Maurizio Croce, la pec non basta: anche le seconde dimissioni non sono valide

Maurizio Croce, la pec non basta: anche le seconde dimissioni non sono valide

Giuseppe Fontana

Maurizio Croce, la pec non basta: anche le seconde dimissioni non sono valide

giovedì 21 Marzo 2024 - 13:11

Il parere della segretaria generale Carrubba, che cita il ministero dell'Interno e il dipartimento Affari interni, è negativo: serve anche la firma digitale o autenticata

MESSINA – Le dimissioni di Maurizio Croce non sono valide, per la seconda volta. La segretaria generale del Comune di Messina Rossana Carrubba ha inviato al presidente del Consiglio comunale Nello Pergolizzi un parere che praticamente ricalca quanto scritto nel primo. E cioè che “la volontà di dimettersi” deve manifestarsi “con un’adeguata e sufficiente garanzia della certezza e veridicità delle stesse dimissioni”. Le seconde dimissioni sono arrivate con un testo inviato con la pec personale di Croce, ma senza firma. E infatti si legge che “non sembra conseguentemente compatibile con le considerazioni appena esposte l’inoltro delle dimissioni per posta”.

Il motivo

Nel parere della segretaria generale si legge: “La pec è un sistema per la sola trasmissione di comunicazioni e non garantisce l’identificazione del mittente, ossia l’identità di colui che spedisce il messaggio, che potrebbe non coincidere con il titolare della casella. Il ministero dell’Interno nel parere prot. n. 0008557 del 18 maggio 2018 e del 12 agosto 2022 afferma che la presentazione delle dimissioni da parte di un consigliere comunale tramite pec non equivale a una presentazione personale se manca l’autenticazione della firma, se autografa, o della firma digitale. Secondo il Dipartimento per gli Affari interni e territoriali del ministero, il legislatore ha previsto dei requisiti formali particolarmente stringenti per la presentazione delle dimissioni dei consiglieri comunali e ciò evidentemente al fine di garantirne certezza e veridicità, in considerazione delle rilevanti potenziali conseguenze delle stesse. Solo con la firma digitale, dunque, il mittente appone il proprio autografo al contenuto della mail, sebbene inviata con pec, e agli eventuali allegati, ad ulteriore garanzia della propria identità”.

La segretaria: “Serve la firma digitale oltre alla Pec”

Tutto da rifare, ancora una volta. La segretaria nel documento protocollato n.0117424/2024 di oggi, 21 marzo, ha poi concluso: “Le eventuali dimissioni del consigliere Croce dovranno dunque essere formulate con un documento allegato alla pec sottoscritto con firma digitale che possa garantire l’identità del mittente e dunque l’autenticità del documento e l’integrità dello stesso”.

Un commento

  1. Gioacchino Silvestroi 21 Marzo 2024 15:14

    Vergogna !

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