Grazie ad un finanziamento regionale, l’UOC di Neurologia e Malattie Neuromuscolari punta a migliorare il trattamento di patologie invalidanti
Si intensifica l’attività del Policlinico per la cura delle malattie neurologiche. Grazie ad un finanziamento regionale, l’UOC di Neurologia e Malattie Neuromuscolari dell’azienda ospedaliera universitaria “G. Martino” sta portando avanti tre progetti obiettivo – fissati nel piano sanitario nazionale 2010 – che puntano a migliorare il trattamento di patologie invalidanti.
Stroke Unit, Malattie Rare e Riabilitazione Psicologica; tre ambiti diversi, ognuno destinato ad incidere in maniera significativa sulle modalità con cui viene assistito il paziente.
La Stroke Unit è l’unità preposta alla cura dell’ictus cerebrale. Il progetto in atto mira a realizzare un modello di “stroke service” in cui la gestione della fase acuta sia integrata con interventi sul territorio; ciò comprende anche una più stretta collaborazione con i medici di famiglia, programmi di prevenzione, riabilitazione e follow-up.
Dopo le malattie cardiovascolari ed i tumori, l’ictus rappresenta la terza causa di morte nei paesi industrializzati, oltre ad essere la prima causa di disabilità dal rilevante impatto sociosanitario.
«Con la creazione della Stroke Unit – afferma il direttore dell’unità operativa complessa Prof. Giuseppe Vita – sarà possibile gestire la presa in carico del paziente colpito da ictus cerebrale, attraverso un percorso assistenziale completo: dalla fase acuta fino a quella riabilitativa e di ritorno al domicilio, con il risultato di potenziare la rete riabilitativa e dell’assistenza domiciliare».
Un settore su cui la ricerca scientifica sta investendo molto è quello delle malattie rare; tra queste si annoverano quelle neuromuscolari, le paraparesi spastiche ereditarie e le sindromi atassiche. Con il secondo progetto il Policlinico di Messina diventa sede di un centro per le malattie rare, già riconosciuto come punto di riferimento regionale; a dirigerlo sarà il prof. Antonio Toscano.
«Una malattia è considerata “rara” – chiarisce il prof. Vita – quando colpisce non più di 5 persone ogni 10.000 abitanti. Le malattie rare, la maggior parte delle quali neurologiche, compromettono spesso la qualità della vita, per il fatto di essere patologie quasi sempre progressivamente invalidanti e di non ricevere, in tempi adeguati, una diagnosi precisa. Ciò costringe i pazienti e i loro familiari a cambiare, con frequenza, centri sanitari, spesso recandosi fuori regione». L’obiettivo del centro è, dunque, quello di contribuire a migliorare i percorsi diagnostici e terapeutici, riducendo al tempo stesso il numero di viaggi fuori regione.
Chi vive ogni giorno sopportando il peso di patologie che compromettono i movimenti si trova a combattere anche contro un malessere profondo che coinvolge la sfera psicologica; il terzo progetto è orientato ad attuare interventi psicoterapeutici mirati sia per i pazienti che per le famiglie. Numerosi studi, infatti, hanno dimostrato che quando subentra un sostegno di questo tipo si hanno ricadute positive importanti sia in fase diagnostica che nella fase di controllo della cronicità, con risvolti positivi anche dal punto di vista dei costi sanitari. Il progetto, coordinato dalla psicologa dott.ssa Anita Graceffa, é rivolto ai pazienti con sclerosi multipla e malattie neuromuscolari, ma il servizio di sostegno psicologico é disponibile per i pazienti critici ricoverati in tutti i reparti.
Una attenzione particolare, inoltre, è riservata alle donne che hanno subito un aborto o un lutto dopo il parto: sono, infatti, previsti servizi di counseling specifici per ridurre il senso di solitudine tipico delle prime fasi, promuovendo al tempo stesso un percorso di cura in cui sono coinvolti entrambi i genitori e che può rappresentare un valido strumento per superare i momenti più critici.