Si trovano ai domiciliari e dovranno rispondere di concussione e falso ideologico Salvatore Calabrò e Antonino Porcello. Lunghe le indagini che li hanno visti coinvolti in un giro di rilascio sanatorie e mazzette.
Tentata concussione, falso ideologico, rilascio di sanatorie per opere abusive a fronte di un giro di mazzette. E’ pesante l’accusa nei confronti del barcellonese Salvatore Calabrò, 65 anni, dirigente dell’ufficio tecnico comunale di Scaletta Zanclea, e dell’ingegnere Antonino Porcello, messinese di 66 anni.
Un’indagine complessa quella condotta dai militari dell’Arma della zona sud di Messina, che ha avuto origine dalla denuncia di un imprenditore del luogo, rimasto vittima del sistema Porcello-Calabrò. Secondo quanto emerso da testimonianze ed intercettazioni, i due ingegneri avrebbero costretto l’imprenditore a rivolgersi proprio a loro per “sistemare” la sanatoria di una costruzione abusiva di Scaletta.
Il sistema era semplice. L’ingegnere Porcello riceveva la richiesta di sanatoria e poi la presentava all’ufficio tecnico del comune di cui era dirigente Calabrò. Qui, a meno che la vittima non avesse deciso di rivolgersi ad un altro ingegnere, il rilascio era garantito, sempre a fronte di un pagamento.
Per tale “lavoretto”, infatti, l’imprenditore avrebbe dovuto sborsare una somma di 10mila euro, di cui 4mila per Calabrò.
Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno anche appurato che i due attestavano date di accertamento di violazione edilizia differenti rispetto alla realtà. Probabilmente per dare alla vittima il tempo necessario per pagare.
A casa di Porcello e Calabrò sono stati ritrovati diversi documenti, adesso sotto sequestro e al vaglio della magistratura. I due sono stati arrestati e si trovano adesso ai domiciliari.
Veronica Crocitti