L'immenso impero economico delle famiglie Bonaffini-Chiofalo, stimato in 450 milioni di euro e sequestrato ieri dalla Squadra Mobile, è stato affidato oggi ad un amministratore giudiziario che dovrà continuare a gestirlo. Intanto l'inchiesta prosegue per far luce sui rapporti con esponenti politici e funzionari comunali cittadini.
Una bomba deflagrata all’improvviso che ha colpito due delle famiglie di imprenditori più in vista di Messina. Il sequestro compiuto nei confronti del gruppo
Bonaffini-Chiofalo dalla Squadra Mobile è senz’altro il più grosso mai eseguito a Messina ed uno dei principali mai effettuati in Italia. I beni per 450 milioni di euro nessi sotto chiave rappresentano la chiave di volta dell’impero economico messo in insieme da Angelo e Sarino Bonaffini e da Gaetano e Domenico Chiofalo. Ricchezze realizzate nel giro di 15 anni con un’ascesa irresistibile dai monopolisti del mercato del pesce divenuti in poco tempo leader anche nel settore dell’edilizia e della ristorazione. Ma, secondo la Dda di Messina, grazie anche all’evasione fiscale ed al riciclaggio. I beni sequestrati da oggi saranno gestiti da un amministratore giudiziario, il commercialista Antonino Barbagallo e da un giudice delegato, Monica Marino. E’ stata, invece, fissata per il prossimo 9 febbraio la discussione per la proposta di misura di prevenzione personale e patrimoniale che dovrebbe portare alla confisca dei beni da parte del Tribunale. All’amministratore giudiziario toccherà ora il compito improbo, considerando la vastità del patrimonio, di gestire tutti i rapporti degli imprenditori Bonaffini e Chiofalo. In particolare dovrà gestire l’immenso patrimonio immobiliare delle due famiglie, compresi i complessi edilizi in costruzione dove anche oggi le maestranze hanno proseguito il lavoro. C’è poi lo spinoso capitolo riguardante i rapporti con esponenti politici e funzionari comunali che avrebbero agevolato gli imprenditori soprattutto per quanto riguarda le modifiche del PRG. Nell’ordinanza sono finite alcune telefonate intercettate fra Sarino Bonaffini ed un ex assessore comunale e con alcuni funzionari. Al momento non risultano iscritti nel registro degli indagati ma l’indagine prosegue proprio in questa direzione per accertare eventuali casi di corruzione o falso.
…ma.. non vi fa rabbia che se a chiedere un “favore” o avere”rapporti con esponenti politici e funzionari comunali ( i quali son capaci di intendere a volere) sono degli imprenditori o comunque per lo più comuni? e quando i favori li chiedono i politici stessi?? loro possono farlo? o pensate che si chiedono favori per la gloria? avranno anche loro un tornaconto!!! noooo ma non economico lo chiamerei umanitario (ironizzo)
o politici che fanno anche gli imprenditori non chiedono dei favori per avere delle autorizzazioni nel più breve tempo possibile? forse bisognerebbe dare la colpa alle infinite attese, di conseguenza chi ha un amico chiede un “favore” per evitare attese quasi eterne!
intanto bisognerebbe pensare alle tante persone che lavorano per questi imprenditori e far andare avanti i lavori onestamente così com’è giusto che sia. per gli imprenditori, x le famiglie che lavorano presso quest ultimi e per la nostra città in generale visto che il tasso di occupazione aumenta sempre di più….
ASPETTIAMO I NOMI… VISTE LE DIMENSIONI DELLE ATTIVITA’ SE I SOSPETTI SONO CONFERMATI DOVRA’ VENIRE ALLA LUCE ANCHE LA RETE DI FIANCHEGGIATORI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Ti do’ perfettamente ragione, anche io sono dell’idea che i santi in paradiso li hanno un po’ tutti, pero’ dalle parti “alte” non fanno specie. l’indotto di lavoro per Messina e’ immenso, e adesso, quante altre famiglie dovranno patire, mi auguro che le indagini finiscano in bene, altrimenti altri disoccupati.