Maria e Desiree, mamme che lottano per dare una casa ai loro figli

Maria e Desiree, mamme che lottano per dare una casa ai loro figli

Danila La Torre

Maria e Desiree, mamme che lottano per dare una casa ai loro figli

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venerdì 18 Ottobre 2019 - 07:09

Le due giovani donne vivono - insieme ai i loro bambini - dentro l’ex scuola comunale Catarratti

MESSINA -Maria ha 35 anni e sei figli; Desiree ha 37 anni e quattro figli. Da giugno 2018 , queste due mamme vivono insieme ai i loro bambini dentro l’ex scuola comunale Catarratti, concessa dall’ex giunta Accorinti in comodato d’uso per arginare provvisoriamente il problema del disagio abitativo .

In tutto sono cinque le famiglie che, per necessità, hanno dovuto “trasformare” un ex plesso scolastico in una casa, con tutti i disagi che ne conseguono. L’immobile versa infatti in condizioni fatiscenti: ci sono continue infiltrazioni d’acqua; fili scoperti; i pannelli del tetto sono instabili e rischiano di venire giù ad ogni pioggia. Come se non bastasse, intere colonie di topi circolano indisturbate all’interno di quelle che un tempo erano aule scolastiche ed oggi sono stanze di appartamenti improvvisati.

Dentro la scuola Catarratti non c’è sicurezza e le condizioni igienico-sanitarie sono assolutamente precarie. Eppure, lì dentro – oltre agli adulti – ci vivono ben 17 bambini.

La storia di Maria

«Vivo in quella scuola insieme a mio marito ed i miei figli perché non possiamo permetterci di pagare l’affitto», racconta Maria, che – con l’aiuto ed il sostegno di Unione Inquilini – sta lottando affinché lei e la sua famiglia possano al più presto uscire da quell’edificio e andare a vivere in un vero appartamento.

«Casa vuol dire dignità, ed in questo momento non ne abbiamo. Tra l’altro so che i miei figli non sono al sicuro: quando piove non riesco neanche a dormire per la paura che il tetto ci crolli addosso. Non voglio trascorrere un altro inverno in quella scuola», spiega ancora Maria durante la protesta pacifica a Palazzo Zanca alla quale ha partecipato ieri mattina insieme alle altre famiglie senza casa .

Prima di traslocare a Catarratti, Maria aveva occupato l’ex sede dell’Anffas. La sistemazione a Catarratti rappresentava una situazione migliore di una occupazione abusiva, ma doveva comunque essere una soluzione tampone in attesa di provvedimenti più concreti.

«I miei figli – afferma – mi chiedono quando avremo una casa normale e noi gli raccontiamo la verità. Io cerco di non fargli pesare la nostra situazione e di non fargli mancare niente. Spero però che le Istituzioni ci aiutino».

La storia di Desiree

«A differenza di Maria io non ho un uomo accanto, perché sono divorziata. Vivo con il reddito di cittadinanza e devo prendermi cura di quattro figli , anche se mio marito quando può ci aiuta», racconta Desiree. Anche i suoi figli – come quelli Maria – chiedono quando andranno via da quella scuola, ma la sua riposta è più “edulcorata”: «Dico loro che stiamo ristrutturando la casa in cui andremo a vivere e che quella attuale è solo una sistemazione provvisoria».

Maria e Desiree sono due donne combattive e non ci stanno più ad essere trattate da invisibili. Ecco perché anche loro ieri mattina hanno indossato la maschera bianca e sono andate a far sentire la loro rabbia ed indignazione davanti agli uffici del sindaco.

«Sono due anni e mezzo che lottiamo. Prima ci consideravano dei delinquenti perché avevamo occupato una struttura pubblica, anche se comunque non avevamo tolto la la casa ad altre famiglie; adesso invece ci trattano da emarginati ed invisibili» commenta Desiree, che condivide con Maria anche l’esperienza dell’occupazione dell’ex Anffas .

Anche lei dice di voler lasciare al più presto la scuola Catarratti: «Non possiamo stare ancora quattro o cinque mesi in quelle condizioni».

Il sindaco Cateno De Luca si è impegnato a trovare una soluzione per queste famiglie, ma se così non fosse Maria e Desiree continueranno a lottare per dare una casa ai loro figli.

Danila La Torre

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