L’amministrazione oricense non ha presentato il bilancio, necessario per rispettare il Patto di Stabilità, entro la scadenza del 30 settembre, e rischia il commissariamento. E mentre il sindaco si autosospende il paese vede il baratro
Piove sul bagnato a Tortorici. In un Comune già in ginocchio per la bocciatura del Piano di Riequilibrio da parte della Corte dei Conti e per le emergenze legate ai rifiuti e al servizio idrico, arriva l’ennesima tegola: non è stato infatti presentato il bilancio di previsione, la cui scadenza, già prorogata di due mesi, era fissata il 30 settembre. La mancata presentazione del bilancio rende quasi inevitabile il dissesto per il Comune oricense: verrà infatti sforato nuovamente il Patto di Stabilità, e si andrà verso lo scioglimento del Consiglio comunale e il commissariamento.
Il bilancio di previsione “Ci attendono tempi bui: ulteriore aumento di tasse e tariffe, licenziamenti, vendita di beni patrimoniali del Comune, cartelle esattoriali, riscossione forzata, pignoramenti… Tutti i cittadini verranno pesantemente colpiti a livello economico dalle decisioni dei commissari”. Così il gruppo “Uniti per cambiare Tortorici” ha commentato la mancata presentazione del bilancio di previsione e, precedentemente, la bocciatura del ricorso presentato contro le valutazione della Corte dei Conti sul Piano di Riequilibrio. Un commento comune anche al gruppo “Tortorici III millennio”, che parla di “totale assenza e incapacità dell’amministrazione”, se non addirittura “di una strategia per liberarsi di qualche consigliere di troppo”.
Dal canto loro, gli amministratori hanno dichiarato che alcuni problemi, tra cui i lavori di adeguamento della via Zappulla, avrebbero determinato la mancata presentazione del bilancio. Con l’amministrazione oricense era già stata impietosa la Corte che, nelle sue valutazioni sui Piani di Riequilibrio, aveva riscontrato parecchie incongruenze e anomalie, delineando il quadro di un dissesto ormai strutturale. Tortorici subirà inoltre un taglio dei trasferimenti dal Ministero dell’Interno per aver sforato anche nel 2014 il Patto di Stabilità; la “multa” ammonta a 222.800 euro.
La sospensione del sindaco Rizzo Nervo La situazione di Tortorici è caotica non solo a livello finanziario, ma anche amministrativo. Il sindaco Carmelo Rizzo Nervo ha infatti annunciato la sua autosospensione per “motivi familiari”, delegando al vice Rosario Contiguglia i poteri amministrativi fino al 31 ottobre. Peccato che, come denunciato da Cinzia Conti Mica, il sindaco fosse già sospeso per effetto della legge Severino. In seguito a ben due condanne per abuso d’ufficio, Rizzo Nervo era stato infatti sospeso dalla carica; il successivo ricorso al TAR del primo cittadino ha “sospeso” la sospensione, ma dopo 30 giorni il provvedimento è scaduto. Nel frattempo, la Cassazione ha stabilito che la competenza in materia è del giudice ordinario.
Rizzo Nervo è dunque sospeso a tutti gli effetti. Sotto accusa è poi anche il vicesindaco, Rosario Contiguglia, indicato come connivente. “Come fa un sindaco a delegare poteri che non ha?” – insiste Conti Mica – “Con quale faccia tosta Rizzo Nervo tenta di nascondere la propria sospensione e, in ultima analisi, cerca di sfuggire alle conseguenze e alle responsabilità delle proprie azioni? E perché Contiguglia si presta a questi giochetti?”
Servizio idrico e nettezza urbana A pagare il caos amministrativo che sta interessando Tortorici sono i cittadini oricensi, che hanno già visto lievitare i costi del servizio di raccolta rifiuti e di quello idrico e potrebbero presto ritrovarsi ai massimi tutte le aliquote comunali, come conseguenza del dissesto finanziario.
Le tariffe del servizio idrico sono state rideterminate con delibera del 4 settembre, tra l’altro in maniera retroattiva a partire dall’inizio del 2015 – retroattività la cui legittimità amministrativa viene già messa in discussione. Le tariffe sono rimaste invariate, ma è stata eliminata la soglia di consumo sotto il quale non era previsto alcun pagamento. Il costo per metro cubo è di 70 centesimi, più altri 42 per la depurazione e 58 euro di tariffa fissa.
Ancor più paradossale è la vicenda legata al servizio di raccolta rifiuti. Il Comune si è infatti dichiarato nel 2013 Aro-indipendente, scegliendo così di gestire in proprio il servizio. Inizialmente si è provveduto affittando i mezzi della ditta Multiecoplast, che però ha smesso di fornirli a causa dei mancati pagamenti. Si è dunque deciso di utilizzare i mezzi comunali, ma il servizio ne ha risentito ulteriormente, al punto che i cittadini sono persino scesi in piazza per denunciare il degrado del paese nebroideo, invaso dai sacchetti della spazzatura appesi per le strade.
Giovanni Passalacqua