decreti di esibizione documentale emessi dalla Procura della Repubblica di Messina.
Destinatari di tali atti sono stati molteplici Centri di Assistenza Agricola, enti che gestiscono le istruttorie relative alle domande di finanziamenti europei e nazionali in agricoltura ed alcuni dei destinatari dei provvedimenti, tra l’altro, erano stati interessati pure dalle interdittive antimafia della Prefettura di Messina a seguito della stipula del Protocollo di legalità.
"Noi andiamo avanti – dichiara Antoci – ringraziamo tutte le Forze dell’Ordine e la Magistratura impegnate nelle operazioni per i risultati fin qui ottenuti. Si tratta della conferma dello Stato che avanza e combatte con risultati chiari e inequivocabili la volontà delle associazioni mafiose di controllare il territorio: adesso occorre però rinforzare anche i Presidi Territoriali con uomini e mezzi".
Il presidente Antoci nell'incontro svolto sabato a "Palazzo Armao" ha anche spiegato come la forza del "protocollo di legalità" non sia stato il predisporlo, ma l'attuarlo e la volontà di estenderlo in altre province siciliane, ed ora in altre regioni e se diventerà legge nazionale, il merito non è nostro, ma dei cittadini che si sono schierati al nostro fianco condividendo la nostra battaglia che è per la legalità, per garantire lo sviluppo e opportunità di lavoro per i nostri giovani".
“Tremila e più miliardi che le mafie percepivano attraverso i contributi erogati dall’Agea mediante la produzione di una documentazione in autocertificazione, quindi, con una semplice autocertificazione da parte di soggetti contigui alla criminalità organizzata. Un modus operandi che abbiamo individuato e smantellato. La mafia aveva trovato modo di arricchirsi senza neppure faticare, senza rischiare le denunce per estorsioni dai commercianti, e con cui raggranellava briciole rispetto alla mole di denaro che abbiamo loro tolto” ha riassunto Antoci.
“Per rendere fattibile il progetto di realizzazione dell’aeroporto nella zona di Torre del Lauro a Caronia – prosegue Antoci – stiamo provando tutto. Abbiamo aspettato l'esito delle ultime elezioni ed ora ripartiremo nel nostro iter. Noi vogliamo realizzare un'opera di cui si è parlato tanto che potrà consentire di abbracciare più territori ed essere di sviluppo per l'area. Attendiamo che il presidente dell'ENAC, il palermitano Vito Riggio, dia l'autorizzazione allo studio sul progetto esecutivo. Tuttavia, dobbiamo anche fare delle valutazioni di ordine pratico per non percorrere situazioni già viste in altri scali, e per questo, sebbene sia prematuro, sperare in un coinvolgimento diretto dell'aeroporto di Palermo nella gestione di quello che qui potrebbe nascere abbracciando anche i potenziali fruitori in un contesto di concorrenza della zona di Cefalù, dell'ennese, di Milazzo e delle Eolie con tre porti nei Nebrodi. Altresì esprimo il mio favore anche alla creazione del Ponte sullo Stretto, non si può sempre dire di no a tutto, specie se queste opere possano rivelarsi di prospettiva per il futuro”.
"La nostra attività come Parco – però ricorda Antoci – rimane principalmente quella di salvaguardare e promuovere il patrimonio naturalistico, ed è per questo che gli incendi, premeditati e non per autocombustione ci tengo a sottolinearlo e con modalità spesso raccapriccianti, ci vedranno in prima linea in caso di processi con la costituzione quale parte civile. Tuttavia vogliamo anche fare di più, per i giovani delle nostre terre, per riscoprire le tradizioni di lavoro che si stanno perdendo o per formare di competenze, visto che ci siamo accreditati come Ente di formazione, quando la Regione riavvierà i percorsi al fine di rendere il nostro territorio una risorsa d'impiego e di produttività, cosa a cui puntiamo con la promozione turistica e la creazione del marchio che aiuti la commercializzazione sul mercato delle migliori specificità enogastronomiche".
Giuseppe D'Amico