"Crescere nella legalità". Il no alla mafia ed alla mafiosità degli studenti di Tortorici

“Crescere nella legalità”. Il no alla mafia ed alla mafiosità degli studenti di Tortorici

“Crescere nella legalità”. Il no alla mafia ed alla mafiosità degli studenti di Tortorici

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martedì 26 Aprile 2016 - 22:30

A lezione di legalità. Gli studenti di Tortorici hanno potuto ascoltare le testimonianze di quanti, giorno per giorno, hanno combattuto e combattono per l'affermazione della legalità e per dire no alle mafie. LE FOTO

Centinaia di magliette bianche, con scritte diverse, veri e propri inni alla legalità ed alla vita. Volti sorridenti, chitarre, voci limpide e chiare, fiori, e soprattutto tantissima voglia di gridare No alla mafia ed alla mafiosità.

Questo è stato l’evento “Crescere nella legalità”, promosso dalla dirigenza scolastica di Tortorici e che ha regalato agli studenti una mattina di dibattito e di storie vere, di testimonianze sul campo e di passione civica.

Ad appassionare i ragazzi infatti sono stati relatori come Piero Campagna, fratello eroico di Graziella, uccisa dalla mafia nell’85, ed Angela Manca, che da mamma combattente e addolorata di Attilio, lotta dal febbraio 2004 per la ricerca della verità, contro quanti hanno definito il suo un suicidio. Due storie diverse, la prima conclusa dopo 24 anni di battaglie dentro e fuori le Aule di giustizia, ed una ancora in corso, tra archiviazioni e ricorsi. Ad accomunare due storie così diverse, la morte di una ragazzina “colpevole” di aver trovato per caso l’agendina di un boss ed un urologo messinese, che avrebbe operato il boss Bernardo Provenzano in una clinica a Marsiglia dove si trovava sotto falso nome, è la disperata battaglia per l’affermazione della verità. “Io non mi posso fermare fino a quando non avrò giustizia” spiega Angela Manca “non ho potuto neanche dare un’ultima carezza a mio figlio, non me l’hanno fatto vedere. Da allora ogni cosa è strana in questa vicenda, dai pentiti che parlano del caso Manca ma nessuno vuol andare a fondo, fino ai tabulati delle chiamate che nessuno trova più”.

Un percorso pieno di ostacoli che per 24 anni ha dovuto seguire Piero Campagna “io credo nella giustizia, anche se per anni si sono creati muri di cemento armato. Ma non sottovalutate la mafia che è il male che c’è ovunque oggi, nelle istituzioni, nella chiesa, nelle stanze del potere, tra i magistrati. La mafia è il male, ma dobbiamo avere fede e combatterla”.

Chi la combatte ogni giorno in prima linea è il sostituto procuratore della DDA Angelo Cavallo che ha raccontato alla platea di studenti come concretamente operano i magistrati insieme alle forze dell’ordine. “Non fate come gli struzzi, non mettete mai la testa sotto la sabbia. Ogni volta che vedete qualcosa che non va ditelo, denunciate”. Cavallo ha raccontato pezzi di storia di lotta alla mafia, di testimoni che hanno dato svolte alle indagini, pur rischiando, di imprenditori coraggiosi che hanno denunciato il pizzo, dei pentiti, tracciando un quadro completo di un’opera costante per la legalità.

A moderare il dibattito è stato il dirigente scolastico di Tortorici Rinaldo Nunzio Anastasi, che si è soffermato sul termine “mafiosità”, che è quell’arma letale tanto quanto la mafia, e contro la quale tutti siamo chiamati a lottare. Dell’importanza della legalità ha parlato Salvatore Mammola, promotore della giornata insieme alla Direzione didattica, che si è soffermato sui problemi legati all’infiltrazione della mafia nella politica e nelle stanze dei bottoni e del potere, invitando i ragazzi ad essere protagonisti di scelte decisive per il futuro di tutti. “L’italia in Europa è al 27esimo posto per la corruzione. Dopo di noi c’è solo la Bulgaria….”.

A portare i saluti delle forze dell’ordine è stato il commissario di Capo d’Orlando Bruno “Tortorici ha un bruto passato, un bel presente e, guardando voi, un meraviglioso presente”.

Nel corso della mattinata sono intervenuti i dirigenti scolastici degli altri Comuni, sottolineando il valore d’iniziative come queste. Tra un intervento ed un altro gli studenti, insieme al gruppo musicale della scuola, hanno cantato l’Inno d’Italia, l’Inno d’Europa, Cento Passi (in ricordo di Peppino Impastato) e Pensa di Fabrizio Moro, un “inno anti-mafia”, che ha concluso la giornata.

Presente anche Tempostretto, con la testimonianza di un lavoro giornalistico sul territorio volto ad informare con coraggio e senza atteggiamenti referenziali verso nessuno, perché la “mafiosità” è come la sabbia sollevata dal vento, non te ne accorgi subito, ma poi t’impedisce di vedere.

Rosaria Brancato

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