L'ex amministrazione: La scadenza per il Pluriennale è il 3 dicembre non il 23

L’ex amministrazione: La scadenza per il Pluriennale è il 3 dicembre non il 23

L’ex amministrazione: La scadenza per il Pluriennale è il 3 dicembre non il 23

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lunedì 19 Novembre 2018 - 08:22

Secondo gli ex amministratori della giunta Accorinti la scadenza per rimodulare il Piano di Riequilibrio a 20 anni è il 3 dicembre, pertanto la maratona che sta per iniziare è inutile ed insensata.

Secondo l’ex amministrazione Accorinti la scadenza per la rimodulazione del Piano di riequilibrio non è il 23 novembre ma il 3 dicembre.

La maratona in programma in settimana sarebbe quindi inutile e Accorinti, Signorino e De Cola invitano il Consiglio a non cedere.

“ Viene detto che lo stesso termine è “definito dalla legge”, ma le cose non stanno così- si legge in un comunicato- Il termine previsto dalla legge è il 3 dicembre, e non il 23 novembre. La legge che fissa il termine per la rimodulazione del piano è il Testo Unico degli Enti Locali che all’articolo 243-bis dice, riferendosi a questo punto: “l'amministrazione in carica ha facolta' di rimodulare il piano di riequilibrio, presentando la relativa delibera nei sessanta giorni successivi alla sottoscrizione della relazione [di inizio mandato]”. De Luca ha sottoscritto la relazione il 4 ottobre e i sessanta giorni scadono il 3 dicembre”.

Messinaccomuna contesta quindi la scadenza anticipata di 11 giorni così come l’inserimento di provvedimenti relativi al Salva Messina all’interno della “maratona” e che potrebbero essere discussi dall’Aula anche dopo il Riequilibrio

“A meno che non si voglia ottenere approvazioni prive di esame e di approfondimento. Il Consiglio dovrebbe imporre di discutere prima le cose che vengono prima. PRIMA avere contezza verificata e dimostrata della reale massa passiva cui dare copertura e delle misure che l’amministrazione intende porre in essere e POI valutare i provvedimenti amministrativi che vi danno attuazione. Ogni inversione di calendario e ogni invasione di atti “di indirizzo” che hanno il solo scopo di legare le mani al Consiglio è solo fumo negli occhi, diversivo temporale per ingolfare i lavori d’aula ed evitare che il Consiglio valuti il piano. L’imposizione di finte scadenze “di legge”, poi, è del tutto immotivata. Il Sindaco spieghi ai Consiglieri e ai cittadini; il Consiglio non si pieghi ed eserciti pienamente il suo dovere e le sue prerogative”.

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