Nessun danno al porto di Tremestieri. Mozione dei Dr per la costa di Galati Marina

Nessun danno al porto di Tremestieri. Mozione dei Dr per la costa di Galati Marina

Marco Ipsale

Nessun danno al porto di Tremestieri. Mozione dei Dr per la costa di Galati Marina

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lunedì 02 Dicembre 2013 - 12:50

Ultimate le verifiche, l’Autorità Portuale ha inviato gli esiti alla Capitaneria di Porto. Approdo riaperto intorno alle 12. I Democratici Riformisti propongono una mozione all’Assemblea regionale siciliana per interventi urgenti a tutela della fascia costiera di Galati Marina. Il consigliere comunale Libero Gioveni chiede la dichiarazione di stato di calamità

La quiete dopo la tempesta. Dopo la sfuriata di temporali nella notte tra sabato e domenica, è tornato il sole su Messina, in particolare sulla zona sud, la più colpita dal nubifragio. Il porto di Tremestieri è stato ancora una volta messo alla prova, ma ha superato anche quest’ostacolo. E’ l’esito delle verifiche effettuate stamattina dall’Autorità Portuale e dall’impresa Scuttari, che si sta occupando dei lavori di rifacimento della diga.

“E’ stato un temporale molto peggiore rispetto a quello dello scorso 19 novembre – afferma il responsabile dell’area tecnica dell’Autorità Portuale, Massimiliano Maccarone -. Stavolta è entrata in porto un po’ di sabbia ma non tanta da renderlo inagibile. Per la seconda volta in pochi giorni, l’opera ha retto benissimo, è segno che i lavori stanno dando frutto. Negli anni scorsi, il tombolo arrivava a lambire la banchina di riva. Ora, invece, la spiaggetta esistente si è spostata di pochissimi metri. All’altezza della boa, i fondali hanno mantenuto una profondità di circa 5 metri, quindi le navi traghetto possono entrare tranquillamente. Rispetto a prima non è cambiato granché, l’imboccatura è rimasta la stessa”.

Al termine delle verifiche, l’Autorità Portuale ha riportato gli esiti alla Capitaneria di Porto, per poter procedere alla riapertura che è avvenuta intorno alle 12. Nessuna novità, invece, per ciò che concerne la seconda invasatura, visto che i dati dell’Arpa, che serviranno per ottenere l’autorizzazione regionale al dragaggio, non sono ancora arrivati. Quando questa fase sarà conclusa, non ci sarà neppure bisogno di queste verifiche, in caso di mareggiate. “Nel momento in cui avremo l’autorizzazione ad eliminare la sabbia residua – prosegue Maccarone -, si presume che non ne entrerà più. L’unico problema potrebbe essere per overtopping, come si dice in gergo, cioè in caso di sormonto dell’onda sul molo, ma è un’ipotesi molto remota perché è prevista una grande mantellata a protezione. Sarà dunque sufficiente una manutenzione semplice e ordinaria per togliere la sabbia quando si accumulerà oltre i parametri”.

Se, dunque, al porto di Tremestieri non ci sono problemi, lo stesso non può dirsi per la fascia costiera di Galati Marina. Il gruppo dei Democratici Riformisti all’Ars ha presentato una mozione per reiterare la richiesta di un intervento immediato a tutela dell’abitato, in particolare delle “Case Raciti”, già sollecitato sin dal 2009.

“Grazie anche al dirigente del servizio regionale di protezione civile per la provincia di Messina, ingegnere Bruno Manfrè – ha sottolineato il capogruppo dei Dr all’Ars, Giuseppe Picciolo – abbiamo creato un primo tavolo tecnico per far fronte all’arrivo della stagione invernale, però adesso diciamo basta alle discussioni o ai palleggi di responsabilità. Vogliamo fatti ed interventi urgenti da parte del Presidente Crocetta e dal capo della Protezione Civile Regionale, per evitare che si ripetano tragedie annunciate. Con la nostra mozione – ha concluso Picciolo – ognuno si assuma le proprie responsabilità e nessuno dica che non sapeva".

Nella mozione, si legge che da troppi anni il problema dell’erosione della costa messinese rimane inascoltato, ad eccezione di rari interventi tampone, e si impegna il presidente della Regione “ad una immediata Ordinanza di protezione civile con cui affidi e garantisca la copertura economica dei lavori per la progettazione e la conseguente esecuzione dei lavori per l’immediata messa in sicurezza del territorio dei villaggi costieri della zona sud e di Galati Marina e delle Case Raciti in particolare, al fine di evitare la verosimile evacuazione di circa 50 famiglie residenti, con grave ed ulteriore pregiudizio economico per le stesse e per la Regione, che vedrebbe lievitare enormemente la spesa d’intervento dovendosi fare carico anche della ricollocazione in luogo sicuro dei nuclei familiari dei residenti e dei conseguenti lavori di ripristino per i danni eventualmente subiti dalle abitazioni abbandonate al flagello del mare”.

Sull’argomento, interviene anche il consigliere comunale Libero Gioveni, che si rivolge al sindaco Accorinti perché chieda la dichiarazione di stato di calamità naturale. “Da anni – evidenzia Gioveni – si parla in questa città dell'ormai improcrastinabile necessità di programmare un serio ripascimento di gran parte del litorale sud, compreso il tratto di Santa Margherita più colpito dalle mareggiate che nel giro di pochi anni ha ridotto la spiaggia di ben 80 metri. La preoccupazione espressa dai proprietari delle abitazioni di questa zona sembra essere nei fatti inascoltata, nonostante le rassicurazioni che nel settembre scorso l'amministrazione comunale ha dato in termini di interlocuzione forte avviata col Dipartimento Regionale di Protezione Civile e sulla possibile realizzazione di una protezione in pietra di cava con un piccolo residuo di cassa di 60mila euro”.

(Marco Ipsale)

7 commenti

  1. E lo ripeto fino alla morte, l’approdo di Tremestieri è responsabile della MORTE del litorale sud fino a Giampilieri. Case che 10 anni fa stavano a 100 metri dalla riva, ora hanno il mare in casa. Il tempo stringe, che i responsabili si adoperino, oltretutto la pazienza della gente del luogo ha un limite, e si parla di alcune migliaia di persone.

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  2. infatti a 100 metri , mentre le norme di sicurezza dicono 200 metri, chi fa le leggi li fa su ragionamenti logici, chi fa deroghe lo fa su ragionamenti economici.
    e poi piangiamo e ci lamentiamo o facciamo mozionii

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  3. consiglio ai dr di fare una mozione sui torrenti coperti di messina senza prima aspettare la tragedia e cavalcare l’onda.

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  4. e allora?…..siccome i metri erano 100(adesso i metri sono 1,5) ,è giusto che le case abitate da chi paga tutte le tasse ….case costruite con le dovute autorizzazioni siano inghiottite dal mare?…prima della costruzione del porto nessuno si è mai lamentato,le mareggiate ci sono sempre state e non hanno mai creato problemi.

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  5. Premesso ché non bisogna mai sparare sulla Croce Rossa.
    Mi chiedo : Tutte quelle costruzioni sono a norma ed in regola ??? – Dalle foto si vedono diversi tetti con la copertura di amianto e legale ???. Premesso tutto ciò, perché il politico di turno (Don Peppino) invece di chiedere soldi alla regione (cosa giusta e doverosa) che non le darà a causa delle casse vuote –non si comincia a fare tutti più legalità ??? –

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  6. Ora Basta!!!!
    Con questo atteggiamento non si va da nessuna parte!
    Davanti alle case , accanto al campo, c’erano alberi, un campeggio, un locale, l’Oasi, c’era una grande spiaggia…. poi c’era il mare…..ora non è rimasto nulla…….in 20 anni il mare si è portato via tutto. E che nessuno mi venga a parlare di abusivismo!!!! Le case sono solide ed in regola!Gli abitanti chiedono aiuto da anni, abbiamo visto un susseguirsi di politici a caccia dell’ultimo voto….e il nulla. L’ultima apparizione qualche mese fa: la protezione civile, che non può fare niente perché non ha soldi. Può intervenire soltanto in Stato di Calamità, cioè dopo che il danno è stato fatto e con un decreto, perché così arrivano i fondi, che non si sa dove vanno a finire realmente e che sono tanti rispetto a quello che si spenderebbe facendo prevenzione….che in Italia non esiste,perchè è il Paese delle Emergenze!!!
    Il campo è distrutto, alcune case sono allagate, una falegnameria ha chiuso i battenti!Di chi è la colpa? Del Porto? Del nuovo lungomare? Della natura? …Non mi interessa…bisogna solo agire e subito.

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  7. CastorinaCarmelo 7 Gennaio 2014 16:27

    Bastava costruire la via del mare, quella tracciata alcuni anni addietro per risolvere il problema dei “TIR” e snellire il traffico nella zona SUD ma le consorterie “massonico affaristico imprenditoriali” hanno calato un muro di gomma.Il risultato un opera infrastrutturale che non ha mai fine e che drena i soldi pubblici e mortifica un litorale costiero di alto pregio ambientale.Missione compiuta…..ed ora altri soldi ed altra erosione della costa, lo sanno anche i bambini che costruendo un ostruzione al mare, esso si riprende quello che l’uomo si era preso prima. Voglio dire che lo stretto non è il posto per fare i PORTI. il Buon DIO ha creato la “falce” il nostro bel porto che è pochissimo utilizzato tranne il fatto di fare da scudo al porticciolo privato “Nettuno” dove i ricchi riparano dai marosi i loro divani galleggianti.

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