E' anche emerso che molti animali erano stati “imbottiti” di farmaci irregolari e illegali, come l’Evomec reperito in Romania che serviva a rendere gli animali più belli ma era altamente cancerogeno.
Allevatori, macellai, perfino medici veterinari. E’ un vero e proprio vaso di pandora quello scoperchiato dalle indagini dei poliziotti del Commissariato di Sant’Agata di Militello che hanno puntato la lente di ingrandimento sul “sistema marcio” della macellazione clandestina nella zona nebroidea, nonché della vendita di carne e merce pericolosa per la salute, ad altissimo rischio di trasmissione di malattie infettive quali la tubercolosi. Trentatré le persone raggiunte questa mattina da altrettante ordinanze di misura cautelare firmate dal Gip del Tribunale di Barcellona, Andrea La Spada, ricollegabili a due associazioni a delinquere ben distinte.
I NOMI. Vanno direttamente in carcere Biagio Salvatore Borgia e Nicolino Gioitta. Domiciliari per Tindara Ferraro, Carmelo Ferraro, Tindaro Giacomo Agostino Ninone, Carmelo Gioitta, Antonino Ravì Pinto, Fortunata Grasso, Sebastiano Calanni Runzo, Antonino Calanni, Salvatore Artino Inferno. Obbligo di dimora per Sebastiano Conti Mammamica, Carmelo Galati Massaro, Giancarlo Fontana, Antonino Faraci Treonze, Antonino Calcò, Giuseppe Labruzzo Calcò, Giovanni Girbino, Aurelio Claudio Paterniti, Nicola Faraci Ciaramira, Vincenzo Maenza, Tommaso Blandi, Giuseppe Oddo, Nicolò Calanni, Luigi Vieni, Filadelfio Vieni, Sebastiano Musarra, Salvatore Musarra. Divieto di dimora per Alberto Paterniti, mentre sono stati sospesi dall’esercizio del pubblico ufficio Nicolò Maimone, Carmelo Scillia e Onofrio Giglia.
LE ACCUSE. Tutti rispondono, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati quali furto, ricettazione, maltrattamento e uccisione di animali, commercio di sostanze alimentari nocive, nonché truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, abuso di ufficio, falso, omissione in atti d’ufficio e favoreggiamento. Una maxi inchiesta, quella ribattezzata “Operazione Gamma Interferon”, che conta in tutto 50 indagati, tra cui anche nomi eccellenti come Sebastiano Marzullo, sindaco di Floresta (indagato in qualità di veterinario), il Sostituto commissario Vincenzo Saporita, responsabile del posto fisso di polizia di Tortorici, e il comandante del Corpo di Polizia Municipale di Alcara Li Fusi Nicolo Oriti Tittì.
LE INDAGINI. Le indagini, scattate nel novembre 2014 e coordinate dal Sostituto Procuratore Francesca Bonazinga, hanno permesso agli inquirenti di portare alla luce un sistema ben collaudato, clandestino e parallelo rispetto a quello del commercio legale e controllato delle carni. Dal furto di animali al maltrattamento, fino alla loro uccisione e la successiva macellazione clandestina, per poi arrivare alla vendita al sempre ignaro pubblico di carne priva di qualsiasi controllo sanitario: funzionava così, il sistema delle due associazioni. Con il rischio altissimo che quella stessa carne che poi finiva nelle tavole dei cittadini fosse affetta da malattie infettive quali anche la tubercolosi.
Gli uomini, coordinati dal Commissario Daniele Manganaro, hanno chiuso il cerchio su una decina di macellai, sette veterinari (Ravì, Grasso, Calanni, Calanni, Scillia, Giglia, Rachipinto, Maimone), allevatori e rivenditori che operavano nelle zone di Sant’Agata, Nebrodi, Tortorici, San Fratello. Ognuno di loro aveva un ruolo ben preciso all’interno dell’associazione cui faceva parte. E’ emerso come i due gruppi convivessero sul territorio senza scontrarsi, muovendosi in maniera autonoma e facendo riferimento a due aree ben distinte: Tortorici e Cesarò.
IL RUOLO DEI VETERINARI. Indagando sui numerosi furti di bestiame, sull’abigeato e la macellazione clandestina, i poliziotti hanno puntato la loro attenzione sui controlli che, di norma, avrebbero dovuto esser messi in atto su carni e prodotti da parte dei medici veterinari dell’Asp di Sant’Agata di Militello. Evidentemente così non era. Chi doveva controllare o non controllava o comunque falsava i risultati dei controlli, ottenendo poi in cambio benefit dalla propria azienda. Gli inquirenti se ne sono accorti così, dopo che la Procura ha deciso di disporre degli accertamenti ripetibili sugli animali già controllati dall’Asp, su cui vi era il sospetto di malattie infettive quali la tubercolosi. In particolare, gli esperti hanno utilizzato il Gamma Interferon, un sistema che determina la presenza della tubercolosi negli animali attraverso l’analisi del sangue e dà un margine di errore pari allo 0. Sono bastati questi esami per dare conferma alla Procura che i medici veterinari mentivano, dato che i loro risultati davano sempre animali sani. Erano loro, in pratica, a garantire la “legalizzazione” sulla carta, con falsa documentazione e apposizione di marchi identificativi sugli animali rubati, cosa che permettevs ai capi delle associazioni di accaparrarsi i contributi europei. Durante un anno di indagini, dal novembre 2014 al settembre 2015, è anche emerso che molti animali erano stati “imbottiti” di farmaci irregolari e illegali, come l’Evomec (reperito in Romania), sostanza che serve a rendere gli animali più belli ma è altamente cancerogeno.
DICHIARAZIONI. Grande soddisfazione da parte del Questore di Messina, Giuseppe Cucchiara che, in conferenza stampa, ha dichiarato: “L’operazione chiude una lunga indagine, durata quasi un anno, a carico di due distinte associazioni a delinquere. Le indagini hanno portato alla luce una filiera che, sulla tavola dei consumatori, portava prodotti non controllati. Sono stati comprovati episodi di allevatori che allevavano animali affetti da tubercolosi, mettendo poi in commercio carni sottratte ai normali controlli. La salute del consumatore è stata pesantemente messa a rischio.”. Alle sue parole hanno fatto seguito quelle del Dirigente della Squadra Mobile Francesco Oliveri: “A cominciare dal furto degli animali, queste due associazioni riuscivano a mettere in commercio le carni, potenzialmente pericolose, grazie all’avallo di veterinari medici che avrebbero dovuto effettuare i controlli e non lo facevano”. Il Comandante del Commissariato di Sant’Agata di Militello Daniele Manganaro, infine, dopo aver minuziosamente spiegato i dettagli dell'operazione, ha concluso: “E’ un campo inesplorato, non si è mai parlato in Italia di associazione a delinquere finalizzata alla commistione di questi reati”. (Veronica Crocitti)
AGGIUNGEREI ATTENTATO ALLA SALUTE PUBBLICA LESIONI GRAVISSIME (CONSTATATE LE MALATTIE CHE POTEVANO CAUSARE). SOLITA FRASE, MA I REATI PREVISTI SONO ADEGUATI ALLA GRAVITA’? HO VISTO IL CODICE PENALE E SONO INSUFFICIENTI SI POTREBBE DIRE CHE ANCHE COL GOVERNO (ILLEGITTIMO) RENZI NON SONO STATE AGGRAVATE LE PENE. HANNO PENSATO AGLI ANIMALI E BASTA. POTEVA FARE DI PIU’ A POCO A POCO TUTTI VERRANNO PIU’ O MENO CONDANNATI A PENE LIEVI. E ALLA FINE C’E’ IL SOLITO DETTO MA LA RESPONSABILITA’ DI CHI E’? DI UNO NESSUNNO E CENTOMILA. LE CONDANNE SARANNO LIEVI RISPETTO ALLA GRAVITA’ DEI REATI. PRIMA DI TUTTO MANDARE A CASA TUTTI IL SINDACO DEVE ESSERE DICHIARATO DECADUTO.
AGGIUNGEREI ATTENTATO ALLA SALUTE PUBBLICA LESIONI GRAVISSIME (CONSTATATE LE MALATTIE CHE POTEVANO CAUSARE). SOLITA FRASE, MA I REATI PREVISTI SONO ADEGUATI ALLA GRAVITA’? HO VISTO IL CODICE PENALE E SONO INSUFFICIENTI SI POTREBBE DIRE CHE ANCHE COL GOVERNO (ILLEGITTIMO) RENZI NON SONO STATE AGGRAVATE LE PENE. HANNO PENSATO AGLI ANIMALI E BASTA. POTEVA FARE DI PIU’ A POCO A POCO TUTTI VERRANNO PIU’ O MENO CONDANNATI A PENE LIEVI. E ALLA FINE C’E’ IL SOLITO DETTO MA LA RESPONSABILITA’ DI CHI E’? DI UNO NESSUNNO E CENTOMILA. LE CONDANNE SARANNO LIEVI RISPETTO ALLA GRAVITA’ DEI REATI. PRIMA DI TUTTO MANDARE A CASA TUTTI IL SINDACO DEVE ESSERE DICHIARATO DECADUTO.