Con il suo corto Con-Divise ha appena vinto al Messina Film Festival. Ma non sarà un punto d'arrivo: "Il futuro? Ho già tanto in cantiere"
MESSINA – Si chiama Mariafrancesca Monsù la regista e produttrice del cortometraggio Con-Divise, recentemente premiato al Messina Film Festival – Cinema&Opera. L’opera della messinese è stata scelta dalla giuria perché si è distinta “per un linguaggio cinematografico efficace ed emotivamente coinvolgente grazie anche ad un sapiente utilizzo della musica”. Un premio che per la regista ha rappresentato una grande soddisfazione, perché arrivato con un’opera interamente sua.
Monsù: “Emozione molto forte”
“Per me è stata un’emozione molto forte e molto intensa per vari motivi – ha raccontato Monsù ai microfoni di Tempostretto -. Di fatto è stato il mio primo festival vinto non in assoluto ma con un cortometraggio prodotto da me al di fuori della scuola. Ho fatto il Centro sperimentale di cinematografia a Palermo, quindi ogni fine anno c’erano da realizzare prodotti conclusivi ma la produzione era della scuola, che gestiva le iscrizioni ai festival. Questo è stato il primo a cui ho partecipato con un prodotto interamente mio, auto-prodotto, un film no budget cioè senza fondi e realizzato con due mie amiche”.
La soddisfazione deriva anche da altri fattori: “Il festival è anche messinese, quindi è stato doppiamente bello per me che sono di Messina. Ci tenevo anche a inserire molti paesaggi di Messina per mostrarli in un’occasione simile. E parliamo di un festival che è rinato dopo una ventina d’anni, che parla di cinema e opera ed è stato come fosse una prima edizione. Per me è stato un onore vincere. E una grande emozione è stata anche ricevere il premio da Bellocchio. A livello umano, inoltre, è stato bello poter realizzare questo corto con due amiche, Viviana Milia e Francesca Liotta, che conosco da sempre e con cui già da piccole giocavamo a fare i film in casa. Oggi quel sogno è diventato realtà”.
Com’è nato e di cosa parla il corto Con-Divise
Ma com’è nato Con-Divise? “Il corto è nato abbastanza per caso. Molto spesso si ha un’idea e questa calza perfettamente per un festival. Questa volta è stato il contrario: ho saputo dell’evento, ho letto il bando e in base a quelle caratteristiche ho ideato il cortometraggio. Ho fatto la scuola da documentarista quindi per me è stato più naturale pensare a un ibrido scegliendo un’aria di opera lirica, con la musica che diventa protagonista assoluta. Ho dovuto studiare, perché di opera lirica ne sapevo davvero poco. Ho fatto ricerche e ho deciso di chiedere alle mie amiche di partecipare, puntando tutto sull’amicizia come tema. Nel corto parlo del distacco, quello che si prova quando ci si allontana da un’amica. Viviana, la protagonista, vive l’abbandono della sua amica Francesca. La rivede in ogni anno, subentrano i ricordi, con la musica a fare da sottofondo, e poi riesce a rielaborare il suo dolore e cercherà di trasformarlo in positivo. Ma la musica è la vera protagonista. Per la giuria il lavoro è stato coerente con ciò che cercavano proprio per questo aspetto legato alla colonna sonora. Devo dire che la scelta sarà stata difficile, gli altri lavori, tutti diversi e con toni diversi, erano molto belli”.
La passione della messinese parte da lontano
La passione di Mariafrancesca parte da lontano: “Sin da bambina è stato il mio sogno fare regia. Ho iniziato dalla mia cameretta, quasi costringendo le mie amiche a fare le attrici. Avevo 10 o 11 anni quando ho iniziato a studiare i programmi di montaggio, prima di iscrivermi al corso di cinema del mio liceo, il Seguenza. Lì il mio maestro è stato Fabio Schifilliti. Poi ho iniziato a occuparmi, volontariamente, di formazione, proponendo un corso di cinema per bambini e ragazzi nel paese dei miei nonni, Santa Domenica Vittoria. Dopo ogni anno di lezioni abbiamo prodotto un film. Mi sono poi laureata al Dams a Roma e sono tornata in Sicilia per andare a Palermo, al Centro sperimentale di cinematografia. Sono uscita da lì producendo un lavoro, ‘Pace e bene’, che riguarda sempre Santa Domenica Vittoria: un documentario con filmati d’epoca e riprese mie”.
Gli obiettivi futuri
Ora uno sguardo avanti. Il riconoscimento al Messina Film Festival non è un punto d’arrivo ma di partenza: “Vincere è per me un incentivo. Ogni volta che si arriva a un traguardo del genere ci si sente ancora più motivati per continuare. Il futuro? Sto valutando. Non so se andare all’estero o cambiare città, tornare a Roma. Voglio capire anche cosa mi piace davvero. Sono legata alla regia, al montaggio, ma anche alla produzione su cui sto ragionando sempre più spesso. Ho qualche idea in cantiere, vedremo. Con il mio cinema vorrei continuare a esprimere non soltanto le mie idee, ma anche trasmettere qualcosa nello spettatore. Mi colpisce di più quando qualcuno che vede una mia opera mi dice, anche a distanza di tempo, che qualcosa è rimasto dentro. Ho sempre amato fare cinema anche con amici e persone che conosco, mi piace il legame che riesce a creare”.