Sono tornati in riva allo Stretto la scorsa settimana Giuseppe Cucè e Adriano Velardi, i due studenti universitari messinesi che hanno partecipato al progetto umanitario Raid 4L Trophy lavorando con il gruppo Me4Africa. L'equipaggio è stato accolto, al rientro, nel cortile dell'Ateneo Peloritano, dove le dichiarazioni e i racconti hanno fatto percepire la valenza dell'esperienza
Da anni il Raid 4L Trophy regala agli Enfants du desert la possibilità di studiare e vivere in un contesto culturale e sociale in cui tutti i bambini dovrebbero ritrovarsi. Equipaggi provenienti da ogni parte del globo, a bordo di una Renault 4L, viaggiano attraverso scenari meravigliosi per giungere infine a Marrakech, ultima tappa del viaggio, dove vengono donati gli utensili scolastici o i viveri raccolti dai volontari.
Anche in questa edizione il progetto umanitario Me4Africa ha abbracciato l'iniziativa partecipando con una coppia messinese. Gli studenti di medicina Giuseppe Cucè e Adriano Velardi hanno infatti affrontato i migliaia di chilometri per vivere un'esperienza nuova e provare sensazioni uniche. I due sono tornati la scorsa settimana in riva allo Stretto, dove ad accoglierli hanno trovato, nel cortile dell'Ateneo, il Prorettore per i Servizi agli studenti, il Professor Eugenio Guglielmino, che ha donato loro due libri in ricordo dell'avventura.
"L'Università", ha dichiarato Guglielmino, "ha ritenuto di accogliere i due studenti con il giusto calore, Peppe e Adriano sono rientrati stanchi ma felici per aver portato a termine questa missione che è stata sicuramente molto impegnativa dal punto di vista agonistico ed emotivo, ma ha donato loro una esperienza indimenticabile". I protagonisti del viaggio si sono mostrati particolarmente entusiasti, "Un'esperienza unica che ci ha stimolati per moltissimi aspetti", ha affermato Giuseppe, "dall'impegno agonistico a quello emozionale e che ci ha permesso di ampliare i nostri orizzonti culturali sia per gli incontri fatti, che per le esperienze vissute". Seguendo la linea del compagno, si è espresso così Adriano "E' stata una grande emozione assistere alla felicità di quelle popolazioni e vedere bambini che hanno pochissimo, gioire nel ricevere materiale scolastico, ma anche una semplice bottiglietta d'acqua. E' un'esperienza che ci fa riflettere".
Al termine della missione, prima di cominciare a battere la sabbia del ritorno, Giuseppe e Adriano sono stati accolti dal Rettore dell'Università Cadi Ayyad di Marrakech, al quale hanno consegnato una targa (riportante la frase di Kafka "I sentieri si costruiscono viaggiando") per rinsaldare i rapporti tra i due Atenei.
Claudio Panebianco